Pisa, 25 settembre 2024 - “Ho scoperto di essere donna a quarant'anni, quando sono rientrata in Italia dopo aver fatto carriera all'estero. Un giorno arriva in azienda un gruppo di fornitori, uno di loro si gira verso di me e mi chiede di appendergli il cappotto. 'Volentieri' gli dico, e aggiungo che sono l'amministratrice delegata dell'azienda”. Così Cristina Scocchia, oggi amministratrice delegata di IllyCaffè, inizia a raccontarsi durante l'incontro che si è svolto questa mattina a Pisa al palazzo della Sapienza, organizzato dal Centro per l'innovazione e diffusione della cultura e da Fondazione Ant, per presentare il suo libro dal titolo “Il coraggio di provarci”.
Leadership e management i temi centrali dell'evento che ha visto protagonista la manager, inserita per due volte da Forbes nella classifica delle leader più influenti del mondo, un traguardo raggiunto dopo un lungo percorso iniziato a Coldirodi, suo paese d'origine, in Liguria. “Quando nasci in un paesino di duemila abitanti, da una famiglia normalissima e, in più, sei donna senti il peso del tuo punto di partenza”. Ma il messaggio che Scocchia vuole lanciare è che non è “il punto di partenza a determinare chi puoi diventare”.
Donne leader: “Non mi piace la polarizzazione”
“Per le donne che vogliano far carriera la strada è sicuramente più in salita rispetto agli uomini, lo dicono i numeri – spiega –. Soltanto il 3,9% degli amministratori delegati nel nostro Paese è donna. Ma puoi passare la vita a lamentarti oppure puoi rimboccarti le mani e cogliere la sfida”. Una sfida che oggi, arrivata ai vertici di IllyCaffè, Scocchia porta avanti cercando di ridefinire il concetto stesso di leadership e liberarlo da stereotipi e pregiudizi. “Non mi piace la polarizzazione tra leadership femminile e maschile, penso che sia riduttiva. Si attribuiscono alle donne leader quelle caratteristiche che tradizionalmente sono considerate più femminili, come l'empatia o la propensione all'ascolto, così come si attribuiscono agli uomini altre qualità, per esempio la capacità di prendere decisioni o l'assertività. Io voglio avere la capacità di prendere decisioni quando serve, ma anche di ascoltare e essere empatica. La leadership non si definisce in base al genere, ma dipende dal tuo valore e dal carattere”.
“Quote rosa? Una medicina amara ma necessaria”
Secondo Scocchia, la strada è ancora lunga per abbattere gli stereotipi, "perché i cambiamenti culturali richiedono tempo. Quello che possiamo fare è dimostrare che il nostro posto ce lo siamo guadagnato e non ci è stato assegnato per ‘quota’”. E proprio sulle quote rosa, aggiunge che si tratta di "una medicina amara, ma al momento necessaria soprattutto nelle posizioni di vertice. Però è importante sottolineare che sono solo una soluzione temporanea, quella di lungo termine è il merito, che va valorizzato".
Nella sua scalata verso il successo, Scocchia è anche diventata mamma, imparando a conciliare la vita personale con quella lavorativa. "Essere mamma è come assistere a uno spettacolo senza repliche, alcuni momenti non torneranno più. Io credo che non si debba rinunciare né alla carriera né alla genitorialità, ma è importante trovare un equilibrio e saper delegare. In entrambi gli ambiti ci sono momenti in cui non puoi mancare e altri che puoi delegare senza sentirti in colpa".