A Tim il premio “overall”, a PayPal quello "digital": questi i riconoscimenti assegnati martedì 13 febbraio nel corso della settima edizione del Diversity Brand Summit - Iniziative che cambiano il mondo.
I due brand si aggiudicano i Diversity Brand Awards 2024 per le loro iniziative sulla DE&I, progetti e azioni concrete e costanti che hanno un impatto anche sulla percezione di consumatrici e consumatori. Sulla base delle valutazioni dei Comitati, è stato assegnato poi il Premio Accessibilità – Design 4 All a Netflix.
Per il settimo anno consecutivo l’evento, quest’anno all’insegna del claim “Tabula Rasa”, ha presentato i 10 progetti più meritevoli realizzati dai brand nel 2023, emersi dal Diversity Brand Index, unica ricerca italiana che ha lo scopo di misurare la capacità delle marche di sviluppare con efficacia una cultura orientata alla diversità, equità e inclusione (DE&I).
L'evento, svoltosi al BASE di Milano, è organizzato e promosso dalla no profit Diversity, fondata da Francesca Vecchioni, e dalla società di consulenza strategica Focus MGMT, patrocinato dal Comune di Milano e dall'Unione Europea e con la partnership di ExtraLab e AccessiWay e con la media partnership di Mark Up.
I Diversity Brand Award a Tim e PayPal
Nello specifico, Tim è stato premiato per la ricchezza delle iniziative realizzate nel 2023, la loro trasversalità sulla DE&I e l'impatto profondo sulle percezioni del mercato finale. In particolare, tra le attività candidate, spiccano i “Punti Viola”, ossia oltre 200 negozi in tutta Italia in cui lavora personale sensibilizzato e formato contro la violenza di genere e per la sicurezza in strada delle donne. Un impegno estensivo che fa leva sulla forza della sua marca per arrivare a tuttə combinando strumenti e piattaforme differenti.
Invece PayPal è risultato il brand che ha utilizzato nel miglior modo la leva del digitale e della tecnologia per fare inclusione, incontrando così il riconoscimento del mercato ma anche dei Comitati chiamati a selezionare le migliori realtà italiane, grazie al progetto "Community Impact Grant - TOG" a supporto dello sviluppo della tecnologia di Fondazione TOG SayEye, per la riabilitazione di bambinə con disabilità cognitive, motorie e di linguaggio fortemente impattanti.
Netflix parla la lingua dell’accessibilità
Netflix si è invece distinta sul tema dell'accessibilità per la proiezione del primo episodio della miniserie "Tutta la luce che non vediamo", tenutasi lo scorso ottobre al Museo Maxxi di Roma, un evento accessibile in ogni sua fase, sia in digitale che in fisico, fruibile da persone con disabilità sensoriali e in generale progettato per un pubblico finalmente rappresentativo del reale panorama della società. “A Netflix crediamo che nuove prospettive e grandi storie possano provenire da qualsiasi luogo – dichiara Estelle Blemand-Zaïre, Inclusion strategy manager for France, Italy, Germany and Spain –. Lavoriamo dunque con un'ampia gamma di creativi e questo si traduce nella realizzazione di film e serie tv diversi fra loro, in grado di intrattenere diverse popolazioni in tutto il mondo”.
“Da ‘Tutta la luce che non vediamo’ a ‘Bridgerton’, passando per ‘Tutto chiede salvezza’ e ‘La legge di Lidia Poët’: crediamo che i nostri titoli debbano essere a disposizione di tutte le abbonate e di tutti gli abbonati – aggiunge – senza distinzione di lingua, dispositivo, connettività o abilità. [...] Per Netflix, infatti, l’inclusione è parte della nostra cultura ed è un valore portante che accompagna ogni scelta!”.