Per la
prima volta nella storia parlamentare italiana, una deputata è entrata nell'Aula di Montecitorio con il suo bebè in braccio, che ha
allattato mentre sedeva nell'Emiciclo. Si tratta di
Gilda Sportiello del Movimento 5 stelle. La parlamentare ha preso posto in una postazione nella parte alta dell'Aula, ha partecipato alla votazione finale del decreto legge in materia di pubblica amministrazione e quindi h allattato il suo bimbo, al cui ingresso era stato accolto da un
applauso unanime da parte dei colleghi e dalle colleghe deputate.
Alcuni deputati si avvicinano alla postazione messa a disposizione di Gilda Sportiello per l'allattamento
Alcuni dei quali si sono avvicinati per salutare la donna e il bambino e congratularsi con loro.
La prima volta durante i lavori
Sportiello, con indosso una camicetta bianca che le permettesse di nutrire il figlio in tutta comodità, è entrata in Aula da una delle porte posteriori. Il bambino tenuto in braccio, con in testa un uno zuccotto blu scuro per proteggerlo dal freddo dell'aria condizionata. Durante l'intera seduta è rimasto tranquillissimo e mentre prendeva il latte veniva
teneramente cullato dalla sua mamma.
"Oggi è un giorno molto importante. Per la prima volta, in Italia, una deputata sta partecipando ai lavori della Camera in compagnia del suo bimbo di pochi mesi. Il figlio della nostra Gilda Sportiello sarà
il primo bambino a essere allattato in Aula" scrivono sui social i parlamentari pentastellati. “Dovrebbe essere soltanto
un passo verso la normalità - spiegano -, ma è un giorno importante, che è dovuto a una battaglia del Movimento 5 Stelle. Nasce, infatti, da un ordine del giorno della passata legislatura che prevede
postazioni dedicate alle mamme che devono allattare, voluto proprio da Gilda Sportiello e al quale hanno lavorato anche Paola Carinelli e Valentina D’Orso. Ma quello di oggi non è soltanto un particolare evento mediatico o un curioso dato statistico. Quello di oggi è un fondamentale precedente, perché la Camera dei Deputati svolge un ruolo da
apripista: da oggi, se è possibile allattare in quest’Aula, nessuna donna, in nessun altro luogo, deve essere privata di questa possibilità.
Gilda Sportiello culla il suo bambino mentre partecipa ai lavori alla Camera
Il fatto che sul posto di lavoro, qualunque esso sia, ogni donna abbia uno spazio dedicato alla
possibilità di allattare il proprio bambino - aggiungono i Cinque Stelle -
non può essere un privilegio per poche, ma deve diventare la normalità. Non deve più accadere che le donne siano costrette a interrompere l’allattamento non per propria scelta ma perché devono tornare al lavoro. Ogni mamma ha il diritto di scegliere quando e dove allattare il proprio figlio e a nessuna donna, qualsiasi sia la sua professione, potrà più essere negato questo diritto”.
L'ordine del giorno alla Camera
Alcuni mesi fa, a metà novembre 2022, la
Giunta per il Regolamento di Montecitorio ha approvato infatti un ordine del giorno per le deputate mamme, che possono così entrare nell'emiciclo della Camera durante le sedute, partecipare ai lavori parlamentari con i loro figli e allattarli rimanendo comodamente in Aula fino al compimento di un anno. La decisione rappresenta quindi una
deroga all’articolo che prevede che "
nessuna persona estranea alla Camera può, sotto alcun pretesto, introdursi nell’Aula dove siedono i suoi membri".
Licia Ronzulli con la piccola Vittoria all'Europarlamento nel 2010
Secondo quanto è stato deciso l’allattamento potrà avvenire "
in apposite postazioni collocate nell’ultima fila superiore dell’Emiciclo ovvero in una tribuna riservata, previamente e appositamente individuata dal Collegio dei Questori". E così è stato nel caso, primo nel suo genere, della deputata del Movimento. Ai tempi una delle prime a salutare con gioia la novità era stata l'ex europarlamentare e oggi
senatrice di Fratelli d'Italia Licia Ronzulli, protagonista già nel 2010 di una tenera scena al Parlamento europeo, dove portò la figlia Vittoria ancora in fasce. "Bruxelles ha aperto la strada già 12 anni fa - disse a novembre scorso - e lo chiedo da allora per le colleghe neomamme in Italia. Sulla conciliazione
lavoro-famiglia, le Istituzioni devono essere da esempio”