I gemelli Harry e Harley trascorrono il primo Natale a casa: nati prematuri a 22 settimane

Harry e Harley Crane sono venuti al mondo il 26 ottobre 2021, segnando un record nel Regno Unito. Dopo poco più di un anno possono trascorrere finalmente le feste in famiglia

di MARIANNA GRAZI
26 dicembre 2022

Gemelli britannici+

Quando Harry e sua sorella Harley sono nati pesavano poco più di un chilo e mezzo ciascuno: prima di loro nessuno, nel Regno Unito, era mai sopravvissuto ad un parto così prematuro, dopo una gravidanza di appena 22 settimane e cinque giorni. Era il 26 ottobre 2021 e la famiglia britannica Crane non si aspettava certo che quel giorno i due bambini, un maschio e una femmina, sarebbero venuti al mondo, con tanta fretta, senza preavviso alcuno e con poche speranze di sopravvivere. Invece, a distanza di un anno i gemelli hanno trascorso il primo vero Natale a casa, nel Derbyshire, con mamma e papà.

Jade Crane con i9 "piccoli lottatori", Harley e Harry, poche settimane dopo il parto

Quello precedente invece, a due mesi dalla nascita, i loro genitori lo avevano hanno passato in ospedale, con entrambi i piccoli attaccati a ventilatori che permettevano loro di respirare. Mamma Jade, intervistata dalla BBC, ha raccontato: "È difficile spiegare a parole cosa significhi per noi". Quando ha messo al mondo i suoi figli i medici li avevano descritti "grandi come delle barrette di Mars". Una similitudine per sdrammatizzare, che dà però l'idea della drammaticità della situazione, con quegli esserini piccolissimi e indifesi a lottare per la vita, scoperta troppo presto. Quello di Natale 2021, per la famiglia Crane, era stato uno dei periodi più difficili, con Harry e Harley costretti a restare nelle incubatrici dell'unità di terapia intensiva neonatale del Queen's Medical Centre di Nottingham. Ma la speranza non è mai venuta meno, e dopo cinque mesi in ospedale, i "piccoli guerrieri" sono stati dimessi. Harry e Harley ce l'hanno fatta e sono tornati a casa a marzo. In quella giornata speciale Steve e Jade Crane avevano raccontato di essere "incredibilmente emozionati". "È passato tanto tempo e anche se è stato un viaggio molto, molto complicato, 140 giorni fa non pensavamo che saremmo stati qui", ha detto il papà. "È così incredibile vederli insieme e uscire da quella porta. I medici, le infermiere e i chirurghi, assolutamente straordinari, hanno contribuito alla realizzazione di questo grande traguardo. È difficile dire loro addio, ma spero di non rivederli mai più", aveva aggiunto Steve. Dopo il parto i neonati erano stati messi nella cosiddetta "stanza del lutto per i genitori", perché i dottori si aspettavano che solo uno di loro sarebbe sopravvissuto. Tuttavia, come spiegano ancora commossi i coniugi Crane, fratello e sorella sono stati "piccoli combattenti". La coppia, che ha sempre condiviso il loro percorso su Instagram, per 11 lunghi anni aveva cercato di avere un figlio, ricorrendo più volte alla fecondazione in vitro (FIV), spendendo oltre 50mila sterline in trattamenti di fertilità. I gemelli hanno subito sei operazioni e 25 trasfusioni di sangue a causa della nascita prematura, oltre ad aver avuto a che fare con sepsi, problemi agli occhi, emorragie cerebrali e polmonari.

Steve e Jade Crane con in braccio i loro gemelli, i "piccolo lottatori"

I medici, quando dopo mesi, a marzo, li avevano finalmente dimessi dal Queen's Medical Centre, avevano però avvertito i genitori che i loro figli avrebbero potuto avere problemi di sviluppo in futuro, oltre al necessario supporto di ossigeno per respirare anche a casa. In questi giorni tuttavia, Harley e Harry stanno trascorrendo, sani e salvi, le feste di natale nella tranquillità e nella comodità della propria abitazione, circondati dall'affetto della famiglia che ogni giorno si prende cura di loro con tutto l'amore necessario. "A volte devo darmi un pizzicotto per riuscire a realizzare che siamo davvero qui con dei bambini sani e pieni di energia, e che abbiamo superato tutte le difficoltà", ha raccontato mamma Jade, 40 anni. "L'anno scorso, in questo periodo, eravamo in una situazione completamente diversa. Non sapevamo se sarebbero sopravvissuti. Oggi siamo qui, con loro che non solo sopravvivono, ma diventano ogni giorno più grandi. Che differenza fa un anno. Questo Natale significa tutto", conclude con lacrime di gioia agli occhi.