È stato colpito con schiaffi e pugni da due carabinieri che stavano cercando di farlo salire in macchina. Il tutto ripreso da un video che in pochi secondi è diventato virale. Il protagonista di questa storia è Idrissa Diallo, un ragazzo guineano di 23 anni, da sette in Italia, che nei giorni scorsi è stato arrestato a Modena con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento di un’auto dell’Arma.
"Voglio denunciare. Mi hanno picchiato senza motivo – il racconto del giovane – io non ho fatto nulla. Stavo aspettando l'autobus, i carabinieri mi hanno chiesto i documenti e io non li avevo. Ho spiegato che potevo chiamare un mio amico che me li avrebbe portati. Ma loro volevano buttarmi in macchina. Io lavoro, non ho mai fatto nulla di male. Non mi hanno ascoltato quando gli ho detto che volevo chiamare un amico per i documenti, ma hanno iniziato a picchiarmi e volevano che entrassi in macchina”.
Il ventitreenne è arrivato nel nostro Paese sette anni fa come minore non accompagnato dopo aver attraversato il Mediterraneo a bordo di un barcone. Una volta a Modena, ha dapprima trovato lavoro come lavapiatti, poi è stato promosso ad aiuto-cuoco e ora lavora regolarmente in un ristorante della provincia. A poche settimane dagli episodi di Pisa, Firenze e altre città italiane dove la violenza delle forze dell’ordine contro i manifestanti era finita al centro di forti polemiche, ecco un altro caso.
Le critiche alle forze dell’ordine
“L'uso della forza – così i parlamentari modenesi del Pd, Stefano Vaccari e Maria Cecilia Guerra – da parte delle forze dell'ordine non può mai essere sproporzionato, altrimenti diventa abuso, e infanga la divisa che si indossa: la scena ripresa nel video che sta circolando in queste ore merita un serio approfondimento, perché Modena non è abituata a questo tipo di fatti e non deve abituarsi ora. Bene ha fatto l'Arma a rispondere prontamente, riassegnando ad altri incarichi i due militi e trasmettendo il video acquisito alla Procura perché siano svolte le opportune valutazioni".
Le critiche non sono mancate anche tra le fila del Movimento 5 Stelle con la deputata emiliana, Stefania Ascari: “La violenza agita dalle forze dell'ordine non può mai trovare giustificazione ed è una macchia sull'onore di chi indossa la divisa e sui tantissimi agenti che svolgono il loro lavoro con rigore e umanità. Se qualcuno delinque o oppone resistenza va bloccato e condotto in caserma, ma mai e poi mai picchiato.
Il video che mostra due carabinieri accanirsi in maniera sproporzionata su un uomo inerme lascia basiti ed è una scena indegna di un Paese civile e di una città come Modena. Non conosciamo i motivi alla base del fermo ma nulla può ammettere una simile reazione da parte di chi è chiamato a tutelare la sicurezza di tutti i cittadini e le cittadine. Si faccia piena luce e si accertino le responsabilità di quanto accaduto, anche a tutela del buon nome dell'Arma”.
Sul tema è intervenuta anche la senatrice dell'alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi: “La scena ripresa a Modena lascia esterrefatti. L'eccessivo uso della forza da parte delle forze dell'ordine è sempre una sconfitta per lo Stato. Se poi l'uso della forza è sproporzionato, diventa abuso. Bene ha fatto l'Arma dei carabinieri a mandare le immagini alla Procura e a reimpiegare i due carabinieri ad altri incarichi. Per impedire che fatti del genere possano ripetersi, e per non dover ogni volta sperare che quando accadono ci siano cittadini pronti a immortalare il tutto in un video, da tempo chiediamo che le nostre forze dell'ordine siano dotate di bodycam e numeri identificativi. Fare piena luce su quanto accaduto, e sanzionare le condotte sbagliate”.
Accertare la responsabilità
Tornando a quanto accaduto mercoledì scorso, uno dei due militari coinvolti (non quello che colpisce il ragazzo, ma l’altro) risulta già indagato nella vicenda legata al decesso di Taissir Sakka, 30enne tunisino trovato morto la mattina del 15 ottobre in un parcheggio in via dell'Abbate, sempre a Modena.
Per ricostruire l’esatta dinamica che ha portato all’aggressione, sono state acquisite altre immagini delle telecamere cittadine presenti nella zona: alcuni testimoni hanno però dichiarato che sarebbe stato lo stesso Diallo ad aggredire per primo i militari. Le responsabilità verranno senza dubbio accertate, ma ciò che deve far riflettere è che per l’ennesima volta nel giro di pochi mesi siamo tornati a parlare della violenza delle forze dell’ordine, e soprattutto ai video violenti che circolano sulla Rete, pronti ad essere imitati. Il problema c’è, c’è sempre stato e continuiamo a non fare assolutamente niente per risolverlo.