Il ragazzo dai pantaloni rosa, “bacchettare i bulli non serve. C’è un clima di arretramento”

La Fondazione Una Nessuna Centomila commenta il caso della dirigente di una scuola che ha annullato la proiezione del film su Andrea Spezzacatena, morto suicida dopo aver subito bullismo omofobo

di Redazione Luce!
29 ottobre 2024
Foto di scena del film "Il ragazzo dai pantaloni rosa"

Foto di scena del film "Il ragazzo dai pantaloni rosa"

“Quello che è, e continua a succedere, intorno alla proiezione del film Il ragazzo dai pantaloni rosa di Margherita Ferri che narra la storia vera di Andrea Spezzacatena, morto suicida a 15 anni, raccontata nel libro della madre, Teresa Manes - non è un fatto isolato. È l'esplosione pubblica di un fenomeno che viene detto, urlato, taggato, postato fra i banchi di scuola e che le istituzioni colpevolmente stanno ignorando. Andrea Spezzacatena è stata la prima vittima di questo bullismo omofobico, ma dal suo suicidio nel 2012 altre morti e altre violenze si sono susseguite. E non si può fare a meno di notare che oggi più che mai si registra una regressione rispetto a questi temi”.

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Lo afferma la Fondazione Una Nessune Centomila sulla vicenda che si sta sviluppando intorno al film. "Il Governo italiano nelle sue diverse espressioni sta contribuendo a questo clima di arretramento in materia di riconoscimento e di rispetto delle diversità. La prevenzione a scuola della violenza di genere passa dall'educazione all'affettività. Mentre il Parlamento a maggioranza approva mozioni su inesistenti teorie del gender, mentre abolisce leggi che in Italia già non ci sono, mentre criminalizza i bambini delle coppie omosessuali, i nostri figli normalizzano la violenza verbale, digitale e fisica. Come può un ministro davanti a tutto questo rispondere che andrà a trovare a scuola i ragazzi che hanno infangato il ricordo di Andrea? Come se il tema fosse bacchettare gli studenti che si sono comportati male o magari mettergli uno zero in condotta. Il bullismo, la violenza sono questioni serie che vanno affrontate in maniera strutturale e che interrogano la cultura di un Paese. Crescono i femminicidi di adolescenti come anche le violenze sessuali, aumenta l'accesso da parte dei minori alla pornografia online e si registrano sempre più casi tra i più piccoli di bullismo omofobo. Per una dirigente scolastica che a Treviso annulla la proiezione ce ne sono migliaia che provano quotidianamente a prendersi cura di tutte e tutti. Senza esclusioni. Il nostro sostegno al loro lavoro, a Margherita Ferri per aver diretto questo film e soprattutto a Teresa Manes, la madre di Andrea, a cui va tutta la nostra stima e solidarietà”, conclude la fondazione.