In Iran un uomo getta dello yogurt addosso a due donne senza velo e queste vengono arrestate. Le due donne iraniane si trovavano in un supermercato nella città nord-orientale di Shandiz, secondo quanto racconta un video diventato virale (diffuso da Mizan News Agency, il media statale per la magistratura iraniana) quando l’uomo le ha aggredite perché non indossavano l'hijab. Nel video si vede un uomo che si avvicina a una delle donne senza velo e le parla prima di prendere una vaschetta di yogurt dal negozio e lanciarla, colpendo entrambe le donne alla testa.
hanno sfidato il codice di abbigliamento obbligatorio come segno di protesta in seguito alla morte della 22enne Mahsa Amini, deceduta mentre era sotto la custodia della polizia morale proprio perché non aveva indossato l'hijab in modo corretto. Centinaia di persone sono rimaste uccise durante le manifestazioni e migliaia sono state arrestate in relazione a quelli che i funzionari iraniani hanno descritto come "disordini" fomentati da Israele e dall'Occidente. Le donne si sono bruciate il velo e si sono tagliate i capelli, con alcune studentesse che si sono tolte il velo nelle aule. Coloro che sono stati arrestati per aver partecipato a manifestazioni antigovernative hanno subito varie forme di abusi e torture , tra cui scosse elettriche, annegamento controllato, stupri ed esecuzioni fittizie. Gli studenti delle scuole che hanno protestato sono stati arrestati e portati in istituti di salute mentale. Alcuni manifestanti sono stati persino condannati a morte e giustiziati.
In questa situazione sempre più drammatica, proprio nei giorni scorsi, il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha ribadito che le donne iraniane devono indossare l'hijab come “necessità religiosa”. “La questione importante è che oggi abbiamo un mandato legale” le parole del presidente iraniano Ebrahim Raisi, secondo Reuters: “Il mandato legale impone a tutti di seguire la legge”.
A pochi giorni dall’inizio del Ramadan, mese sacro per la religione musulmana, il ministero ha ricordato anche come “l'hijab e la castità dovrebbero essere tutelate per rafforzare le fondamenta della famiglia”. La non osservanza di queste norme ha portato alla chiusura di decine di ristoranti e locali a una settimana dall'inizio delle festività religiose. Come ha sottolineato l'agenzia degli attivisti dei diritti umani iraniani “Hrana” in pochi giorni sono stati chiusi 27 locali a Karaj, 2 ad Ahvaz, dove sono anche state arrestate alcune persone, e 10 ristoranti a Neyshabur, nel nord est del Paese. La magistratura ha fatto chiudere ad Amol, in provincia di Mazandaran, un complesso turistico per avere “permesso alla donne di ballare e cantare in pubblico”, mentre a Nowshahar, a nord di Teheran, tre ristoranti sono stati sigillati non solo per la mancata osservazione delle norme sul Ramadan ma anche perché alcune donne non portavano il velo e venivano servite bevande alcoliche, anche queste vietate dalla fondazione della Repubblica islamica. Per gli stessi motivi, sono stati chiusi anche cinque locali a Rasht, sempre nel nord del Paese. Insomma, va avanti la linea dura del regime “tolleranza zero”.
Le autorità hanno subito emesso un mandato d’arresto nei confronti dell’aggressore, accusato “di aver commesso un atto ingiurioso”, ma anche contro le due donne con l’accusa di aver “commesso un atto proibito” togliendosi l’hijab. E le due donne sono poi state arrestate non essersi coperte i capelli. In Iran, ormai da metà settembre, tante donne