Iran, Narges Mohammadi esce dal carcere per motivi di salute

L’attivista Premio Nobel per la Pace, detenuta da novembre 2021 a Teheran, è stata rilasciata per tre settimane. L’appello dal comitato svedese: “Sia liberata definitivamente”

di MARIANNA GRAZI
4 dicembre 2024
Narges Mohammadi

Narges Mohammadi, attivista iraniana Premio Nobel per la Pace

Narges Mohammadi è stata rilasciata dal carcere di Evin, a Teheran, per motivi di salute. Le autorità iraniane hanno rimesso in libertà per tre settimane l’attivista iraniana che da tre anni si trovava in cella per le sue battaglie a favore dei diritti delle donne e contro il regime.

“Alla luce del parere del medico legale, la Procura ha sospeso la pena del carcere nei confronti di Narges Mohammadi per tre settimane. È stata rilasciata dal carcere”, ha scritto su X il suo legale, Mostafa Nili. La 52enne stata insignita del premio Nobel per la Pace nel 2023 “per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti”. Da quando era finita in carcere l’attivista non aveva mai cessato di far sentire la sua voce, continuando a portare avanti la sua protesta anche attraverso i suoi scritti, raccolti nel libro “Più ci rinchiudono, più diventiamo forti. Voci di donne iraniane in lotta per la libertà”. 

NORWAY NOBEL PEACE PRIZE
Ali e Kiana Rahmani, i figli di Narges Mohammadi, partecipano alla cerimonia di consegna del Premio Nobel per la Pace a Oslo il 10 dicembre 2023

In più occasioni aveva anche annunciato scioperi della fame per ribadire il suo impegno; proteste che, unite alle terribili condizioni in cui si trova come detenuta a Evin, hanno portato il suo corpo allo stremo delle forze e le hanno causato gravi problemi di salute.  

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“È una decisione positiva quella di concedere tre settimane di permesso per motivi medici a Narges Mohammadi, ma è evidente che questa decisione è stata presa a seguito della pressione dell'opinione pubblica, della tenacia dei suoi familiari e dell'avvocato”, afferma Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. E aggiunge: “È altrettanto vero che non bastano tre settimane di cure mediche per rimetterla in sesto. Quindi la speranza - anche se lo dico a bassa voce - è che si scordino di richiamarla. Sì perché le condizioni mediche di Narges Mohammadi necessitano di un trattamento opposto al carcere”.

“In prigione – prosegue Noury – non sarebbe mai dovuta entrarci, sono decenni che entra ed esce, ora speriamo veramente che queste tre settimane siano il preludio a una scarcerazione definitiva e incondizionata e che possa avere tutte le cure mediche di cui ha bisogno per una salute che si è aggravata proprio a causa del carcere”. Lo stesso appello che viene oggi rilanciato dal comitato per il Nobel, che in una noya ha esortato l'Iran a rilasciare definitivamente la vice-presidente del Centro dei Difensori dei Diritti Umani. "Chiediamo alle autorità iraniane di porre fine definitivamente alla sua prigionia e di garantire che riceva cure mediche adeguate per le sue malattie", ha detto ai giornalisti il capo del comitato, Jorgen Watne Frydnes.