I rumors, le smentite, i riflettori puntati. Ora, pare, la conferma: Francecsa Pascale e Paola Turci avrebbero sciolto la loro unione civile, ad appena due anni dal “sì” pronunciato nella romantica cornice di Montalcino (Siena) il 2 luglio 2022.
La conferma a quelli che da tempo erano le indiscrezioni già di qualche settimana, arriva dal sito Dagospia, che riferisce come “questa mattina (mercoledì 17 luglio, ndr) il giudice Benedetta Foti della Procura di Firenze ha omologato l’accordo di divorzio. Ora gli atti verranno trasferiti al comune di Montalcino”. Va precisato, però, che Foti non è un giudice ma un sostituto procuratore della Repubblica di Firenze, ma intanto la notizia della separazione ha fatto il giro del web, rimbalzando su tutti i media di informazione.
“Il matrimonio di Francesca Pascale e Paola Turci sarebbe giunto in prossimità del capolinea” scandiva a grandi lettere Dagospia già a giugno. Poi la secca smentita della cantautrice, dalle pagine del Corriere della Sera: “Io e Francesca (Pascale, ndr) preferiamo non commentare sciocchezze basate sul nulla”. Un modo, probabilmente, di tenere nell’alveo della vita privata quello che stava accadendo, e chi può biasimarle.
L’unione civile e la separazione: perché non deve fare scandalo
Finite sotto i riflettori mediatici proprio per il loro amore, l’ex storica compagna di Silvio Berlusconi, pggi 39 anni, che si scopre innamorata persa di un’altra donna, la quasi sessantenne (li compirà a settembre) cantante romana appunto, tanto da convolare a nozze (civili) con lei, nel primo vero (non) matrimonio vip omosessuale della recente storia del nostro Paese, Pascale e Turci avevano fatto innamorare di loro l’Italia intera e portato ad un altro livello anche il dibattito sulle coppie Lgbtq+, sui diritti della comunità. Erano diventate un simbolo, un esempio di possibilità.
Ma anche un esempio di normalità. Perché alla fine che in una coppia ci siano litigi, riappacificazioni, ripicche, accuse di tradimento o tradimenti effettivi, che un amore possa finire, trasformarsi, succede. A chiunque. Sì, anche alle coppie lesbiche, caro il nostro Roberto D’Agostino che tanto ironizzava su questa ‘caratteristica’ del caso specifico (“Signore, si scende! Massi’, anche i miracoli lesbo non durano mai!”, aveva scritto tempo fa annunciando l’imminente separazione di Pascale e Turci).
Da qui a rendere la loro separazione una sorta di scandalo, non tanto perché si tratta di due persone famose (di celebrities che si sono dette addio in modo plateale, in questi anni, se ne sono viste anche troppe, Totti-Blasy insegnano) ma per l’orientamento sessuale della coppia, come in effetti sembra avvenire in queste ore, perché LA coppia lesbica per eccellenza in Italia si è divisa, come se due spose non possano voler divorziare, è davvero troppo. Per tutti, perché rinforza un’immagine stereotipata del mondo Lgbtq+ come un mondo quasi fatato, con gli arcobaleni e tutt* che amano tutt*, dove i problemi tra persone sposate non esistono, perché serve un fronte comune per combattere altre battaglie… Sveglia, non è affatto così!
Sono persone normali, più famose di altre certo, ma anche loro possono divorziare: non lasciamo anche questa prerogativa, come quella del matrimonio, alle sole coppie etero.
Il divorzio ufficiale?
E ora che quello che sembrava il solito scoop scandalistico del sito sembra aver trovato conferme anche a livello giuridico, con gli atti – errore nel titolo della procuratrice a parte – che confermerebbero il divorzio tra le due donne, lasciamo che anche questa notizia faccia il suo corso e si passi oltre nel più breve tempo possibile. Ancora Dagospia, ieri, spiegava anche che l'unione si è definitivamente rotta “con un accordo sulla proprietà di una villa a Fiesole, omologato dalla Procura di Firenze”. E se le protagoniste per ore non parlano né danno cenno di voler confermare o smentire i fatti, lasciamo per una volta che la vita privata della coppia, o dell’ex coppia, rimanga privata. Impariamo a farcene una ragione.