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Home » Attualità » Sanità, allarme gender gap: “A causa della pandemia serviranno molti più anni per raggiungere la parità”

Sanità, allarme gender gap: “A causa della pandemia serviranno molti più anni per raggiungere la parità”

Al Forum Sistema Salute di Firenze si traccia un futuro più sostenibile tra diritti e riforme per le cure ospedaliere e territoriali

Maurizio Costanzo
8 Ottobre 2022
La pandemia ha amplificato il gender gap anche nel settore della sanità

La pandemia ha amplificato il gender gap anche nel settore della sanità

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“La pandemia ha amplificato il gender gap, prima a livello mondiale si riteneva di poterlo colmare in circa 99 anni. Ora siamo a 135,6 anni. Un problema che riguarda anche il settore della sanità. Servono azioni spinte per raggiungere l’equilibrio di genere e gli obiettivi della salute. Il ruolo della donna è fondamentale, anche nel sistema sanitario. La problematica del gender gap è presente anche nell’Agenda Europea 2030, con una scheda specifica sulla questione, così come nella progettualità del Pnrr. Anche la legge 162 del 2021 fa riferimento alla certificazione di bilancio di genere per colmare il divario. Come viene ribadito in questi documenti, non si può arrivare ad un mondo equo e sostenibile se la metà di quel mondo non concorre in modo paritario allo sviluppo del lavoro e del progresso e non gli viene permesso di incidere con le sue idee e la sua forza lavoro. Occorrono le stesse retribuzione e possibilità di espressione, attraverso anche l’occupazione di ruoli politici e istituzionali”.

Monica Calamai durante un momento del Forum Sistema Salute di Firenze
Monica Calamai durante un momento del Forum Sistema Salute di Firenze

Lo ha affermato Monica Calamai, direttore generale Asl Ferrara e commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera universitaria di Ferrara durante il Forum Sistema Salute. L’evento, giunto alla sua VII edizione è promosso da Koncept, azienda specializzata nell’organizzazione di eventi in ambito della salute. Un doppio appuntamento (il 6 e 7 ottobre) con decine di ospiti da tutta Italia del mondo medico, della ricerca e politico. Presente anche Tiziana Frittelli, presidente Nazionale di Federsanità e Direttore generale dell’AO San Giovanni Addolorata: “Nella delicatissima fase che sta attraversando il Servizio sanitario nazionale, la richiesta di assistenza è sempre più spesso collegata a bisogni complessi, a causa delle patologie croniche e di una popolazione sempre più anziana che presenta i caratteri della non autosufficienza e della disabilità. In un quadro così complesso è necessario un serio intervento di tenuta basato su un più adeguato finanziamento e sulla necessità di acquisire personale”. Serve, però, “anche una riorganizzare profonda dei sistemi – spiega Frittelli – da oltre venti anni il Sistema sanitario nazionale attende la costituzione stabile, organizzata e diffusa del sistema territoriale sanitario esterno agli ospedali che ora, grazie al Pnrr, sta riprendendo vitalità. E’ arrivato il momento di portare a conclusione l’altra rivoluzione quella dell’integrazione socio sanitaria, senza la quale si rischia di non poter soddisfare i bisogni complessi di presa in carico delle fragilità sociali e sanitarie. Occorre in parallelo una nuova politica delle risorse umane che valuti bisogni, fabbisogni, competenze, skills professionali, prospettive di carriera e adeguata remunerazione per i professionisti”.

Al Forum anche Simone Bezzini, Assessore Diritto alla Salute e Sanità della Regione Toscana: “Abbiamo attraversato due anni dove ha dominato l’emergenza, con pochi elementi di confronto perché eravamo impegnati a fronteggiare la pandemia. Ora è il tempo in cui dobbiamo riuscire a darci nuovi traguardi e servono quindi momenti di partecipazione. In questo momento i sistemi sanitari sono fortemente sotto pressione sul lato della sostenibilità finanziaria”. Il Covid, ricorda Bezzini “ha prodotto costi aggiuntivi, così come la crisi energetica. Dobbiamo chiedere al Governo che presti la giusta attenzione, ma questo non è sufficiente: abbiamo bisogno di incrociare risorse e capacità di produrre innovazione. La Toscana ha raggiunto risultati importanti nella pandemia e oggi lavoriamo su un obiettivo di fondo: costruire un nuovo equilibrio tra quantità e qualità dei servizi e sostenibilità finanziaria. Poi abbiamo temi specifici importanti, come il collegamento entro fine anno dei fondi Pnrr a un nuovo progetto di assistenza territoriale; le riforme della continuità assistenziale, dell’emergenza-urgenza; misure straordinarie per i pronto soccorsi; il rilancio della rete consultoriale e stiamo ragionando per dare una funzione utile e sostenibile ai piccoli ospedali di isole, montagne e aree rurali”.

Al Forum Sistema Salute di Firenze si traccia un futuro più sostenibile tra diritti e riforme per le cure ospedaliere e territoriali
Al Forum Sistema Salute di Firenze si traccia un futuro più sostenibile tra diritti e riforme per le cure ospedaliere e territoriali

Ha parlato, invece, della necessità di una riforma nel lavoro degli infermieri, Nicola Draoli, consigliere comitato centrale Fnopi (Federazione nazionale Ordini Professioni Infermieristiche): “In questo momento non c’è un sistema normativo e di progressione di carriera in termini accademici e quindi anche di stratificazione delle competenze e delle remunerazioni”. Secondo Draoli il sistema così non regge. “Abbiamo bisogno che gli infermieri, come le altre professioni sanitarie, possano specializzarsi – dice Draoli – portando quelle competenze diverse di cui c’è bisogno e che vengano riconosciute da un punto di vista normativo e contrattuale. Tutte le volte che c’è stata la possibilità di investire sulla sanità, salvo la parentesi emergenziale della pandemia, non è stato fatto. L’Italia deve rivedere la propria cultura verso il Sistema sanitario nazionale, perché fare sanità vuol dire investire per produrre salute. E noi ne abbiamo bisogno, visto il progressivo calo della natalità, l’invecchiamento e i nuovi bisogni della popolazione”.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
“La pandemia ha amplificato il gender gap, prima a livello mondiale si riteneva di poterlo colmare in circa 99 anni. Ora siamo a 135,6 anni. Un problema che riguarda anche il settore della sanità. Servono azioni spinte per raggiungere l'equilibrio di genere e gli obiettivi della salute. Il ruolo della donna è fondamentale, anche nel sistema sanitario. La problematica del gender gap è presente anche nell'Agenda Europea 2030, con una scheda specifica sulla questione, così come nella progettualità del Pnrr. Anche la legge 162 del 2021 fa riferimento alla certificazione di bilancio di genere per colmare il divario. Come viene ribadito in questi documenti, non si può arrivare ad un mondo equo e sostenibile se la metà di quel mondo non concorre in modo paritario allo sviluppo del lavoro e del progresso e non gli viene permesso di incidere con le sue idee e la sua forza lavoro. Occorrono le stesse retribuzione e possibilità di espressione, attraverso anche l'occupazione di ruoli politici e istituzionali”.
Monica Calamai durante un momento del Forum Sistema Salute di Firenze
Monica Calamai durante un momento del Forum Sistema Salute di Firenze
Lo ha affermato Monica Calamai, direttore generale Asl Ferrara e commissario straordinario dell'Azienda ospedaliera universitaria di Ferrara durante il Forum Sistema Salute. L'evento, giunto alla sua VII edizione è promosso da Koncept, azienda specializzata nell'organizzazione di eventi in ambito della salute. Un doppio appuntamento (il 6 e 7 ottobre) con decine di ospiti da tutta Italia del mondo medico, della ricerca e politico. Presente anche Tiziana Frittelli, presidente Nazionale di Federsanità e Direttore generale dell'AO San Giovanni Addolorata: “Nella delicatissima fase che sta attraversando il Servizio sanitario nazionale, la richiesta di assistenza è sempre più spesso collegata a bisogni complessi, a causa delle patologie croniche e di una popolazione sempre più anziana che presenta i caratteri della non autosufficienza e della disabilità. In un quadro così complesso è necessario un serio intervento di tenuta basato su un più adeguato finanziamento e sulla necessità di acquisire personale". Serve, però, "anche una riorganizzare profonda dei sistemi – spiega Frittelli - da oltre venti anni il Sistema sanitario nazionale attende la costituzione stabile, organizzata e diffusa del sistema territoriale sanitario esterno agli ospedali che ora, grazie al Pnrr, sta riprendendo vitalità. E' arrivato il momento di portare a conclusione l’altra rivoluzione quella dell’integrazione socio sanitaria, senza la quale si rischia di non poter soddisfare i bisogni complessi di presa in carico delle fragilità sociali e sanitarie. Occorre in parallelo una nuova politica delle risorse umane che valuti bisogni, fabbisogni, competenze, skills professionali, prospettive di carriera e adeguata remunerazione per i professionisti”. Al Forum anche Simone Bezzini, Assessore Diritto alla Salute e Sanità della Regione Toscana: “Abbiamo attraversato due anni dove ha dominato l'emergenza, con pochi elementi di confronto perché eravamo impegnati a fronteggiare la pandemia. Ora è il tempo in cui dobbiamo riuscire a darci nuovi traguardi e servono quindi momenti di partecipazione. In questo momento i sistemi sanitari sono fortemente sotto pressione sul lato della sostenibilità finanziaria". Il Covid, ricorda Bezzini "ha prodotto costi aggiuntivi, così come la crisi energetica. Dobbiamo chiedere al Governo che presti la giusta attenzione, ma questo non è sufficiente: abbiamo bisogno di incrociare risorse e capacità di produrre innovazione. La Toscana ha raggiunto risultati importanti nella pandemia e oggi lavoriamo su un obiettivo di fondo: costruire un nuovo equilibrio tra quantità e qualità dei servizi e sostenibilità finanziaria. Poi abbiamo temi specifici importanti, come il collegamento entro fine anno dei fondi Pnrr a un nuovo progetto di assistenza territoriale; le riforme della continuità assistenziale, dell'emergenza-urgenza; misure straordinarie per i pronto soccorsi; il rilancio della rete consultoriale e stiamo ragionando per dare una funzione utile e sostenibile ai piccoli ospedali di isole, montagne e aree rurali”.
Al Forum Sistema Salute di Firenze si traccia un futuro più sostenibile tra diritti e riforme per le cure ospedaliere e territoriali
Al Forum Sistema Salute di Firenze si traccia un futuro più sostenibile tra diritti e riforme per le cure ospedaliere e territoriali
Ha parlato, invece, della necessità di una riforma nel lavoro degli infermieri, Nicola Draoli, consigliere comitato centrale Fnopi (Federazione nazionale Ordini Professioni Infermieristiche): “In questo momento non c'è un sistema normativo e di progressione di carriera in termini accademici e quindi anche di stratificazione delle competenze e delle remunerazioni". Secondo Draoli il sistema così non regge. "Abbiamo bisogno che gli infermieri, come le altre professioni sanitarie, possano specializzarsi - dice Draoli - portando quelle competenze diverse di cui c'è bisogno e che vengano riconosciute da un punto di vista normativo e contrattuale. Tutte le volte che c'è stata la possibilità di investire sulla sanità, salvo la parentesi emergenziale della pandemia, non è stato fatto. L'Italia deve rivedere la propria cultura verso il Sistema sanitario nazionale, perché fare sanità vuol dire investire per produrre salute. E noi ne abbiamo bisogno, visto il progressivo calo della natalità, l'invecchiamento e i nuovi bisogni della popolazione”.
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