“Ho pensato molto prima di fare questo intervento, volevo riportare sul piano pratico questa cosa. Perché io, è difficile dirlo, ma questa cosa l’ho vissuta quando era una ragazza. Io so cosa vuol dire violenza”, ha dichiarato Silvia Cestano durante una seduta particolare del consiglio regionale del Veneto.
La commissione, infatti, si stava riunendo per portare avanti l’iter volto ad approvare la creazione di un osservatorio contro la violenza sulle donne. Una scelta percepita come di fondamentale importanza dal consiglio, in particolar modo in seguito al femminicidio di Giulia Cecchettin, occorso oltre un anno fa proprio in provincia di Venezia.
Ed è stato durante i lavori di commissione che Cestaro ha scelto di raccontare la sua personale testimonianza. Parole che hanno contribuito ad evidenziare quanto il tema della violenza di genere sia tanto pervasivo quanto latente nella società italiana, nonché quanto lavoro ci sia ancora da fare per poter anche solo iniziare a circoscrivere il problema. Ma la voce della consigliera leghista è fondamentale per ricordare, ancora una volta, l’importanza di promuovere azioni volte al contrasto di questa piaga sociale. Un messaggio che il gruppo di lavoro ha fin da subito recepito in pieno, votando all’unanimità la proposta di legge 243 promossa dalla capogruppo dem Vanessa Camani.
La testimonianza integrale
“So cos’è la violenza perché ti arriva inaspettata, da chi ti sta vicino, e ti arriva dalle persone che dovrebbero difenderti. L’ho vissuta negli anni con tante amiche e con tante persone che la hanno vissuta, e quello che posso dire personalmente è che non c’è una rete di protezione. Perché la rete di protezione, che dovrebbe essere quella che ti sta vicino, non ti ascolta o non ci puoi parlare perché ti senti in colpa, perché ti senti oggetto di una cosa non tua, ti senti impura. Questa è la realtà delle cose”, ha aggiunto Cestaro, analizzando un altro problema del fenomeno: la minimizzazione delle richieste d’aiuto.
“Immagino che anche Giulia, quando ha parlato con i suoi, con suo padre, con la sua famiglia, coi suoi amici, abbia provato a chiedere aiuto, ma molto spesso si banalizzano le cose: ‘Ma sai i ragazzi sono esagerati, sarà innamorato’. Quante volte ci si sente dire ‘Sarà innamorato e quindi fa queste cose perché pensa che così ti conquista e ti tiene più stretta, più vicina’. Non è così”, ha aggiunto.
Un appello che fa eco alle dichiarazioni di Chiara Luisetto, relatrice dem per la proposta di legge regionale poi approvata all’unanimità: “È importante questo progetto di legge di Vanessa Camani, perché credo che sia assolutamente necessario fare un passo in avanti verso la sensibilizzazione collettiva e il cambiamento culturale al fine di contrastare la violenza di genere e costruire una società davvero libera e sicura, in cui dalla protezione si passi al rispetto. Abbiamo bisogno di relazioni sane con l’altro che vanno insegnate fin dalla tenera età. Dobbiamo costruire un nuovo spazio di consapevolezza e libertà”.