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Spagna, via libera definitivo alla "Ley trans" e alla riforma in tema di aborto e congedi mestruali

Le misure approvate puntano a garantire il diritto all'autodeterminazione delle persone transgender senza previa autorizzazione giudiziaria o medica e un più semplice accesso all'ivg

di MARIANNA GRAZI -
16 febbraio 2023
Irene Montero

Irene Montero

Mancava solo il via libera definitivo del Parlamento spagnolo perché la cosiddetta "legge trans" e una riforma della normativa sull'aborto venissero approvate. Il "sì" finale è arrivato il 16 febbraio, in entrambi i casi dopo un ultimo passaggio al Congresso dei deputati.

Per il cambio di genere delle persone trans sui documenti basterà una doppia autodichiarazione, senza previa autorizzazione giudiziaria o medica

La Ley Trans e le polemiche del movimento femminista

La "Ley trans", per l'uguaglianza effettiva delle persone trans* e diritti delle persone Lgtbi, ha ricevuto 191 voti favorevoli, 60 contrari e 91 astensioni. La norma, promossa in particolare dalla ministra delle Pari Opportunità Irene Montero (Unidas Podemos) e richiesta a gran voce da diversi collettivi della comunità, stabilisce nuovi diritti per le persone transgender come quello "all'autodeterminazione": vi è contemplata la possibilità di chiedere la modifica del proprio sesso all'anagrafe attraverso una doppia dichiarazione, a distanza di tre mesi l'una dall'altra, senza che siano richieste prima autorizzazioni giudiziarie o mediche, a partire dai 16 anni (dai 14 previo assenso genitoriale). Il Congresso dei deputati ha approvato definitivamente il testo, dopo i via libera preliminari già espressi tra dicembre e la settimana scorsa dalla stessa Camera e dal Senato. Il voto finale, dunque, non ha risentito delle polemiche in merito ad alcuni aspetti della legge, come quello dell'età delle persone a cui applicarla e non solo, che hanno provocato divisioni profonde all'interno del vasto e influente movimento femminista spagnolo. In particolare, una parte di esse si è detta contraria a questa norma, in quanto vi riscontrano problemi potenziali di "insicurezza giuridica", di applicazione di politiche contro la discriminazione delle donne e per quanto riguardo l'autodeterminazione dei minori di 18 anni. La legge inoltre non contempla questioni riguardanti processi ormonali, che sono invece trattati in misura regionali, spiega La Vanguardia.

Il diritto all'aborto e i congedi mestruali retribuiti

Nella seduta odierna, il Congresso spagnolo era chiamato anche alla votazione definitiva di una riforma della legge sull'aborto che punta a garantire maggiormente il diritto all'accesso a questa pratica. Con il ritorno alla legge del 2010, recentemente ratificata dalla Corte Costituzionale dopo il ricorso presentato dalla destra, le ragazze di 16 e 17 anni di età potranno interrompere la loro gravidanza senza il permesso dei genitori, mentre per le più giovani servirà invece l'autorizzazione e in caso di pareri discordi interverrà un giudice; inoltre, viene garantita l'assistenza sanitaria pubblica nell'ospedale più vicino ed eliminata la "pausa di riflessione" di tre giorni. Questa misura, in realtà, si inserisce in un più ampio provvedimento sulla salute sessuale, che comprende anche il congedo mestruale (pagato dallo Stato sin dal primo giorno) per le lavoratrici che hanno un ciclo "Invalidante", la cui durata è a discrezione del medico. In questo caso il via libera è stato più di misura, con 185 sì e 154 no.