Stop smartphone agli under 14, l’appello firmato da tanti artisti. Ma vietare è sempre la soluzione?

Promosso dal pedagogista Daniele Novara e dallo psicoterapeuta Alberto Pellai sta già raccogliendo numerosi consensi. La petizione sembra però aggirare il vero l’ostacolo: la responsabilità genitoriale di educare all’uso responsabile

di AMBRA NARDI -
11 settembre 2024
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Secondo alcune ricerche, più del 90% degli adolescenti possiede almeno uno smartphone

Una recente richiesta torna ad accendere il dibattito pubblico sul crescente rapporto tra adolescenti e social network. Niente telefoni personali a chi ha meno di 14 anni e nessun profilo social per gli under 16: è l’appello promosso dal pedagogista Daniele Novara e dallo psicoterapeuta Alberto Pellai. Lanciato anche come petizione su Change.org, raccoglie già le firme di Paola Cortellesi, Alba Rohrwacher, Stefano Accorsi, Luca Zingaretti e tanti altri artisti.

La domanda arriva dopo il recente divieto di utilizzo degli smartphone – anche a scopo didattico –  in classe fino alla terza media, voluto dal ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. A spingere questa decisione è la preoccupazione crescente riguardante l’impatto negativo derivato da un uso smodato dei cellulari sul naturale sviluppo cognitivo dei più giovani.

Dati dei giovani in Rete

Il numero dei giovani in Rete è in costante aumento. In Italia, le ultime statistiche dimostrano che in media, il 73% dei minorenni di età compresa tra i 6 e i 17 anni utilizzano quotidianamente internet. Se analizziamo la fascia d’età compresa tra i 14 e i 17, la percentuale sale invece al 91,9%

La “XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia”, pubblicata da Save the Children, riporta anche dati che mostrano come i giovani ricorrano al mondo digitale anche per informarsi: il 28,5% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni legge riviste e giornali online e sfrutta i social media come canali di informazione, anche se non sempre dichiara di saper riconoscere le fake news.

L’utilizzo di internet e dei social media ha acquisito una rilevante importanza, con risvolti ambivalenti. Se è vero che da un lato la dipendenza da telefono è collegata a improduttività e a stress, dall’altra lo smartphone può essere uno strumento di connessione, ampliando le proprie conoscenze. 

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Vietare, giusto o sbagliato? 

Concretamente, vietare l’uso dei cellulari prima dei 14 anni – anche legalmente – sarebbe un’ardua manovra e, altrettanto complesso, sarebbe impedire ai minori l’accesso ai social network. Dobbiamo riconoscere che, dando in mano ad un adolescente uno smartphone, stiamo affidando un’arma a doppio taglio: uno strumento efficace ma potenzialmente deleterio. Mettere dei confini è fondamentale per educare un adolescente, e l’ambiente scolastico e famigliare dovrebbero essere luoghi dove queste delimitazioni vengono rispettate. 

L’appello sembra però aggirare il vero l’ostacolo, cioè la responsabilità genitoriale di educare, in momenti di crisi e complessità, all’uso responsabile dei giusti comportamenti in rete. Della stessa idea è il ministro per lo Sport e per i giovani, Andrea Abodi, che ammette di non credere "ai divieti, ma nell'educazione, al ruolo della scuola e delle famiglie". 

Il dibattito rimane aperto e mentre in Italia l’unica risposta valida sembra quella di vietare, altri esperti suggeriscono di parlare e confrontarsi con i ragazzi, stabilendo regole e tenendo costantemente gli occhi aperti su quanto viene fatto durante l’utilizzo dei social.