Cosa è il
suicidio? Con suicidio si intende l'atto con il quale una persona si procura
deliberatamente la morte. In tanti lo hanno provato a descrivere, da chi lo definiva come il
gesto autolesionistico più estremo, a chi ha provato a rappresentarlo come
Édouard Manet nella sua opera
'Le Suicidé', a chi pensava ad un
Effetto Werther secondo il quale la notizia di un suicidio pubblicata dai mezzi di comunicazione di massa avrebbe provocato nella società una catena di altri suicidi. C'è purtroppo però un dato di fatto: in
Italia, nell'ultimo ventennio, sono circa
4mila le persone che si sono tolte la vita ogni anno. Di queste, la larga maggioranza
sono uomini. Perché, allora, gli uomini si suicidano di più delle donne?
In Italia, nell'ultimo ventennio, sono circa 4mila le persone che si sono tolte la vita ogni anno
"Molto spesso non riusciamo a diagnosticare la depressione negli uomini"
Sono molti gli studi che hanno cercato di interpretare questa casistica. Alcuni hanno cercato di spiegare il
divario di genere nel comportamento suicidario affrontando la mortalità, suggerendo che le femmine sopravvivono ai tentativi di suicidio più spesso dei maschi perché usano mezzi meno letali. Altri, hanno invece mostrato, che gli esiti del comportamento suicidario femminile sono meno letali rispetto a quelli dei maschi anche quando viene usato lo stesso metodo. Molto spesso si è affermato che le donne tentano il suicidio più degli uomini perché sono maggiormente diagnosticate come affette da
depressione. Tuttavia questo non è del tutto corretto. Anzi, il dato suggerisce che il campione maschile possa essere sotto-diagnosticato, probabilmente per bias culturale o per
mascheramento sociale che impedisce di riconoscere i sintomi della depressione quando tale malattia viene espressa da un uomo. In aggiunta a tutto ciò, dobbiamo ricordare che negli uomini influisce l'essere combattivi e fisicamente in forma. Il non raggiungimento di quest'ideale, può portare infatti a depressione o al
non sentirsi adeguati. Rahn Bailey, psichiatra statunitense e direttore sanitario del Kedren Health System Inc. di Los Angeles, ha messo in evidenza questa differenza invitando a non aver paura a chiedere aiuto: "Gli uomini possono soffrire di depressione tanto quanto le donne, ma manca la nostra capacità di coglierla e diagnosticarla. Inoltre dobbiamo spiegare ai nostri ragazzi che va bene chiedere aiuto quando se ne ha bisogno."
Rahn Bailey, psichiatra statunitense e direttore sanitario del Kedren Health System Inc. di Los Angeles,
Le soluzioni per porre fine al fenomeno
Quindi,
come ridurre tale gap? Spesso la parola d’ordine che viene usata in psicologia è convincere gli uomini che “possano piangere”. Il punto però è che spesso gli uomini si ritrovano a piangere a vuoto, non essendoci nessuno che li ascolti. Al posto di dare la colpa a loro perché non si aprono, forse sarebbe il caso di essere più attenti ad ascoltarli e ad aiutarli prima che arrivi il punto di non ritorno, ad esempio tramite campagne, servizi e centri gratuiti specificamente indirizzati verso gli uomini. Altro motivo di suicidio è quello legato al
motivo economico. Come sappiamo dal passato vi era l'obbligo del marito di mantenere la moglie; proprio per questo in caso di tracollo finanziario, la situazione per un uomo, sarà un rischio suicidario maggiore che per una donna, che non ha tale pressione sociale. Una soluzione per evitare tutto questo, forse, sarebbe non solo l'apertura di servizi specifici come per i suicidi maschili generici, ma anche lo sdoganamento di casalinghi uomini, visto che al giorno d'oggi sono meno dell'1%. Insomma per porre fino a questo gesto è dunque necessario costruire interventi e campagne di sensibilizzazione che abbiano come target gli uomini, ma anche imporre una
visione più flessibile e
inclusiva della mascolinità in modo che il suicidio non sia più la loro unica soluzione.