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Suicidio assistito, anche 'Antonio' è idoneo ma la Commissione non ha indicato il farmaco

di MARIANNA GRAZI -
11 luglio 2022
suicidio assistito

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Anche "Antonio" (nome di fantasia), paziente marchigiano 44enne, tetraplegico dal 2014 e assistito dal collegio legale dell'Associazione Luca Coscioni, "possiede tutti i requisiti per accedere al suicidio assistito" ma manca il parere sul tipo di farmaco da utilizzare.

Parere positivo dell'Asur Marche

Un verdetto a metà, come siamo ormai abituati a leggere, quello che riguarda il marchigiano che, dopo Federico Carboni (alias "Mario") è riuscito ad ottenere il via libera alla morte volontaria ma senza avere indicazioni sulle modalità o sul medicinale. Mesi di attesa, anni in molti casi, cause legali alle spalle. Poi, fa sapere l'Associazione Coscioni, Antonio ha ricevuto la risposta sugli esiti delle verifiche effettuate dalla Commissione medica istituita presso l'Asur Marche. Questa, con una relazione dettagliata per punti, ha accertato che il 44enne tetraplegico "possiede tutte le condizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito, ai sensi della sentenza costituzionale sul caso Cappato/Antoniani".

Manca l'indicazione sul farmaco: "Si rischia un'altra impasse"

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Protesta associazione Coscioni per la legalizzazione del fine vita

Ma si rischia un'altra impasse come avvenuto per Carboni, per cui il parere sulle modalità fu inviato solo dopo diffida, e per Fabio Ridolfi che non ha mai ricevuto la relazione, optando poi per la morte con sedazione profonda e sospensione di alimentazione e idratazione con Peg. Senza l'indicazione del farmaco infatti – scrive la Coscioni –, oggetto specifico sia della sentenza costituzionale sia dell'ordinanza del Tribunale di Fermo che ha riconosciuto il dovere dell'Azienda sanitaria di procedere alle verifiche, il percorso subisce un altro stop". L'associazione attacca i "tentativi di ostruzionismo nei confronti di Antonio" che "non si fermano alla mancata indicazione del farmaco: il Comitato Etico, nel parere, indica che pur sussistendo tutti i requisiti, incluso quello relativo alla scelta consapevole del malato, sia opportuno tentare di rafforzare l'assistenza e le cure palliative". Certo, il parere del Comitato etico non è vincolante e quindi "non può ostacolare il diritto di Antonio di accedere al suicidio assistito alla luce delle condizioni verificate e tutte sussistenti". Insomma se l'Asur non sbloccherà al più presto la situazione questo non potrà comunque impedire ad Antonio di raggiungere quella fine tanto attesa, quella liberazione dalla sofferenza che da troppi anni, ormai, lo tiene bloccato ad una vita che non è più la sua.