Le è stato negato l’aborto in Texas, poi è quasi morta. Ora cita in giudizio lo Stato repubblicano. In Texas, come noto, è in vigore una
legge che vieta l’interruzione volontaria di gravidanza tranne che in
gravi circostanze mediche. Si tratta di una delle
più severe norme introdotte da quando, il 24 giugno 2022, la
Corte suprema Usa ha abolito la sentenza Roe v. Wade con cui, nel 1973, era stata legalizzata la pratica per interrompere la gravidanza negli Usa. E questo sta portando molte donne e, anche i medici, a infrangere la legge per prendere le giuste decisioni sulla salute della madre e del feto.
Alla donna è stato impedito di interrompere la gravidanza e ha rischiato di morire (Instagram)
Amanda Zurawski: "Un'esperienza terribile"
La storia di
Amanda Zurawski e quella di altre donne texane, ha riacceso, negli Usa,
il dibattito sull'interruzione della gravidanza. La donna, che abita nella popolosa città di Austin, non avrebbe mai voluto rinunciare alla bambina che portava in grembo. E per concepirla, insieme a suo
marito Josh, si era sottoposta a numerosi
trattamenti per la fertilità. Purtroppo, però, proprio mentre la loro vita sembrava assumere i contorni della perfezione, il sogno di una famiglia viene bruscamente interrotto.
Via social la felicità per una gravidanza tanto desiderata (Instagram)
Alla donna, d'improvviso, i medici le dicono che il
feto aveva un'insufficienza cervicale. Condizione che avrebbe portato a un indebolimento del tessuto cervicale avrebbe causato dei danni tali che la bambina, non ancora nata, non sarebbe sopravvissuta. “Mi sembrava di vivere in un mondo distopico”
ha raccontato Amanda alla Bbc dopo che l’ospedale l’aveva dimessa
senza poter abortire, lasciandola in una condizione di salute precaria. “Negli Stati Uniti, come donna incinta, non dovresti aver paura della tua vita a causa delle leggi” aveva aggiunto.
Amanda e Josh il giorno del matrimonio (Instagram)
La coppia, già sotto choc per la notizia delle condizioni di salute della nascitura, si è ritrovata così a dover prendere in considerazione un’interruzione di gravidanza indesiderata ma necessaria. E se altrove la pratica sarebbe stata garantita e considerata giusto, nello stato texano no. Secondo
la legge che vige nello stato, infatti, in
presenza di battito cardiaco del feto, la gravidanza non può essere interrotta. Amanda, però,
non poteva aspettare di abortire in maniera naturale: i rischi per la sua salute erano altissimi. E così è stato. Costretta ad attendere, Amanda sviluppa
un'infezione pericolosissima e va in choc settico.
La coppia desiderava tanto un bebè e lei si era sottoposta a numerosi trattamenti per la fertilità (Instagram)
“I miei denti battevano in modo incontrollabile, non riuscivo a mettere insieme una frase. Immagina quando hai la peggiore influenza che tu abbia mai avuto in tutta la tua vita,
è stato terribile” sono i ricordi della donna. In ospedale, le hanno
indotto il travaglio e ha abortito il bebè, che ha chiamato Willow. Poi la donna è stata immediatamente trasferita
in terapia intensiva, dove ha trascorso i giorni successivi. La sepsi le aveva causato cicatrici sul suo utero e sulle tube di Falloppio, che hanno portato a
un blocco permanente di una tuba, motivo per cui sarà più difficile avere una nuova gravidanza.
Il 24 giugno 2022 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha abolito la storica sentenza Roe v. Wade (Ansa)
Amanda cita in giudizio lo Stato texano
Amanda ora fisicamente sta bene, ma questa orribile esperienza l'ha per sempre segnata. Motivo per cui ha deciso di portare avanti quella che ormai è diventata una battaglia personale. Insieme ad
altre 13 donne che hanno vissuto il suo stesso dramma, supportate da due medici, Amanda ha deciso di
citare in giudizio lo stato del Texas. L'obiettivo è arrivare a una modifica della legge e
dare ai medici più margine di manovra nel determinare quando è necessario interrompere una gravidanza.
Amanda e il marito ricevuti dal presidente Joe Biden (Instagram)
Nei giorni scorsi il governatore texano,
Greg Abbott, ha firmato una legge che chiarisce che i medici possono usare il loro “
ragionevole giudizio medico” per prevenire gravi complicazioni causate da gravidanze extrauterine o da rottura prematura prematura delle membrane, che è stata la causa della sepsi di Amanda. Ma la battaglia della donna non si ferma qui. La sua lotta è arrivata anche alla Casa Bianca: lei e il marito Josh sono stati ricevuti dal
presidente Joe Biden. L'atto di Amanda e delle altre 13 donne ha riacceso il dibattito tra favorevoli e contrari all'interruzione di gravidanza. Chi è pro-life difende e sostiene che le leggi dell grande Stato meridionale degli Usa siano scritte in maniera chiara. Per chi, invece, come Amanda,
tutela i diritti della donna incinta, le leggi andrebbero modificate perché causano stress al personale medico e ai pazienti. E, in casi come quello di Amanda, anche
danni permanenti alla salute.