I divieti di aborto sono
atti di violenza contro il
diritto umano fondamentale all'autonomia corporea. Basandosi su questa convinzione sacrosanta
novanta persone, tra cui una
ragazzina di 12 anni, mercoledì si sono espresse sulla legge restrittiva in materia di aborto della
Virginia Occidentale durante l'udienza pubblica alla Camera. Il disegno di legge 302 è infatti in esame questa settimana: esso vieterebbe l'aborto in quasi tutti i casi, permettendo di perseguire i medici che lo praticano, e
non prevederebbe eccezioni per le
vittime di stupro o incesto.
"Da bambina violentata dovrei partorire il figlio del mio stupratore?"
Agli oratori e alle oratrici intervenuti sono stati concessi 45 secondi ciascuno. Molte donne hanno raccontato storie personali di violenza sessuali. La più giovane partecipante,
Addison Gardner, 12 anni, aveva in testa
una bandana verde simbolo della protesta per il diritto all'aborto quando ha fatto un'arringa appassionata
contro la legge. "Ho intenzione di fare grandi cose nella vita – ha detto la ragazza –. Se un uomo decide che sono un oggetto e mi fa cose indicibili e devastanti,
io, una bambina, dovrei portare in grembo e far nascere un altro bambino?", chiede ai legislatori mentre dal pubblico si alzano voci di sostegno. "Alcuni qui dicono di essere a favore della vita. E la mia vita?
La mia vita non è importante per voi?". "Sono stata
violentata all'età di 9 e 10 anni, e voglio che mi spieghiate perché sarebbe stato giusto per me, da bambina, portare in grembo il figlio del mio stupratore", ribadisce anche la signora Ash Orr.
La vita delle vittime distrutta. "E vi definite pro-life?"
Addison Gardner ha fatto una dura arringa contro i legislatori che vogliono limitare quasi completamente l'accesso all'aborto
Laurie Townsend, invece, non ha portato davanti ai deputati del West Virginia la sua storia, ma quella di di sua figlia: "Ha 16 anni ed stata
violentata l'anno scorso da un uomo di 47 anni
durante un pigiama party – racconta la madre con la voce rotta dall'emozione –. Se si parla di pro-vita,
mia figlia non ha avuto una vita. Non è andata al ballo di fine anno. Non è stata a nessun ballo. Lei... Non ha dovuto portare avanti una gravidanza, ma ha detto che
avrebbe abortito se fosse rimasta incinta per questo motivo. E voi non avete idea di cosa passano le donne e le ragazze una volta che sono state violentate". Un'altra testimonianza è quella di Riley Haught: "
Ero una bambina. Il mio stupratore era un adulto, qualcuno che conoscevo e che mi ha violentata in casa mia. Voi tutti
avete deciso di essere il secondo stupratore. State decidendo di togliere la possibilità di scelta a bambine a cui è già stata strappata la scelta e l'innocenza". Infine anche la signora Tabitha Simmons ha voluto raccontare la sua drammatica esperienza: "Sono qui oggi come
sopravvissuta ad abusi sessuali. La mia preghiera è che la limitazione dell'accesso all'aborto elettivo alimenterà il bisogno dei sostenitori dell'aborto di chiedere
pene più severe per i predatori sessuali e indurrà un maggior numero di Stati a riconoscere il bisogno di cure, che si trova nei servizi di consulenza e nei programmi di assistenza post-aborto".
L'aborto consentito in caso di stupro e incesto
Dopo il dibattito pubblico, la Camera dei delegati della Virginia Occidentale ha approvato, seppur di stretta misura, di consentire
un'eccezione di 14 settimane nel divieto di accesso all'aborto
per lo stupro e l'incesto, ma richiedendo come garanzia la
registrazione di un rapporto di polizia che denuncia il fatto. In precedenza, emendamenti simili al divieto erano stati respinti più volte. La legge passa ora al Senato. Il governatore repubblicano Jim Justice ha richiamato i legislatori per una sessione speciale, in parte per "chiarire e modernizzare" le leggi statali sull'aborto.