Firenze, 22 maggio 2024 – Questa mattina tutti i consultori pubblici di Firenze si sono svegliati con un messaggio chiaro: “Vietato l’ingresso agli anti-abortisti! Sui nostri corpi decidiamo noi!”. Il nastro rosso e bianco sulle porte e i cancelli, i cartelloni, fanno parte del blitz notturno firmato da Non una di meno Firenze in segno di protesta contro il coinvolgimento delle associazioni pro-vita nei consultori, emendamento diventato legge con l’approvazione al Senato ad aprile scorso.
“Per ribadire che nonostante gli emendamenti e le decisioni delle Regioni, tutti i presidi di salute devono garantire le libertà di scelta e l’autodeterminazione – scrive l’associazione in una nota –e vietare invece l’ingresso a tutti quei gruppi che attaccano la libertà di scelta e l’autodeterminazione”.
"La legittimazione nazionale delle associazioni antiabortiste per operare nei consultori si colloca in una realtà già tragica – continua la nota – i finanziamenti pubblici ai consultori privati gestiti da associazioni cattoliche e antiabortiste esistono da tempo in Piemonte, Lombardia, Veneto, Umbria, Marche, Friuli Venezia Giulia mentre quelli pubblici vengono chiusi, svuotati di personale, inglobati nelle case della salute, privandoci di strutture socio-sanitarie gratuite, laiche, aperte e accessibili a tuttə. Anche la Regione Toscana provò, con la delibera n. 1186 del 30/10/2017, ad erogare 195.000 euro al Forum Toscano delle associazioni per i diritti della Famiglia, un enorme gruppo di associazioni antiabortiste che di lì a 3 anni avrebbero dovuto collaborare con i consultori pubblici in materia di supporto alle gravidanze difficili. Per più di due mesi abbiamo protestato durante i consigli regionali per chiedere che questo finanziamento venisse bloccato, in nome del diritto delle donne e della comunità Lgbtqia+ ad autodeterminarsi nelle proprie scelte di vita e di salute, senza il timore di dover essere stigmatizzate e perseguitate per aver deciso di interrompere la gravidanza”.
“L’attacco al diritto all’aborto – prosegue Non una di meno – va di pari passo con la messa in discussione della salute delle persone trans e non binarie: a gennaio l’ispezione al Carreggi sull’uso della triptorelina e la successiva creazione di un tavolo tecnico per la valutazione dell’uso di questo farmaco non lasciano dubbi sul fatto che queste iniziative portino anche la firma di organizzazioni antiabortiste come Provita e famiglia. Vogliamo attraversare gli spazi della salute senza paura, senza giudizio e senza abusi, confidando nella tutela del sistema sanitario pubblico e laico, senza interferenze sulle nostre decisioni. Ribadiamo ancora una volta che nessuno può decidere su di noi: né la Chiesa né lo Stato".
Una protesta messa in piedi in un giorno simbolico. Il 22 maggio ricorre l’anniversario della legge 194/78. “Assistiamo alla contraddizione di una legge che dovrebbe tutelare il diritto all’aborto ma che con gli articoli 2, 5 e 9 tutela invece la possibilità che le associazioni antiabortiste entrino nei consultori, dà spazio all’obiezione di coscienza e ci obbliga alla “settimana di riflessione” nel momento in cui decidiamo di interrompere una gravidanza – concludono le attiviste - Per questo ci troviamo stasera, mercoledì 22, alle 19:00, in Piazza San Marco a Firenze all’accampada per la Palestina, per un’assemblea pubblica su aborto libero e autodeterminazione, dall’Italia alla Palestina. Ora e sempre: SUI NOSTRI CORPI DECIDIAMO NOI!”