Compagnia dei Legnanesi: in teatro da oltre 70 anni le commedie en travesti sulla quotidianità della provincia

La Teresa, il Mabilia e il Giovanni sono, ancora oggi, i protagonisti della satira bonaria, rigorosamente in dialetto, della compagnia che ha fatto dei luoghi comuni il proprio cavallo di battaglia

di LUCA SCARLINI -
23 febbraio 2023
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La compagnia dei Legnanesi è una istituzione nel teatro en travesti italiano e in questo ambito si è ritagliata una propria fisionomia peculiare, resistente nel tempo, che continua fino a oggi. Le attività hanno inizio nel 1946, nell’oratorio di Legnanello (Milano), e le persone che fanno parte dell’ensemble si presentano in drag per specifico decreto ecclesiastico, che a quel tempo bandisce le interpreti femminili dai palcoscenici parrocchiali.
Il monumento a Felice Musazzi

Il monumento a Felice Musazzi e alla maschera teatrale della Teresa, che si trova a Legnano

Protagonisti della struttura sono Felice Musazzi (drammaturgo esclusivo e protagonista, nelle vesti di ineffabile casalinga lombarda), Tony Barlocco (la folle Mabilia, figlia della precedente ed emula di Wanda Osiris, che fu peraltro una sua estimatrice) e Renato Lombardi (la mostruosa vicina invidiosa, Chetta, che passa le giornate a disseminare commenti malevoli sulle colleghe di cortile). Nel 1949 il debutto con "E un dì nacque Legnanello", in cui la storia locale diventa occasione per una satira bonaria di luoghi comuni della provincia, cui fanno seguito molti altri titoli, tra cui il proverbiale "Sèm nasù per patì".
Tony Barlocco nei panni di Mabilia

Tony Barlocco nei panni di Mabilia

L’estrazione degli attori è proletaria, per lo più si tratta di operai di fabbrica, e i temi di cui le commedie (o meglio, le riviste, data la quantità di musica e canzoni previste) parlano sono legati alla quotidianità, inclusa la politica sindacale, senza escludere il tema dell’emigrazione, con la scelta del dialetto come veicolo principale di espressione. La consacrazione giunge nel 1958 con l’arrivo a Milano al Teatro Odeon, prima di una serie di sempre più prestigiose ribalte cittadine (incluso il Lirico) con uno dei lavori più famosi e longevi, "Va là, batel…" e quella ribalta diventa il luogo prediletto per spettacoli popolarissimi. Tra i primi a valutare positivamente il lavoro dei Legnanesi è Alberto Arbasino, che all’inizio degli anni ’60 scrive un articolo in cui offre ascendenze brechtiane a quelle realizzazioni, tornando poi in seguito sul tema con un ampio saggio di taglio storico nell’Almanacco Bompiani 1975, "Sentimental", dedicato alla storia del teatro leggero; negli anni, d’altra parte, non pochi sono stati quelli che hanno fatto raffronti con la tradizione della Commedia dell’Arte o con l’aspro teatro di Ruzante.
Felice Musazzi nei panni di Teresa

Felice Musazzi nei panni di Teresa

La registrazione dei fatti della cronaca, con gli anni ’70 e con la divulgazione del camp trovano un sempre maggior contraltare in un notevole fasto scenografico, con la Mabilia che ormai giunge a mises da Moulin Rouge, tra un ammicco e un litigio, con numerosi riferimenti anche al cinema o alla canzone. I titoli sono evidenti: "Teresa di notte", "Teresa degli spiriti", "I pover Christ superstar", "Il cortile dei miracoli", "E la buleta la va, la va", fino a "Lasciate che i pendolari vengano a me". Molte battute di questi spettacoli sono entrate direttamente nel dialetto, anche se il tempo ha attenuato i legami con l’origine scenica.
Livio Barlocco nei panni di Giovanni

Livio Barlocco nei panni di Giovanni

La storia del gruppo è stata soprattutto lombarda, con una presenza al Sistina di Roma e una tournée a Parigi; amati da Federico Fellini, la compagnia ha avuto una sola (anche se memorabile) occasione al cinema in "Splendori e miserie di Madame Royale" di Vittorio Caprioli (1970), in cui gli attori compaiono in una delle feste travestite offerte dal personaggio interpretato da Ugo Tognazzi, con la Mabilia intenta a litigare con una rivale, in una mascherata in cui tutte hanno il titolo di “contessa” o “marchesa” e sono obbligate a parlare in francese. Tony Barlocco è morto nel 1986 e Felice Musazzi nel 1989, ma la compagnia è ancora in attività sotto la direzione di Alvaro Testa e Dante Barlocco e dopo aver celebrato un cinquantenario di attività con "Legnanesi Story" ha aggiunto vari personaggi al repertorio, perdendo però buona parte del mordente delle produzioni storiche.