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Diana Spencer, 26 anni fa la tragica morte. Ma il mito Lady D è più vivo che mai

Il 31 agosto del 1997 l'incidente stradale che ha cambiato la storia britannica: il trauma psicologico del principe ribelle Harry raccontato nel nuovo controverso documentario

di BARBARA BERTI -
31 agosto 2023
Lady D

Lady D

Ventisei anni fa la tragica morte di Diana Spencer ma il mito di Lady D è più vivo che mai. Incastonato in quell'eterna giovinezza e bellezza strappatele dalla morte. Dalla giovane e timida Diana Spencer, fidanzata del principe Carlo, alla sua figura di madre e donna sempre sotto i riflettori e al giudizio di tutti.
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Diana Spencer, principessa di Galles, conosciuta anche come Lady Diana o Lady D, è stata dal 1981 al 1996 consorte di Carlo, ora Re Carlo III (Instagram)

Dalla sua dedizione alle attività umanitarie e l'attenzione agli ultimi, alla tragica e misteriosa morte avvenuta il 31 agosto 1997: sono tantissimi gli aspetti di Lady D rimasti nel cuore di molti. Un personaggio indimenticato e indimenticabile. E per i più smemorati in soccorso arrivano film, docu-serie e serie tv. L’ultima è “Heart of Invictus” dove il principe Harry affronta ancora il trauma per la perdita della madre, mentre la sesta stagione di “The Crown” (in arrivo entro la fine del 2023) racconterà proprio il tragico evento che ha cambiato la storia d’Inghilterra e, più in generale, del mondo.
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La principessa Lady Diana scomparsa a soli 36 anni (Instagram)

La favola triste

Riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro nel tempo a quel triste annuncio della morte di una delle principesse più famose, invidiate e copiate del mondo. La favola triste si consuma il 31 agosto del 1997: in un tunnel parigino, il Pont de l'Alma, dopo un incidente disastroso, perde la vita Diana Spencer, ex moglie dell'allora principe del Galles Carlo, madre di due figli – William ed Harry - e acclamatissimo personaggio pubblico e reale. L'ex moglie dell'allora principe del Galles Carlo, madre di due figli – William ed Harry - e acclamatissimo personaggio pubblico e reale, muore all'ospedale Pitié-Salpêtrière dopo vari tentativi di salvarla.
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La principessa Lady Diana, morta il 31 agosto 1997 (Instagram)

Il fidanzato di Diana, Dodi Al Fayed, e l'autista Henri Paul muoiono sul colpo mentre la guardia del corpo Trevor Rees-Jones è l'unico a salvarsi ma ancora oggi non ricorda nulla dell'incidente. Una tragica fine su cui, a distanza di 27 anni, si susseguono ancora dubbi, domande, indiscrezioni, rivelazioni e speculazioni. Molte domande riguardano le condizioni meccaniche dell'auto e la presunta esistenza di una Fiat Uno bianca che l'avrebbe tamponata pochi secondi prima del dramma. Altri protagonisti di questo clamoroso incidente sono i paparazzi, accusati di aver causato la morte dell'amata principessa britannica. I paparazzi la rincorrevano a caccia di fotografie e dettagli sulla sua relazione con Dodi, resa pubblica solo 20 giorni prima, il 10 luglio 1997, quando la coppia fu immortalata mentre si trovava a Saint-Tropez, sul Jonikal, lo yacht di proprietà della famiglia Al-Fayed.
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La principessa Diana: 26 anni fa la sua tragica scomparsa

Diana Spencer, la principessa dei cuori della gente

La “principessa dei cuori della gente”, così si era autodefinita nella famosa intervista rilasciata alla Bbc nel 1995, all'epoca dello schianto fatale aveva solo 36 anni. Sognava una vita piena, come si legge in una lettera datata luglio 1996 inviata al presidente della “New Zealand Foundation for The Blind” che nei prossimi giorni andrà all'asta. E desiderava godersi quella libertà sudata dopo il divorzio dal principe Carlo, finalizzato nel 1996 dopo anni di patimenti, litigi, reciproche ripicche e tradimenti velenosi. Celebre la sua frase: “Se trovi qualcuno da amare nella tua vita, devi tenerlo stretto, devi custodirlo. E se sei tanto fortunato da trovare qualcuno che ti ama, allora tu devi proteggerlo”. E Lady Diana ha amato ed è stata amata tanto dal suo popolo e da persone in ogni angolo della Terra, ma anche tanto avversata. Al punto che, sulla sua scomparsa, aleggia sempre l'idea di un complotto ideato alle sue spalle dalla Famiglia Reale.

Morte di Lady D, il trauma di Harry

Il trauma per la perdita della madre ritorna nella vita di Harry all'interno del nuovo documentario choc uscito su Netflix, “Heart of Invictus”. All’epoca il principe ribelle aveva solo 12 anni.
Il duca di Sussex si è messo a nudo ancora una volta, dopo la controversa docuserie “Harry e Meghan” finita sulla piattaforma di streaming americana nei mesi scorsi. Una serie che aveva fatto molto discutere nel Regno Unito per le prese di distanza e le accuse più o meno esplicite rivolte da lui e dalla moglie Meghan alla famiglia reale britannica, in particolare sullo strappo con i Windsor del 2020 e il successivo trasferimento negli Usa. In “Heart of Invictus”, sempre realizzato dalla Archewell Productions dei Sussex e dedicato ai giochi riservati ai reduci e mutilati di guerra noti come “Invictus Games”, emergono i dettagli sui problemi psicologici patiti da Harry. Questi problemi emergono al ritorno dall'Afghanistan nel 2012, dopo la seconda e ultima missione al servizio delle forze armate di Sua Maestà, che aveva visto il suo impiego come pilota sugli elicotteri da guerra Apache. Un disagio psicologico non tanto da ricondurre a un caso di stress post-traumatico, tipico dei reduci, ma proprio a quel profondo turbamento interiore causato dalla morte della madre e mai affrontato. Questo anche per colpa della famiglia reale e del suo rigido approccio rispetto alle forme di disagio mentale caratterizzato dalla mancanza di comprensione ed empatia, come alcuni dei membri più indocili dei Windsor avevano denunciato in passato, compresa la principessa Diana e prima di lei la principessa Margaret. “Nessuno intorno a me poteva davvero aiutarmi”, rivela il principe in uno dei cinque episodi della docuserie. E ancora: “Non avevo quella struttura di supporto, quella rete o quel consiglio di esperti per identificare effettivamente cosa mi stesse succedendo”. Un riferimento sì indiretto ma chiaramente rivolto al contesto in cui viveva allora, e quindi al padre Carlo e alla corte in quanto istituzione, con tanto di dettagli sulle conseguenze del suo isolamento mentale. “Sfortunatamente, come la maggior parte di noi, la prima volta che consideri davvero la terapia è quando sei sdraiato sul pavimento in posizione fetale, probabilmente desiderando di aver affrontato alcune di queste cose in precedenza”, racconta il duca riferendosi alle esperienze simili, come i casi di ansia e gli attacchi di panico, vissute da molti militari tornati da un conflitto. Nel documentario si parla delle vicende di alcuni partecipanti agli Invictus Games, di cui Harry è patron nonché ospite d'onore della nuova edizione in programma in Germania dal 9 al 16 settembre. Secondo le indiscrezioni dei tabloid inglesi - per ora non confermate - il duca, atteso in visita a Londra il mese prossimo nel corso della sua trasferta europea, potrebbe vedere re Carlo da solo, senza Meghan ma anche senza il fratello ed erede al trono William con il quale i rapporti restano molto tesi.

The Crown 6 e la tragedia di Pont de l'Alma

La sesta e ultima stagione di “The Crown”, in arrivo su Netflix probabilmente entro la fine del 2023, partirà dalla morte della “Principessa del popolo”, come l'aveva ribattezzata Tony Blair.
 
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Nei primi episodi anche i piccoli e grandi cambiamenti che i Windsor hanno dovuto affrontare a seguito di quella perdita, dal discendente consenso popolare al bisogno di riprendere in mano la propria vita e di rincollare i cocci di un'identità frammentata. Ma la serie non mostrerà l'incidente automobilistico che è costato la vita della principessa. I produttori esecutivi di “The Crown”, Andy Harries e Suzanne Mackie, fanno sapere che la morte di Diana sarà raccontata “con estrema sensibilità e rispetto”.
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Carlo e Camilla (e la Regina Elisabetta II) il giorno delle nozze

Dal Festival della Tv di Edimburgo, i due fanno spiegano che la morte di Diana sarà comunque centrale per l'intero sviluppo del gran finale della serie. Dopo l’incidente, la storia televisiva racconterà l'incontro tra i due giovani William e Kate e il matrimonio tra l'attuale Re Carlo e Camilla Parker Bowles. Il tutto condito da una dedica alla Regina Elisabetta II, che ha smesso di regnare proprio mentre si svolgevano le ultime riprese.