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Home » Lifestyle » FormidAbili, un progetto di inclusione lavorativa che va a gonfie vele. La disabilità diventa possibilità

FormidAbili, un progetto di inclusione lavorativa che va a gonfie vele. La disabilità diventa possibilità

In un anno sono 300 le persone formate nei punti vendita della catena di grande distribuzione Leroy Merlin di tutta Italia, 11 i tirocini avviati, 7 le assunzioni. Ad essere coinvolti sono giovani con disabilità intellettiva

Caterina Ceccuti
4 Giugno 2022
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“FormidAbili”, un nome per un progetto che è tutto un programma. “Abili” sta per diversamente abili, che sarebbero le persone cui si rivolge. “Formi” può essere inteso come la possibilità di dare forma ad un’idea che per molti ha sempre rappresentato un grande sogno: quello della completa inclusività – nel mondo del lavoro e nel tessuto sociale – anche per le persone portatrici di handicap cognitivo. “FormidAbili”, nella sua interezza, è una parola che descrive alla perfezione il carattere e la determinazione non soltanto dei giovani coinvolti, ma anche dei fondatori del progetto e dei tutor che lo hanno reso possibile.

progetto FormidAbili
Il progetto FormidAbili punta all’inclusività lavorativa di persone con disabilità intellettive/cognitive e persone autistiche

Partiamo col dire che “FormidAbili” è un’iniziativa di inclusione lavorativa rivolta a persone autistiche o con disabilità intellettive/cognitive. Al centro c’è la realizzazione di percorsi per il loro inserimento in una situazione lavorativa definita “non protetta”, cioè al di fuori del proprio ambito familiare o associativo, com’è appunto la realtà di un grande negozio. L’obiettivo è favorire il più possibile lo sviluppo delle loro competenze da un lato e l’inclusione nel tessuto sociale dall’altro. Un obiettivo che permetterà a tante famiglie di risolvere l’annosa questione del “cosa sarà di mio figlio, una volta che avrà completato gli studi?”. C’è da sapere infatti che, benché la legge lo preveda, i percorsi di inclusione lavorativa per persone con disabilità fisiche o cognitive non sempre sono efficaci, o comunque sufficienti, e molte famiglie mostrano serie preoccupazioni per quanto riguarda il futuro e l’indipendenza (anche economica) dei propri figli.

Il progetto FormidAbili

progetto FormidAbili
Il progetto FormidAbili prevede il coinvolgimento di fino a 200 persone con disabilità dislocate nei 50 punti vendita Leroy Merlin

“FormidAbili” prevede l’inserimento lavorativo di un numero tra le 100 e le 200 persone, nei 50 punti vendita di tutta Italia, facendo leva sulla rete di negozi di una nota catena della grande distribuzione, la Leroy Marlin. Il punto di partenza è un tirocinio dai 3 ai 6 mesi, con la possibilità di essere assunti al termine, in cui le persone con disabilità cognitive sono affiancate costantemente da un tutor, il quale a sua volta riceve una formazione apposita dalla Fondazione Paideia. Benché il progetto sia nato nel 2020 e sia stato ostacolato in mille modi dalla pandemia, attualmente sono state avviate ben 11 assunzioni sul territorio nazionale.

“Il progetto FormidAbili è realizzato da (Ri)generiamo – spiega Luca Pereno, coordinatore per lo sviluppo sostenibile in Leroy Merlin Italia e cofondatore di (Ri)generiamo –, una società benefit nata dalla collaborazione tra l’Associazione Bricolage del Cuore, l’impresa sociale ConVoi Lavoro e la Cooperativa Liberitutti. La valutazione dell’impatto sociale è curata dall’Associazione ISNET e vede il coinvolgimento della rete di negozi Leroy Merlin per realizzare gli inserimenti lavorativi che, insieme ai tirocini, sono possibili grazie al supporto tecnico e professionale di Abile Job, agenzia di ricerca e selezione specializzata nel collocamento mirato”. Ma non basta, un grande progetto ha bisogno del coinvolgimento di parecchie competenze e professionalità per decollare e strutturarsi in maniera permanente, senza rischiare di estinguersi in breve tempo come purtroppo accade quando i passi sono più lunghi della gamba e i progetti, nel lungo termine, diventano insostenibili. Luigi De Rose, responsabile del negozio Leroy Marlin di Collegno (Piemonte), ci spiega le caratteristiche vincenti del progetto: “Prima di tutto l’obiettivo di FormidAbili non è stato quello di ‘fare a tutti i costi’ pur di mettersi in mostra, ma piuttosto quello di mettere un giovane diversamente abile in condizioni di giocare le sue carte e dare valore aggiunto alle mansioni quotidiane che in negozio comunque dobbiamo svolgere”.
Francesco, per esempio, è uno dei primi sette giovani che ha completato il tirocinio e ottenuto il contratto a termine per un anno nel negozio di Collegno, con la possibilità di essere poi assunto a tempo indeterminato. “Il nostro intento – continua De Rose – è quello di coinvolgerlo nel maggior numero di attività possibile, perché si senta parte del gruppo”.

progetto FormidAbili
Il progetto FormidAbili mira a un’inclusione lavorativa e nel tessuto sociale che permetta di valorizzare le competenze delle persone coinvolte anche in termini di autonomia

Il lavoro che svolge Francesco è “su misura”?

“Assolutamente no, è perfettamente nella norma. Appartiene ai mondi tecnici del negozio, un collaboratore come qualsiasi altro, integrato nella squadra e coinvolto in tutto alla pari degli altri”.

Cosa significa, per una realtà della grande distribuzione come la vostra, prendere parte ad un progetto simile?

“Tutto nasce a livello legislativo, perché come esercizio commerciale abbiamo degli obblighi verso il Centro dell’impiego, che riguardano la quota di lavoro dedicato alle fasce protette. ‘FormidAbili’ è un progetto che permette di unire l’utile al dilettevole, cogliendo la possibilità di scegliere la persona da inserire nell’organico, piuttosto che ricevere passivamente qualcuno che viene segnalato dal Centro dell’impiego e che, magari, non ha piacere a svolgere questo tipo di lavoro. Il progetto ci ha permesso di fare dei veri e propri colloqui con i candidati, nei quali i ragazzi ci hanno spiegato le proprie attitudini ed esperienze personali (non necessariamente di tipo professionale), e noi da parte nostra abbiamo potuto presentare le attività del negozio”.

progetto FormidAbili
Francesco è tra le 11 persone assunte da Leroy Merlin grazie al progetto FormidAbili

Come è avvenuto inizialmente l’inserimento nel lavoro?

“È stato graduale. Per esempio abbiamo cominciato con l’avvicinare Francesco alle casse automatiche e ai banchi, per capire quale ambito gli piacesse e quali fossero le sue personali attitudini, in base comunque alle esigenze del negozio. Francesco è stato una piacevole scoperta, un inserimento facile. L’unica difficoltà l’ha incontrata inizialmente nella gestione delle molte informazioni che nel nostro lavoro riceviamo continuamente sulle cose da fare”.

Qual è il vostro obiettivo con i ragazzi che aderiscono al progetto?

“Prima di tutto metterli nelle condizioni di giocare le proprie carte. Offriamo loro un tirocinio, poi un contratto a tempo determinato -così come facciamo con tutti-, infine l’indeterminato, al momento che il ragazzo ha dimostrato le proprie competenze. La finalità è comunque assuntiva, e il percorso è identico a quello che normalmente portiamo avanti per qualsiasi collaboratore. Francesco attualmente sta costruendo la sua professionalità e il suo posto nella squadra, ed è a tutti gli effetti uno di noi”.

I clienti come si comportano con Francesco?

“Per evitare situazioni spiacevoli, a tutti i dipendenti alle prime armi diamo sia la divisa che una pettorina gialla da indossare sopra, che significa ‘esperienza ancora limitata’. Con Francesco non abbiamo agito diversamente, perché per lui come per chiunque altro l’inserimento deve essere graduale. Mentre a lui deve essere garantito il tempo di imparare, il cliente deve a sua volta poter identificare il personale più esperto rispetto a quello con minor esperienza. Nel momento in cui si sente a suo agio con il cliente, il collaboratore può togliersi la pettorina. Anche per Francesco è andata così, quando si è sentito pronto se l’è tolta. L’importante è non andare nel panico, quando non si sa qualcosa basta accompagnare il cliente da un collega. Oggi Francesco è autonomo e sicuro. Ha il telefono aziendale con tutte le applicazioni che gli permettono di verificare i codici, gestire prezzi ecc”.

progetto FormidAbili Francesco assunzione
Francesco al momento della firma del contratto per l’assunzione da Leroy Merlin

La questione della reazione dei clienti aveva preoccupato anche il cofondatore di (Ri)generaiamo, Luca Pereno. “Inizialmente la temevano, ma devo dire che fino ad ora non si è mai verificato alcun caso di violenza verbale né alcuna lamentela, piuttosto molti riconoscimenti. La gente sembra  maturata”.

Forse si sta diffondendo la cultura del solidale?

“Credo si stia diffondendo la cultura delle diversità, delle unicità. E valorizzare le unicità individuali non può che creare valore aggiunto a tutti noi, come azienda e come esseri umani”.

Come nasce questo suo importante impegno nel sociale, che la vede anche alla presidenza dell’Associazione Bricolage del Cuore?

“I miei genitori mi hanno avvicinato sin da piccolo al mondo del volontariato. Mia madre era una volontaria del cosiddetto Cottolengo di Torino e mi portava spesso con sé. Non è mai stata una forzatura, caso mai qualcosa di assolutamente naturale per me”.

Quali sono secondo lei le carte vincenti del progetto FormidAbili?

“Il percorso formativo e la creazione della figura di un tutor, cosa questa che ha sicuramente accresciuto anche l’orgoglio dell’intero reparto, che sente di partecipare attivamente alla concretizzazione del progetto vivendone con emozione le varie fasi. FormidAbili ‘rompe le barriere’ a tutti i livelli, nonostante sia stato lanciato in un momento difficile come la fine del primo lockdown. Questa iniziativa ci ha permesso di accogliere chi ha bisogno all’interno dell’azienda, aprendone le porte come si fosse trattato della nostra casa”.

Luce! ha avuto anche il piacere di parlare direttamente con Francesco, che ci ha raccontato la sua esperienza professionale ma anche i suoi sogni per il futuro.

Francesco, questa è la tua prima esperienza lavorativa?

“No. Prima di lavorare qui avevo fatto due esperienze di lavoro. La prima in un’associazione in cui ero una specie di educatore di ragazzi con autismo. La seconda come magazziniere per una catena di grande distribuzione. Ma non mi ero trovato bene come mi trovo bene qui”.

Cosa fa la differenza nel negozio dove lavori ora, rispetto alle esperienze passate?

“L’ambiente, perché mi permette di crescere, sia in autonomia che nel gruppo. Dopo questi due anni di pandemia, avere un confronto con le persone e il contatto con il pubblico è importante per me. Anche i colleghi sono simpatici, divertenti e soprattutto pazienti. Mi aiutano molto se sono in difficoltà. Sono con loro da un anno ma alcune cose ancora non le so e loro, quando vengono ad aiutare i clienti, aiutano anche me”.

Ti piacerebbe essere assunto definitivamente in questo negozio?

“Sì. Però nel mio futuro vorrei realizzare anche il sogno di diventare attore e doppiatore e sto studiando per farlo. In effetti questa passione posso usarla anche qui a lavoro, se ci sono promozioni o ricorrenze. Per esempio lo scorso 25 luglio è stato l’anniversario dei 25 anni di Leroy Marlin, e nel gruppo whatsapp di lavoro ho mandato un doppiaggio fatto da me, con i personaggi del Re Leone che facevano gli auguri al negozio. Insomma, sono felice quando posso unire il lavoro alle mie passioni”.

progetto FormidAbili Francesco contratto
Francesco mostra orgoglioso il contratto di assunzione circondato dai colleghi

A Flavio Passamai, che è stato il tutor di Francesco nel negozio di Collegno, abbiamo chiesto se per poterlo accogliere in squadra abbia dovuto ricevere una qualche formazione. “Insieme ad altri tutor ho seguito una mezza giornata di corso condotto dai referenti della Fondazione Paideia, che ci hanno dato indicazioni di base su come gestire alcune situazioni specifiche che avrebbero potuto presentarsi. È stata un’interessante infarinatura di base, ma la parte più importante l’ho imparata con Francesco”.

Ha mai avuto paura nella sua mission?

“No, anche perché con Francesco è stato facile, abbiamo trovato subito un buon feeling. Con le dovute cautele, ho iniziato a presentargli alcune abitudini lavorative da mettere in pratica nel quotidiano, di modo che prendesse confidenza. Ormai il suo livello è più che buono, posso contare su di lui per i compiti che sa svolgere, gli delego certe competenze che lui ormai esegue con accuratezza ed è a tutti gli effetti di supporto per la squadra”.

Una giornata tipo di Francesco in negozio?

“La sua giornata lavorativa dura 4 ore, dalle 9 alle 13. Avendo un suo lineare di competenza, ossia una parte di scaffalatura del negozio cui dedicare le proprie attenzioni, quando arriva va davanti alla sua parte di banco e verifica che sia tutto a posto: se mancano dei prodotti esposti provvede al riallestimento, se le etichette non sono in ordine provvede a cambiarle ecc. Ma fa anche attività diverse. In questo momento, per esempio, è molto impegnato nella sostituzione delle etichette dei vari banchi perché, ahimè, le variazioni di prezzo sono all’ordine del giorno e ciascun banco deve essere aggiornato. Lui è perfettamente in grado di svolgere il lavoro in autonomia. Possono inoltre esserci delle priorità, come la preparazione di un volantino o l’allestimento di una zona, in questo caso Francesco supporta un altro collaboratore”.

Cosa le ha insegnato lavorare a stretto contatto con Francesco?

“Beh, io mi trovo a gestire una squadra di 20 persone, e talvolta mi dimentico che ogni singolo collaboratore ha bisogno delle sue attenzioni. Cose come questa, nella routine lavorativa di ogni giorno, vengono date per scontate ma invece sono di grande importanza. Francesco mi ha aiutato a risvegliare queste emozioni sopite, a riportare al centro delle mie attività quotidiane le persone che fanno parte del mio gruppo. In generale, tutta la squadra si è riappropriata di attenzioni reciproche, non solo verso Francesco, ma gli uni verso gli altri, e siamo diventati più collaborativi”.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
“FormidAbili”, un nome per un progetto che è tutto un programma. “Abili” sta per diversamente abili, che sarebbero le persone cui si rivolge. “Formi” può essere inteso come la possibilità di dare forma ad un'idea che per molti ha sempre rappresentato un grande sogno: quello della completa inclusività – nel mondo del lavoro e nel tessuto sociale – anche per le persone portatrici di handicap cognitivo. “FormidAbili”, nella sua interezza, è una parola che descrive alla perfezione il carattere e la determinazione non soltanto dei giovani coinvolti, ma anche dei fondatori del progetto e dei tutor che lo hanno reso possibile.
progetto FormidAbili
Il progetto FormidAbili punta all'inclusività lavorativa di persone con disabilità intellettive/cognitive e persone autistiche
Partiamo col dire che “FormidAbili” è un'iniziativa di inclusione lavorativa rivolta a persone autistiche o con disabilità intellettive/cognitive. Al centro c’è la realizzazione di percorsi per il loro inserimento in una situazione lavorativa definita “non protetta”, cioè al di fuori del proprio ambito familiare o associativo, com'è appunto la realtà di un grande negozio. L’obiettivo è favorire il più possibile lo sviluppo delle loro competenze da un lato e l’inclusione nel tessuto sociale dall’altro. Un obiettivo che permetterà a tante famiglie di risolvere l'annosa questione del “cosa sarà di mio figlio, una volta che avrà completato gli studi?”. C'è da sapere infatti che, benché la legge lo preveda, i percorsi di inclusione lavorativa per persone con disabilità fisiche o cognitive non sempre sono efficaci, o comunque sufficienti, e molte famiglie mostrano serie preoccupazioni per quanto riguarda il futuro e l'indipendenza (anche economica) dei propri figli.

Il progetto FormidAbili

progetto FormidAbili
Il progetto FormidAbili prevede il coinvolgimento di fino a 200 persone con disabilità dislocate nei 50 punti vendita Leroy Merlin
“FormidAbili” prevede l’inserimento lavorativo di un numero tra le 100 e le 200 persone, nei 50 punti vendita di tutta Italia, facendo leva sulla rete di negozi di una nota catena della grande distribuzione, la Leroy Marlin. Il punto di partenza è un tirocinio dai 3 ai 6 mesi, con la possibilità di essere assunti al termine, in cui le persone con disabilità cognitive sono affiancate costantemente da un tutor, il quale a sua volta riceve una formazione apposita dalla Fondazione Paideia. Benché il progetto sia nato nel 2020 e sia stato ostacolato in mille modi dalla pandemia, attualmente sono state avviate ben 11 assunzioni sul territorio nazionale. “Il progetto FormidAbili è realizzato da (Ri)generiamo – spiega Luca Pereno, coordinatore per lo sviluppo sostenibile in Leroy Merlin Italia e cofondatore di (Ri)generiamo –, una società benefit nata dalla collaborazione tra l’Associazione Bricolage del Cuore, l’impresa sociale ConVoi Lavoro e la Cooperativa Liberitutti. La valutazione dell'impatto sociale è curata dall’Associazione ISNET e vede il coinvolgimento della rete di negozi Leroy Merlin per realizzare gli inserimenti lavorativi che, insieme ai tirocini, sono possibili grazie al supporto tecnico e professionale di Abile Job, agenzia di ricerca e selezione specializzata nel collocamento mirato”. Ma non basta, un grande progetto ha bisogno del coinvolgimento di parecchie competenze e professionalità per decollare e strutturarsi in maniera permanente, senza rischiare di estinguersi in breve tempo come purtroppo accade quando i passi sono più lunghi della gamba e i progetti, nel lungo termine, diventano insostenibili. Luigi De Rose, responsabile del negozio Leroy Marlin di Collegno (Piemonte), ci spiega le caratteristiche vincenti del progetto: “Prima di tutto l'obiettivo di FormidAbili non è stato quello di 'fare a tutti i costi' pur di mettersi in mostra, ma piuttosto quello di mettere un giovane diversamente abile in condizioni di giocare le sue carte e dare valore aggiunto alle mansioni quotidiane che in negozio comunque dobbiamo svolgere”. Francesco, per esempio, è uno dei primi sette giovani che ha completato il tirocinio e ottenuto il contratto a termine per un anno nel negozio di Collegno, con la possibilità di essere poi assunto a tempo indeterminato. “Il nostro intento – continua De Rose – è quello di coinvolgerlo nel maggior numero di attività possibile, perché si senta parte del gruppo”.
progetto FormidAbili
Il progetto FormidAbili mira a un'inclusione lavorativa e nel tessuto sociale che permetta di valorizzare le competenze delle persone coinvolte anche in termini di autonomia
Il lavoro che svolge Francesco è “su misura”? “Assolutamente no, è perfettamente nella norma. Appartiene ai mondi tecnici del negozio, un collaboratore come qualsiasi altro, integrato nella squadra e coinvolto in tutto alla pari degli altri”. Cosa significa, per una realtà della grande distribuzione come la vostra, prendere parte ad un progetto simile? “Tutto nasce a livello legislativo, perché come esercizio commerciale abbiamo degli obblighi verso il Centro dell'impiego, che riguardano la quota di lavoro dedicato alle fasce protette. 'FormidAbili' è un progetto che permette di unire l'utile al dilettevole, cogliendo la possibilità di scegliere la persona da inserire nell'organico, piuttosto che ricevere passivamente qualcuno che viene segnalato dal Centro dell'impiego e che, magari, non ha piacere a svolgere questo tipo di lavoro. Il progetto ci ha permesso di fare dei veri e propri colloqui con i candidati, nei quali i ragazzi ci hanno spiegato le proprie attitudini ed esperienze personali (non necessariamente di tipo professionale), e noi da parte nostra abbiamo potuto presentare le attività del negozio”.
progetto FormidAbili
Francesco è tra le 11 persone assunte da Leroy Merlin grazie al progetto FormidAbili
Come è avvenuto inizialmente l'inserimento nel lavoro? “È stato graduale. Per esempio abbiamo cominciato con l'avvicinare Francesco alle casse automatiche e ai banchi, per capire quale ambito gli piacesse e quali fossero le sue personali attitudini, in base comunque alle esigenze del negozio. Francesco è stato una piacevole scoperta, un inserimento facile. L'unica difficoltà l'ha incontrata inizialmente nella gestione delle molte informazioni che nel nostro lavoro riceviamo continuamente sulle cose da fare”. Qual è il vostro obiettivo con i ragazzi che aderiscono al progetto? “Prima di tutto metterli nelle condizioni di giocare le proprie carte. Offriamo loro un tirocinio, poi un contratto a tempo determinato -così come facciamo con tutti-, infine l'indeterminato, al momento che il ragazzo ha dimostrato le proprie competenze. La finalità è comunque assuntiva, e il percorso è identico a quello che normalmente portiamo avanti per qualsiasi collaboratore. Francesco attualmente sta costruendo la sua professionalità e il suo posto nella squadra, ed è a tutti gli effetti uno di noi”. I clienti come si comportano con Francesco? “Per evitare situazioni spiacevoli, a tutti i dipendenti alle prime armi diamo sia la divisa che una pettorina gialla da indossare sopra, che significa 'esperienza ancora limitata'. Con Francesco non abbiamo agito diversamente, perché per lui come per chiunque altro l'inserimento deve essere graduale. Mentre a lui deve essere garantito il tempo di imparare, il cliente deve a sua volta poter identificare il personale più esperto rispetto a quello con minor esperienza. Nel momento in cui si sente a suo agio con il cliente, il collaboratore può togliersi la pettorina. Anche per Francesco è andata così, quando si è sentito pronto se l'è tolta. L'importante è non andare nel panico, quando non si sa qualcosa basta accompagnare il cliente da un collega. Oggi Francesco è autonomo e sicuro. Ha il telefono aziendale con tutte le applicazioni che gli permettono di verificare i codici, gestire prezzi ecc”.
progetto FormidAbili Francesco assunzione
Francesco al momento della firma del contratto per l'assunzione da Leroy Merlin
La questione della reazione dei clienti aveva preoccupato anche il cofondatore di (Ri)generaiamo, Luca Pereno. “Inizialmente la temevano, ma devo dire che fino ad ora non si è mai verificato alcun caso di violenza verbale né alcuna lamentela, piuttosto molti riconoscimenti. La gente sembra  maturata”. Forse si sta diffondendo la cultura del solidale? “Credo si stia diffondendo la cultura delle diversità, delle unicità. E valorizzare le unicità individuali non può che creare valore aggiunto a tutti noi, come azienda e come esseri umani”. Come nasce questo suo importante impegno nel sociale, che la vede anche alla presidenza dell'Associazione Bricolage del Cuore? “I miei genitori mi hanno avvicinato sin da piccolo al mondo del volontariato. Mia madre era una volontaria del cosiddetto Cottolengo di Torino e mi portava spesso con sé. Non è mai stata una forzatura, caso mai qualcosa di assolutamente naturale per me”. Quali sono secondo lei le carte vincenti del progetto FormidAbili? “Il percorso formativo e la creazione della figura di un tutor, cosa questa che ha sicuramente accresciuto anche l'orgoglio dell'intero reparto, che sente di partecipare attivamente alla concretizzazione del progetto vivendone con emozione le varie fasi. FormidAbili 'rompe le barriere' a tutti i livelli, nonostante sia stato lanciato in un momento difficile come la fine del primo lockdown. Questa iniziativa ci ha permesso di accogliere chi ha bisogno all'interno dell'azienda, aprendone le porte come si fosse trattato della nostra casa”. Luce! ha avuto anche il piacere di parlare direttamente con Francesco, che ci ha raccontato la sua esperienza professionale ma anche i suoi sogni per il futuro. Francesco, questa è la tua prima esperienza lavorativa? “No. Prima di lavorare qui avevo fatto due esperienze di lavoro. La prima in un'associazione in cui ero una specie di educatore di ragazzi con autismo. La seconda come magazziniere per una catena di grande distribuzione. Ma non mi ero trovato bene come mi trovo bene qui”. Cosa fa la differenza nel negozio dove lavori ora, rispetto alle esperienze passate? “L'ambiente, perché mi permette di crescere, sia in autonomia che nel gruppo. Dopo questi due anni di pandemia, avere un confronto con le persone e il contatto con il pubblico è importante per me. Anche i colleghi sono simpatici, divertenti e soprattutto pazienti. Mi aiutano molto se sono in difficoltà. Sono con loro da un anno ma alcune cose ancora non le so e loro, quando vengono ad aiutare i clienti, aiutano anche me”. Ti piacerebbe essere assunto definitivamente in questo negozio? “Sì. Però nel mio futuro vorrei realizzare anche il sogno di diventare attore e doppiatore e sto studiando per farlo. In effetti questa passione posso usarla anche qui a lavoro, se ci sono promozioni o ricorrenze. Per esempio lo scorso 25 luglio è stato l'anniversario dei 25 anni di Leroy Marlin, e nel gruppo whatsapp di lavoro ho mandato un doppiaggio fatto da me, con i personaggi del Re Leone che facevano gli auguri al negozio. Insomma, sono felice quando posso unire il lavoro alle mie passioni”.
progetto FormidAbili Francesco contratto
Francesco mostra orgoglioso il contratto di assunzione circondato dai colleghi
A Flavio Passamai, che è stato il tutor di Francesco nel negozio di Collegno, abbiamo chiesto se per poterlo accogliere in squadra abbia dovuto ricevere una qualche formazione. “Insieme ad altri tutor ho seguito una mezza giornata di corso condotto dai referenti della Fondazione Paideia, che ci hanno dato indicazioni di base su come gestire alcune situazioni specifiche che avrebbero potuto presentarsi. È stata un'interessante infarinatura di base, ma la parte più importante l'ho imparata con Francesco”. Ha mai avuto paura nella sua mission? “No, anche perché con Francesco è stato facile, abbiamo trovato subito un buon feeling. Con le dovute cautele, ho iniziato a presentargli alcune abitudini lavorative da mettere in pratica nel quotidiano, di modo che prendesse confidenza. Ormai il suo livello è più che buono, posso contare su di lui per i compiti che sa svolgere, gli delego certe competenze che lui ormai esegue con accuratezza ed è a tutti gli effetti di supporto per la squadra”. Una giornata tipo di Francesco in negozio? “La sua giornata lavorativa dura 4 ore, dalle 9 alle 13. Avendo un suo lineare di competenza, ossia una parte di scaffalatura del negozio cui dedicare le proprie attenzioni, quando arriva va davanti alla sua parte di banco e verifica che sia tutto a posto: se mancano dei prodotti esposti provvede al riallestimento, se le etichette non sono in ordine provvede a cambiarle ecc. Ma fa anche attività diverse. In questo momento, per esempio, è molto impegnato nella sostituzione delle etichette dei vari banchi perché, ahimè, le variazioni di prezzo sono all'ordine del giorno e ciascun banco deve essere aggiornato. Lui è perfettamente in grado di svolgere il lavoro in autonomia. Possono inoltre esserci delle priorità, come la preparazione di un volantino o l'allestimento di una zona, in questo caso Francesco supporta un altro collaboratore”. Cosa le ha insegnato lavorare a stretto contatto con Francesco? “Beh, io mi trovo a gestire una squadra di 20 persone, e talvolta mi dimentico che ogni singolo collaboratore ha bisogno delle sue attenzioni. Cose come questa, nella routine lavorativa di ogni giorno, vengono date per scontate ma invece sono di grande importanza. Francesco mi ha aiutato a risvegliare queste emozioni sopite, a riportare al centro delle mie attività quotidiane le persone che fanno parte del mio gruppo. In generale, tutta la squadra si è riappropriata di attenzioni reciproche, non solo verso Francesco, ma gli uni verso gli altri, e siamo diventati più collaborativi”.
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