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Home » Lifestyle » Un bacio: fa bene all’anima ma anche al corpo. La storia di un gesto amata da tuttə

Un bacio: fa bene all’anima ma anche al corpo. La storia di un gesto amata da tuttə

La Giornata internazionale del bacio, gesto tanto amato da avere addirittura due ricorrenze annuali, celebra il simbolo per eccellenza dell'amore universale, che non conosce distinzioni o confini

Marianna Grazi
6 Luglio 2022
Giornata mondiale del bacio

Oggi 6 luglio 2022 si festeggia in tutto il mondo, la Giornata Mondiale del Bacio

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Passionale, erotico, casto, ‘alla francese’ o appena sfiorato. Ma anche provocatorio e proibito. Il poeta francese Paul Verlaine lo definiva “Primula nel giardino delle carezze”: il bacio è il gesto che, insieme all’abbraccio, genera maggiore connessione tra due persone e a cui è dedicata, il 6 luglio, la Giornata internazionale del bacio. Anzi, questa celebrazione ha addirittura due date, una delle quali è il 13 aprile. Un gesto universale, per tutt*, che non conosce distinzione di genere o orientamento sessuale, che travalica i confini del tempo e dello spazio, celebrato nelle arti come nella scienza. È sì, perché oltre ad essere amato da donne, uomini e persone di qualsiasi espressione, fa bene all’anima ma anche al corpo.

I benefici del bacio: migliora l’autostima e abbassa lo stress

Sono tanti i benefici del bacio secondo la scienza, alcuni sono elencati dal portale Healthline. Innanzitutto, baciare fa sì che cervello rilasci un cocktail di sostanze chimiche che ci fanno sentire bene, accendendo i centri del piacere cerebrale. Il mix di ossitocina, dopamina e serotonina, scatenato mentre si bacia una persona, ci fa sentire felici e incoraggiare sentimenti di affetto e legame. E ancora, abbassa i livelli dell’ormone dello stress e migliora l’autostima, secondo uno studio pubblicato nel 2016 sul Journal of Behavioral Medicine. Questo gesto così intimo e piacevole porta con sé una dilatazione dei vasi sanguigni e un aumento del flusso sanguigno, che può alleviare perfino i crampi mestruali, ed è anche di aiuto per la stessa ragione contro il mal di testa.

La scienza conferma che baciarsi porta grandi benefici alla salute fisica e mentale

Scambiarsi un bacio, inoltre, può rafforzare il sistema immunitario. Vi è poi un’altra ragione per non stancarsi mai dei baci: uno dopo l’altro fanno ringiovanire il viso. L’atto del bacio può infatti coinvolgere da 2 a 34 muscoli facciali ed aumenta la produzione di collagene, che farà sembrare la vostra pelle più bella e più soda. Insomma baciarsi è un atto d’amore, per gli/le altr* ma anche per se stess*. Ma tra i benefici ce n’è un ultimo che non va dimenticato: è un alleato fondamentale nel combattere lo stigma contro le malattie. Se ci pensiamo, quanto ci sono mancate le effusioni durante la fase più acuta della pandemia, quando gli innamorati lontani potevano solo affidarsi al ricordo di quei dolci momenti… Ma basta riavvolgere il nastro della memoria di qualche anno, diciamo una trentina e per chi c’era ma anche per chi lo ha scoperto dopo, ecco apparire nella mente l’immagine di un medico che bacia la sua paziente: lui era l’immunologo Fernando Aiuti, il cui volto nel 1991 fece il giro del mondo, associato allo scandalo di aver appunto baciato Rosaria Iardino, attivista con l’Hiv.

Aiuti-Iardino
Nel 1991 l’immunologo Fernando aiuti baciò l’attivista positiva all’HIV Rosaria Iardino

La storia di un gesto terapeutico nella letteratura e nell’arte…

Tra i baci più famosi della storia dell’umanità è certamente quello di Giuda a Gesù. Un bacio di tradimento. Ma la Giornata Mondiale del Bacio, che si festeggia oggi (ma anche il 13 aprile, perché two is meglio che one, no?) non vuole celebrare certamente il pesante significato che questo gesto si porta addosso, ma quello più semplice e romantico che ricorda la passione, l’amore, l’amicizia e l’affetto. Un’azione così semplice, spontanea, che è anche un gesto terapeutico, celebrato da sempre nell’arte, nella letteratura, nella musica, nel cinema e nella danza. La prima testimonianza letteraria del bacio si trova in un testo vedico indiano del XVI secolo a.C., ma anche nella Bibbia si trovano parecchi baci e nel Cantico dei Cantici ne viene descritto uno appassionato le cui “tenerezze sono migliori del vino”. Per gli antichi greci invece il bacio aveva più una valenza di saluto che erotico-passionale, mentre per i romani le cose cambiano e due poeti come Ovidio e Catullo raccontano di baci appassionati tra amanti. Con l’arrivo del cristianesimo il bacio diventa “santo” e, ovviamente, casto.

Bacio di Giuda
“Bacio di Giuda” del Beato angelico

Ma il bacio più celebre della letteratura è forse quello tra Paolo e Francesca raccontato da Dante nel V canto dell’Inferno. Facendo un salto in avanti di qualche secolo come non ricordare quello shakespearinao fra Romeo e Giulietta, quando lui prima di baciarla le dice: “E allora non ti muovere fin ch’io raccolga dalle labbra tue l’accoglimento della mia preghiera”. E ancora ‘Anna Karenina’ di Tolstoj dove Lenin bacia “con cautela le labbra sorridenti” di Kitty. Senza cautela è invece il bacio che il pittore italiano Francesco Hayez dipinge nel celebre quadro del 1859 custodito alla Pinacoteca di Brera: i due giovani innamorati sono collocati in un contesto medievale e si baciano con grande passionalità. Altrettanto passionale sarà ‘Il bacio’ di Gustav Klimt, realizzato tra il 1907 e il 1908 e custodito nella Österreichische Galerie Belvedere di Vienna, dove due innamorati, avvolti in lunghe tuniche mosaicate, sono avvinghiati e si baciano intensamente, stagliandosi su uno sfondo d’oro.

“Il bacio” di Gustav Klimt

…ma anche nella musica

Il bacio è sempre stato protagonista indiscusso della musica, sia quella leggera, sia quella colta. Assente nel melodramma italiano fino a Verdi, è “un
bacio ancora” che Otello implora a Desdemona dopo averla strangolata nell’opera del celebre compositore italiano risorgimentale. E i baci passionali tra Tristano e Isotta nell’omonima opera di Wagner, o quelli disperatamente evocati da Cavaradossi (“o dolci baci e languide carezze”) nella ‘Tosca’ di Puccini, fino al bacio necrofilo di Salome alla testa mozzata del Battista nella ‘Salome’ di Strauss. Quanto alla canzone, il repertorio ‘bacistico‘ è assai vasto, tanto da spingere il compianto Ranieri Polese, critico e giornalista, a scrivere un libro dal titolo eloquente ‘Per un bacio d’amor. I baci nella canzone italiana‘. Un viaggio attraverso i baci peccaminosi raccontati nelle canzoni dei café chantant, del varietà e dei tabarin, passando per gli anni Trenta, quando la censura vieta baci e amplessi a favore di desideri piccolo-borghesi come una casetta, mille lire al mese e matrimoni felici. I baci tornano nelle canzoni degli anni ’50 e ’60, trasformandosi lentamente e in maniera sempre più esplicita in veri e propri atti sessuali che ormai fanno ridere anche le educande. Oggi si farebbe prima a contare i brani che non ne fanno menzione, o quegli artisti che non ne hanno dato prova, magari provocatoriamente o maliziosamente, come quello tra Damiano e Thomas dei Maneskin, o quello tra Achille Lauro e Boss Doms: inni di libertà, di rivolta, verso chi considera l’amore ancora qualcosa da poter ingabbiare nello schema dell’eteronormatività.

bacio maneskin
Il bacio per i diritti tra Thomas e Damiano dei Maneskin

Nella settima arte baci per tutti i gusti

Se pochi hanno dei dubbi nel ritenere che il bacio più romantico del cinema è quello tra Vivien Leigh nelle vesti di Rossella O’Hara e l’intramontabile Clark Gable nel ruolo di Rhett Butler in ‘Via Col Vento‘ (1939), mentre il bacio più lungo della storia della settima arte, fino a qualche anno fa, era quello tra Ingrid Bergman e Cary Grant in ‘Notorious – L’amante perduta’, un film del 1946 diretto da Alfred Hitchcock: ben tre minuti. Nel 2010 però è stato superato da quello saffico che si scambiano Necar Zadegan e Traci Dinwiddie, le protagoniste del film ‘Elena Undone‘, che dura 3 minuti e 24 secondi. Un bel salto in avanti insomma, in termini di apertura: se è infatti impossibile dimenticare la scena dei baci tagliati di ‘Nuovo Cinema Paradiso’, di Giuseppe Tornatore, in cui il protagonista Totò, ormai adulto, visiona una bobina che gli ha lasciato l’amico Alfredo come ultimo dono, contenente le scene tagliate dei più celebri baci cinematografici, oggi perfino i cartoni animati – ne è un esempio lampante il film Disney “Lightyear“, finito nel mirino della censura omofoba nei Paesi Arabi – non lesinano dal far vedere baci per tutti i gusti con personaggi di fantasia che ben incarnano la varietà multiforme della società odierna.

Il bacio più lungo nella storia del cinema è quello saffico in “Elena Undone”

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Passionale, erotico, casto, 'alla francese' o appena sfiorato. Ma anche provocatorio e proibito. Il poeta francese Paul Verlaine lo definiva "Primula nel giardino delle carezze": il bacio è il gesto che, insieme all'abbraccio, genera maggiore connessione tra due persone e a cui è dedicata, il 6 luglio, la Giornata internazionale del bacio. Anzi, questa celebrazione ha addirittura due date, una delle quali è il 13 aprile. Un gesto universale, per tutt*, che non conosce distinzione di genere o orientamento sessuale, che travalica i confini del tempo e dello spazio, celebrato nelle arti come nella scienza. È sì, perché oltre ad essere amato da donne, uomini e persone di qualsiasi espressione, fa bene all'anima ma anche al corpo.

I benefici del bacio: migliora l'autostima e abbassa lo stress

Sono tanti i benefici del bacio secondo la scienza, alcuni sono elencati dal portale Healthline. Innanzitutto, baciare fa sì che cervello rilasci un cocktail di sostanze chimiche che ci fanno sentire bene, accendendo i centri del piacere cerebrale. Il mix di ossitocina, dopamina e serotonina, scatenato mentre si bacia una persona, ci fa sentire felici e incoraggiare sentimenti di affetto e legame. E ancora, abbassa i livelli dell'ormone dello stress e migliora l'autostima, secondo uno studio pubblicato nel 2016 sul Journal of Behavioral Medicine. Questo gesto così intimo e piacevole porta con sé una dilatazione dei vasi sanguigni e un aumento del flusso sanguigno, che può alleviare perfino i crampi mestruali, ed è anche di aiuto per la stessa ragione contro il mal di testa.
La scienza conferma che baciarsi porta grandi benefici alla salute fisica e mentale
Scambiarsi un bacio, inoltre, può rafforzare il sistema immunitario. Vi è poi un'altra ragione per non stancarsi mai dei baci: uno dopo l'altro fanno ringiovanire il viso. L'atto del bacio può infatti coinvolgere da 2 a 34 muscoli facciali ed aumenta la produzione di collagene, che farà sembrare la vostra pelle più bella e più soda. Insomma baciarsi è un atto d'amore, per gli/le altr* ma anche per se stess*. Ma tra i benefici ce n'è un ultimo che non va dimenticato: è un alleato fondamentale nel combattere lo stigma contro le malattie. Se ci pensiamo, quanto ci sono mancate le effusioni durante la fase più acuta della pandemia, quando gli innamorati lontani potevano solo affidarsi al ricordo di quei dolci momenti... Ma basta riavvolgere il nastro della memoria di qualche anno, diciamo una trentina e per chi c'era ma anche per chi lo ha scoperto dopo, ecco apparire nella mente l'immagine di un medico che bacia la sua paziente: lui era l'immunologo Fernando Aiuti, il cui volto nel 1991 fece il giro del mondo, associato allo scandalo di aver appunto baciato Rosaria Iardino, attivista con l'Hiv.
Aiuti-Iardino
Nel 1991 l'immunologo Fernando aiuti baciò l'attivista positiva all'HIV Rosaria Iardino

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Tra i baci più famosi della storia dell'umanità è certamente quello di Giuda a Gesù. Un bacio di tradimento. Ma la Giornata Mondiale del Bacio, che si festeggia oggi (ma anche il 13 aprile, perché two is meglio che one, no?) non vuole celebrare certamente il pesante significato che questo gesto si porta addosso, ma quello più semplice e romantico che ricorda la passione, l'amore, l'amicizia e l'affetto. Un'azione così semplice, spontanea, che è anche un gesto terapeutico, celebrato da sempre nell'arte, nella letteratura, nella musica, nel cinema e nella danza. La prima testimonianza letteraria del bacio si trova in un testo vedico indiano del XVI secolo a.C., ma anche nella Bibbia si trovano parecchi baci e nel Cantico dei Cantici ne viene descritto uno appassionato le cui "tenerezze sono migliori del vino". Per gli antichi greci invece il bacio aveva più una valenza di saluto che erotico-passionale, mentre per i romani le cose cambiano e due poeti come Ovidio e Catullo raccontano di baci appassionati tra amanti. Con l'arrivo del cristianesimo il bacio diventa "santo" e, ovviamente, casto.
Bacio di Giuda
"Bacio di Giuda" del Beato angelico
Ma il bacio più celebre della letteratura è forse quello tra Paolo e Francesca raccontato da Dante nel V canto dell'Inferno. Facendo un salto in avanti di qualche secolo come non ricordare quello shakespearinao fra Romeo e Giulietta, quando lui prima di baciarla le dice: "E allora non ti muovere fin ch'io raccolga dalle labbra tue l'accoglimento della mia preghiera". E ancora 'Anna Karenina' di Tolstoj dove Lenin bacia "con cautela le labbra sorridenti" di Kitty. Senza cautela è invece il bacio che il pittore italiano Francesco Hayez dipinge nel celebre quadro del 1859 custodito alla Pinacoteca di Brera: i due giovani innamorati sono collocati in un contesto medievale e si baciano con grande passionalità. Altrettanto passionale sarà 'Il bacio' di Gustav Klimt, realizzato tra il 1907 e il 1908 e custodito nella Österreichische Galerie Belvedere di Vienna, dove due innamorati, avvolti in lunghe tuniche mosaicate, sono avvinghiati e si baciano intensamente, stagliandosi su uno sfondo d'oro.
"Il bacio" di Gustav Klimt

...ma anche nella musica

Il bacio è sempre stato protagonista indiscusso della musica, sia quella leggera, sia quella colta. Assente nel melodramma italiano fino a Verdi, è "un bacio ancora" che Otello implora a Desdemona dopo averla strangolata nell'opera del celebre compositore italiano risorgimentale. E i baci passionali tra Tristano e Isotta nell'omonima opera di Wagner, o quelli disperatamente evocati da Cavaradossi ("o dolci baci e languide carezze") nella 'Tosca' di Puccini, fino al bacio necrofilo di Salome alla testa mozzata del Battista nella 'Salome' di Strauss. Quanto alla canzone, il repertorio 'bacistico' è assai vasto, tanto da spingere il compianto Ranieri Polese, critico e giornalista, a scrivere un libro dal titolo eloquente 'Per un bacio d'amor. I baci nella canzone italiana'. Un viaggio attraverso i baci peccaminosi raccontati nelle canzoni dei café chantant, del varietà e dei tabarin, passando per gli anni Trenta, quando la censura vieta baci e amplessi a favore di desideri piccolo-borghesi come una casetta, mille lire al mese e matrimoni felici. I baci tornano nelle canzoni degli anni '50 e '60, trasformandosi lentamente e in maniera sempre più esplicita in veri e propri atti sessuali che ormai fanno ridere anche le educande. Oggi si farebbe prima a contare i brani che non ne fanno menzione, o quegli artisti che non ne hanno dato prova, magari provocatoriamente o maliziosamente, come quello tra Damiano e Thomas dei Maneskin, o quello tra Achille Lauro e Boss Doms: inni di libertà, di rivolta, verso chi considera l'amore ancora qualcosa da poter ingabbiare nello schema dell'eteronormatività.
bacio maneskin
Il bacio per i diritti tra Thomas e Damiano dei Maneskin

Nella settima arte baci per tutti i gusti

Se pochi hanno dei dubbi nel ritenere che il bacio più romantico del cinema è quello tra Vivien Leigh nelle vesti di Rossella O’Hara e l’intramontabile Clark Gable nel ruolo di Rhett Butler in 'Via Col Vento' (1939), mentre il bacio più lungo della storia della settima arte, fino a qualche anno fa, era quello tra Ingrid Bergman e Cary Grant in 'Notorious - L'amante perduta', un film del 1946 diretto da Alfred Hitchcock: ben tre minuti. Nel 2010 però è stato superato da quello saffico che si scambiano Necar Zadegan e Traci Dinwiddie, le protagoniste del film 'Elena Undone', che dura 3 minuti e 24 secondi. Un bel salto in avanti insomma, in termini di apertura: se è infatti impossibile dimenticare la scena dei baci tagliati di 'Nuovo Cinema Paradiso', di Giuseppe Tornatore, in cui il protagonista Totò, ormai adulto, visiona una bobina che gli ha lasciato l'amico Alfredo come ultimo dono, contenente le scene tagliate dei più celebri baci cinematografici, oggi perfino i cartoni animati - ne è un esempio lampante il film Disney "Lightyear", finito nel mirino della censura omofoba nei Paesi Arabi - non lesinano dal far vedere baci per tutti i gusti con personaggi di fantasia che ben incarnano la varietà multiforme della società odierna.
Il bacio più lungo nella storia del cinema è quello saffico in "Elena Undone"
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