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Home » Lifestyle » Nove secoli senza una gondoliera a Venezia. E in 104 Paesi alcuni mestieri sono ancora vietati

Nove secoli senza una gondoliera a Venezia. E in 104 Paesi alcuni mestieri sono ancora vietati

Non solo lavori, anche certi luoghi nel mondo sono off-limits alle donne. Ecco i posti dove non è consentito loro di mettere piede

Maurizio Costanzo
14 Agosto 2022
Giorgia Boscolo

Giorgia Boscolo

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Novecento anni. Da così tanto tempo regnava a Venezia il feudo maschile nel mondo delle gondole. Un mestiere accusato da più parti di sessismo, fino a quando il 13 agosto 2010, non avvenne una svolta storica. Nella classifica stilata 12 anni fa dall’amministrazione comunale compariva, per la prima volta nella storia della città, il nome di una donna: Giorgia Boscolo. Che aveva superato l’ultima prova diventando la prima donna ad essere dichiarata ufficialmente gondoliera. Era molto giovane, aveva 24 anni, e già da allora si divideva tra i canali, il remo e la famiglia, visto che era già mamma di due bambini. Giorgia aveva aperto la strada della parità di genere anche in laguna, e altre hanno seguito il suo esempio. Gioia Monti è stata la seconda gondoliera della storia, “figlia d’arte” e anche lei mamma. Ultimamente la 22enne Sara Pilla si è aggiunta alla lista, ancora troppo corta, delle gondoliere, passione che porta avanti insieme a quella del canto e delle sfilate, infatti è in lizza per Miss Veneto.

prima gondoliera
Giorgia Boscolo tra due gondolieri in una foto d’archivio del 26 giugno 2009. La ragazza, nel 2010 ha coronato il suo sogno: diventare la prima gondoliera di Venezia

Donne e lavoro: in 104 Paesi il binomio impossibile

prima gondoliera
Boscolo è stata l’apripista, dopo 9 secoli di feudo maschile, per altre ragazze che poi si sono dedicate alla guida delle iconiche imbarcazioni veneziarne

Ma nel mondo intero non tutti i lavori sono accessibili alle donne, a in molti Paesi, addirittura 104, sono persino vietati per legge. In Russia ad esempio, dove le restrizioni al lavoro femminile sono state ridotte da 455 a 96, fino a pochi mesi non permettevano di guidare camion né metro. In Argentina non possono distillare e vendere alcol, in Angola porte chiuse nel settore della produzione del gas, in Iran senza il consenso del marito, la moglie non può praticare alcun lavoro. In molti Paesi dell’Africa è fatto divieto lavorare di notte o durante il periodo del ciclo mestruale. In Spagna non potevano diventare muratori o lavorare nel settore elettrico e delle costruzioni fino al 1995. In Congo e in Colombia invece, pur essendo illegale far lavorare le donne nelle miniere, la loro presenza come sostitute degli uomini è stata tollerata quando è venuto meno il personale maschile, che ha dato forfait in cerca di paghe migliori.

I luoghi off limits

Non solo mestieri, anche certi luoghi nel mondo sono off limits alle donne. In Grecia proibito salire sul Monte Athos, la sacra montagna dove si trovano una ventina di monasteri, dove i monaci non le ‘vogliono’ per evitare tentazioni. Non solo luoghi di culto, come il Monte Omine in Giappone o il tempio di Ayyappan in India o l’Haji Ali Dargah a Mumbai o i templi Indu a Bali: in Iran le donne non possono mettere piede neppure allo stadio, dove è concesso andare solo per tifare per la nazionale, non le partite di club. Anche in Italia c’è un luogo, ultimo rimasto ancora aperto in Europa, dove c’è una netta divisione di accesso tra i sessi: la spiaggia della Lanterna a Trieste, dove da una parte entrano esclusivamente uomini e dall’altra donne con bimbi fino a 12 anni. Un luogo in cui a nessuna donna è consentito l’ingresso si trova anche in America: è un campo da golf, il Burning Tree Club, che si trova nel Maryland.

Al contrario, ci sono posti riservati solo alle donne, tra cui la foresta di mangrove in Indonesia, dove si entra rigorosamente senza vestiti, e in Giappone all’isola di Okinoshima, dove si venera una donna e i pochi uomini che possono accedervi prima devono prima fare un bagno nudi per purificarsi.

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«Ho ricevuto un messaggio dalla scuola... hanno messo tutti i bambini in classe perché c’era dell’attività della polizia e il mio cuore è esploso di paura. Per fortuna non è successo niente perciò sto tornando a casa. Però l’idea che mia figlia di 7 anni, suona l’allarme a scuola e deve di corsa andare in classe e chiudersi a chiave... è assurdo.»

Dopo la preoccupazione, ha postato una nuova storia in cui ha rassicurato tutti, annunciando la buona riuscita dell’operazione.

#lucenews #lucelanazione #biancabalti
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Novecento anni. Da così tanto tempo regnava a Venezia il feudo maschile nel mondo delle gondole. Un mestiere accusato da più parti di sessismo, fino a quando il 13 agosto 2010, non avvenne una svolta storica. Nella classifica stilata 12 anni fa dall’amministrazione comunale compariva, per la prima volta nella storia della città, il nome di una donna: Giorgia Boscolo. Che aveva superato l’ultima prova diventando la prima donna ad essere dichiarata ufficialmente gondoliera. Era molto giovane, aveva 24 anni, e già da allora si divideva tra i canali, il remo e la famiglia, visto che era già mamma di due bambini. Giorgia aveva aperto la strada della parità di genere anche in laguna, e altre hanno seguito il suo esempio. Gioia Monti è stata la seconda gondoliera della storia, "figlia d’arte" e anche lei mamma. Ultimamente la 22enne Sara Pilla si è aggiunta alla lista, ancora troppo corta, delle gondoliere, passione che porta avanti insieme a quella del canto e delle sfilate, infatti è in lizza per Miss Veneto.
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Giorgia Boscolo tra due gondolieri in una foto d'archivio del 26 giugno 2009. La ragazza, nel 2010 ha coronato il suo sogno: diventare la prima gondoliera di Venezia

Donne e lavoro: in 104 Paesi il binomio impossibile

prima gondoliera
Boscolo è stata l'apripista, dopo 9 secoli di feudo maschile, per altre ragazze che poi si sono dedicate alla guida delle iconiche imbarcazioni veneziarne
Ma nel mondo intero non tutti i lavori sono accessibili alle donne, a in molti Paesi, addirittura 104, sono persino vietati per legge. In Russia ad esempio, dove le restrizioni al lavoro femminile sono state ridotte da 455 a 96, fino a pochi mesi non permettevano di guidare camion né metro. In Argentina non possono distillare e vendere alcol, in Angola porte chiuse nel settore della produzione del gas, in Iran senza il consenso del marito, la moglie non può praticare alcun lavoro. In molti Paesi dell’Africa è fatto divieto lavorare di notte o durante il periodo del ciclo mestruale. In Spagna non potevano diventare muratori o lavorare nel settore elettrico e delle costruzioni fino al 1995. In Congo e in Colombia invece, pur essendo illegale far lavorare le donne nelle miniere, la loro presenza come sostitute degli uomini è stata tollerata quando è venuto meno il personale maschile, che ha dato forfait in cerca di paghe migliori.

I luoghi off limits

Non solo mestieri, anche certi luoghi nel mondo sono off limits alle donne. In Grecia proibito salire sul Monte Athos, la sacra montagna dove si trovano una ventina di monasteri, dove i monaci non le 'vogliono' per evitare tentazioni. Non solo luoghi di culto, come il Monte Omine in Giappone o il tempio di Ayyappan in India o l’Haji Ali Dargah a Mumbai o i templi Indu a Bali: in Iran le donne non possono mettere piede neppure allo stadio, dove è concesso andare solo per tifare per la nazionale, non le partite di club. Anche in Italia c’è un luogo, ultimo rimasto ancora aperto in Europa, dove c’è una netta divisione di accesso tra i sessi: la spiaggia della Lanterna a Trieste, dove da una parte entrano esclusivamente uomini e dall’altra donne con bimbi fino a 12 anni. Un luogo in cui a nessuna donna è consentito l’ingresso si trova anche in America: è un campo da golf, il Burning Tree Club, che si trova nel Maryland. Al contrario, ci sono posti riservati solo alle donne, tra cui la foresta di mangrove in Indonesia, dove si entra rigorosamente senza vestiti, e in Giappone all’isola di Okinoshima, dove si venera una donna e i pochi uomini che possono accedervi prima devono prima fare un bagno nudi per purificarsi.
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