È una lotta combattuta a colpi di musica, entusiasmo, voglia di vivere quella portata avanti da Simone (in arte Mago S), ventiquattrenne foggiano con spettro autistico, e dalla sua intraprendente mamma Luisa, che ben conosciamo perché a più riprese abbiamo ospitato sulle pagine di Luce! Il nuovo brano, liberato appena un paio di giorni fa, s’intitola “Il coraggio di sognare”. L’interpretazione come sempre è quella di Simone – che nelle immagini del video rivela anche una valida presenza scenica -, mentre parole e musica portano la firma di Luisa: “Ciò che più mi preme – è il suo commento - è preservare la genuinità e la purezza di mio figlio, doti che traspaiono anche dai video musicali e che la gente ha imparato subito ad apprezzare. Non voglio cambiarlo per normalizzarlo, Simone è così e la finalità del nostro fare musica è proprio quella di dimostrare che il mondo è di tutti e per tutti: ciascuno deve avere la possibilità di godersi la vita. Le famiglie come la nostra - con figli appellati in tanti modi orrendi tra cui “disabili” o “diversamente abili” - non devono perdere l’occasione di vivere a pieno un’esistenza che è unica e irripetibile, e il brano “Il coraggio di sognare” intende raccontare proprio questo.”
Eppure di pregiudizi ce ne sono ancora tanti. Ne state incontrando lungo il vostro percorso? “Purtroppo sì. Simone è un pioniere nel mondo della musica, dunque incontra tutte le difficoltà di chi fa qualcosa per la prima volta. Ma l’ostacolo principale sta proprio nei pregiudizi. Quei muri, quelle difficoltà di comprendere il diverso. Perché ormai si misura tutto con lo stesso metro di valutazione e se non sei come la maggioranza allora non va bene. Invece noi chiediamo di accettare il fatto che possano esistere intelligenze diverse, linguaggi e comportamenti differenti. Simone non deve essere paragonato ai cantanti “normali”, perché così facendo parrebbe fallace: lui è solo diverso dai canoni omologati, non è peggiore, è semplicemente sé stesso. È questo il nostro obiettivo: portare avanti la libertà di esser sé stessi. Gli autistici si distinguono maggiormente dagli schemi precostituiti, hanno canali recettivi e comunicativi diversi e la società purtroppo non è ancora pronta ad accettarli perché non fanno parte della maggioranza.”