Chi sono le Mommunes: mamme single che fanno team

Un accordo tra donne che decidono di vivere insieme e dividere spese e tempo nell'accudimento dei loro figli

di MARIANNA GRAZI
3 giugno 2023
mommunes

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L'unione fa la forza. Dice così il noto proverbio ed è su questo principio che si basa l'iniziativa delle Mommunes (gioco di parole tra 'mom' e 'communes'). In questi giorni non si parla d'altro, ma l'idea, che arriva dall'America, non è nuova. Madri single che vivono insieme sotto lo stesso tetto, sfruttando l'antico potere della sorellanza per dividere le spese di casa e crescere i figli. Questa sorta di comunità di donne è un fenomeno che sta continuando a diffondersi, soprattutto negli Stati Uniti, dove sono più di 300mila le persone che cercano una casa comune con altr* single. Tanto che #mommunes è diventato anche un hashtag popolare su Tik Tok, dove si racconta la vita quotidiana di queste mamme.
@beachykefer Shoulda moved into a Mommune a long time ago. Support system like no other. 🥰 #mommune #fyp #singlemom #singlemomlife #foryou #divorcetok ♬ out of the question - Maya Wagner

Le mamme single negli Usa

Apparentemente non c'è alcun legame che unisca queste donne. Non sono amiche, non si conoscono. Ma ad accomunare queste madri single, che negli Stati Uniti, secondo l’US Census Bureau, rappresentano la maggioranza (80%) delle oltre 11 milioni di famiglie monoparentali con figli minorenni, è propri la mancanza di un compagno maschio e la volontà di trovare nel team al femminile tutto il necessario a un'esistenza serena. Questa 'comune' di sole mamme in concreto non è nient'altro che un accordo di vita insieme, fondata sul principio della condivisione dei problemi, non solo economici. Si dividono il tempo, gli impegni e possibilmente il denaro, per assistersi reciprocamente nel mantenimento delle famiglie e nell'educazione dei loro figli.

La piattaforma CoAbode

Oggi esistono anche dei siti appositi a cui queste donne possono rivolgersi. Un esempio è CoAbode, che permette a chi cerca un alloggio condiviso di trovare una sistemazione che faccia al caso proprio. È stata proprio una donna single con un figlio di 7 anni a carico e un matrimonio naufragato alle spalle a fondare la piattaforma. Era il 2002, a Losa Angeles, e Carmel Boss doveva capire come affrontare la nuova vita: "Come neo-mamma single, mi sentivo sola e piena di ansie e dubbi riguardo all'idea di crescere mio figlio senza aiuti", ha spiegato recentemente al New York Times.
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Carmel Boss ha creato, già nel 2002, il sito CoAbode

E allora l'imprenditrice, viaggiatrice e artista visionaria si è rimboccata le maniche e ha pensato a una soluzione che potesse essere utile non solo a lei, ma anche a tante altre nella sua stessa situazione. Come scrive sui suoi social, l'obiettivo è quello di garantire loro benessere e indipendenza. "Due madri single che condividono una casa hanno i vantaggi finanziari di una coppia sposata, hanno più tempo, un maggiore accesso alle opportunità e la sicurezza di sapere che i loro figli sono al sicuro. Così anche i loro risparmi crescono", dichiara Boss.

Un cambiamento sociale della struttura familiare

Che ha immaginato e definito CoAbode "sfidando credenze obsolete e dando vita a nuove intuizioni che consentono alle persone di adattarsi alle realtà odierne di disuguaglianza economica e isolamento che spesso portano alla disconnessione e alla solitudine". Una tendenza al cambiamento a cui, dalle prime 18 che risposero al suo annuncio, oggi aderiscono migliaia di donne.
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Un nuovo modello familiare che rompe i tabù tradizionali

Le risorse condivise e il supporto emotivo che provengono dal vivere con un'altra genitrice single sono gli elementi chiave di questa evoluzione della famiglia tradizionale. Anche perché questo tipo di struttura dagli anni '60 ad oggi è passata dal 12% al 21% attuale. Le ragioni sono molteplici: dall'abbattimento dello stigma sul divorzio, alla sempre maggior presa di coscienza delle relazioni malsane ma anche le maggiori opportunità di lavoro che hanno consentito a queste mamme un'autonomia finanziaria. Indispensabile per far fronte alle maggiori probabilità che questo gruppo ha di finire in povertà: il 30% ci vive, rispetto a solo l'8% delle famiglie di coppie sposate.

La situazione in Italia

Secondo una stima dell'Unione Europea nel 2020 nel nostro Paese c'erano 7,8 milioni di famiglie costituite da genitori single, pari al 14% del totale di quelle con figli. Stando invece all'Istat del 2019 una famiglia su dieci in Italia è monogenitoriale.
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Per le mamme single far fronte alle spese e alla cura dei figli è una vera e propria impresa, così sono sempre più quelle che decidono di aderire a questa sorta di comune al femminile

Ma se l'unico genitore è una donna sola (8,2%), in Italia, tirare avanti diventa un'impresa. Perché trovano meno lavoro rispetto agli uomini e quando lo trovano il loro stipendio non solo è molto più basso di quello dei colleghi, ma dopo 15 anni risulta anche la metà di quello delle occupate senza figli. Sono quindi circa due milioni quelle che - a fatica - provano a tenere assieme un impiego (spesso precario), la cura della casa e l'accudimento di uno o più figli. In una lotta (impari!) quotidiana a difesa del diritto a un’esistenza dignitosa. Per questo adottare magari anche qui il modello mommunes potrebbero salvare tantissime madri.

All'estero

Ma le famiglie monoparentali sono diffuse e in costante aumento un po' ovunque. L'Eurostat pone in cima alla classifica dei nuclei familiari con un solo genitore la Svezia (34%), poi la Danimarca (29%), l’Estonia (28%), quindi Lettonia e Lituania (entrambe 25%) e la Francia (21%). Ribaltando la classifica è la Croazia la nazione con la percentuale più bassa di famiglie monogenitoriali (5%), seguita da Romania (7%) e Finlandia (8%).