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Home » Lifestyle » Paola, viaggiatrice solitaria: “Donne, partite da sole e rompete gli schemi”

Paola, viaggiatrice solitaria: “Donne, partite da sole e rompete gli schemi”

Autrice del libro "Ragazzi, la mamma parte" la giornalista Scaccabarozzi spiega: "E' un'occasione per conoscersi, mettersi alla prova e scontrarsi con i propri limiti"

Elsa Toppi
5 Dicembre 2022
Paola Scaccabarozzi in uno dei tanti viaggi in solitaria

Paola Scaccabarozzi in uno dei tanti viaggi in solitaria

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C’è chi lo fa in coppia, chi lo fa in gruppo e chi preferisce farlo solo. Non fatevi fuorviare da pensieri malandrini. Qui si intende parlare di viaggi. Eppure c’è un genere, quello femminile, per il quale la scelta si restringe. Perché la verità è che una donna che viaggia sola è da sempre percepita come una sorta di strega moderna. Se poi a casa ad aspettarla c’è una famiglia, “l’eretica” innesca, in chi la incontra, una serie di interrogativi: che cosa ne pensano tuo marito e i tuoi figli? Non hai paura? Come ti organizzi concretamente? E soprattutto, perché lo fai? I sottesi sono evidenti: una donna da sola non è in grado di affrontare un viaggio, e poi se lascia la famiglia a casa è una sciagurata. Che apparteniate a questa categoria di “libertine” o che stiate fra coloro che quelle domande se le farebbero, il libro dal titolo “Ragazzi, la mamma parte!” (Giraldi editore) scritto da Paola Scaccabarozzi, giornalista e divulgatrice scientifica, potrebbe fare al caso vostro.

Paola Scaccabarozzi autrice del libro "i Mamma parte sola!"
Paola Scaccabarozzi autrice del libro “i Mamma parte sola!”

Paola, come è nata l’idea di scrivere questo libro?
“E’ nata durante la pandemia quando c’era il desiderio di sognare, di pensare a un mondo che andasse oltre le restrizioni pratiche imposte dal Covid. Osservando un oggetto, una fotografia, ho ripensato ai miei viaggi solitari e sul come e perché una donna possa fare una scelta del genere, quale il senso profondo, come organizzarsi concretamente, quali i vantaggi e le difficoltà. Insomma, ho riflettuto sulla miriade di quesisti che regolarmente mi sono stati e mi vengono posti. Anche perché di donne che viaggiano sole non ce ne sono poi tantissime e con una famiglia a casa ancora meno”.

Oltre i soliti stereotipi legati alle donne intese come emotive, poco pratiche e deboli, potrebbe esserci la recondita convinzione che non debbano avere diritto ad uno spazio tutto loro?
“Esattamente. E’ proprio come se, in qualche modo, le si colpevolizzasse perché si arrogano addirittura il diritto di prendersi tempo per sé. E poi per quanto tempo? Il viaggio evoca nell’immaginario collettivo un tempo lungo, quasi infinito. La viaggiatrice solitaria viene avvertita dunque come una donna che rompe gli schemi, che non li accetta. Che reclama uno spazio enorme per sé, talvolta ritenuto appunto eccessivo. Suscita anche emozioni positive, magari pure ammirazione. Ma molti sono i giudizi non propriamente lusinghieri, più o meno subdoli”.

Perché viaggiare sola per una donna è ancora un tabù?
“Perché la donna, al di là di quello che viene detto, viene percepita come colei che deve stare a casa. Ciò accade frequentemente nel mondo e soprattutto nel nostro Paese. Meglio che vada dall’estetista o in palestra per distrarsi un po’. Un viaggio solitario, perché mai? E che bisogno ce ne sarebbe? Significa forse che il matrimonio non funziona? Che cerca altre storie? Che vuole scappare? Una donna che decide di viaggiare da sola viene ritenuta irrisolta, non soddisfatta della propria esistenza”.

La cover di "Ragazzi, la mamma parte!" (Giraldi editore), scritto da Paola Scaccabarozzi
La cover di “Ragazzi, la mamma parte!” (Giraldi editore), scritto da Paola Scaccabarozzi

Cosa è per lei il viaggio?
“Il viaggio è incontro, è tanti volti, sguardi, luoghi. E’ deserti e città antiche. Un viaggio è una miriade di emozioni, diverse e contrastanti tra loro. E’ fatica, talvolta molta. Fusi orari, scarpe consumate, isole e isolani. Voci, colori, immagini. Imprevisti e situazioni da risolvere. Organizzazione e improvvisazione. Il viaggio è tanti viaggi e tanti universi che si intersecano”.

Perché una donna dovrebbe viaggiare sola?
“Per conoscersi. Per capire meglio chi è. Per affrontare le parti luminose e oscure di se stessa. Per mettersi alla prova, fidarsi e scontrarsi coi propri limiti. Per prendersi il proprio tempo, senza doverlo patteggiare con nessuno. Per cambiare idea. Sì, per avere la possibilità di cambiare idea infinite volte su che cosa fare l’istante dopo. Per assaporare la libertà di decidere di sé. Per sbagliare, riprovare, per studiare approfonditamente un itinerario”.

A chi consiglierebbe il suo libro?
“Alle donne di tutte le età, perché il viaggio può essere costruito su misura in base alle proprie esigenze, ai propri gusti. Agli uomini perché capiscano che le mogli o compagne, devono essere autonome e in grado di decidere per sé. Per i ragazzi, perché i miei figli hanno imparato molto dai miei viaggi. Io ho avuto la fortuna di essere molto presente nelle loro vite, lavorando a casa come giornalista professionista freelance. Ma ogni tanto l’assenza di una madre fa bene. Li rende più autonomi. Li aiuta a crescere. Dà loro una visione di una donna in grado di fare e decidere per sé. Credo che sia un bel messaggio”.

Paola Scaccabarozzi in uno dei tanti viaggi in solitaria
Paola Scaccabarozzi in uno dei tanti viaggi in solitaria

Il suo viaggio più bello?
“Ci sono luoghi che amo moltissimo: l’Etiopia, il Marocco, l’India. E città dai mille ritorni: da Matera a Gerusalemme, da Varanasi a Lalibela. Ci sono posti magici, come il vulcano magico per i Masai in Tanzania, Ol DoynyoLengai o il Lago Turkana in Kenya. Ricordo la passeggiata al tramonto con il cratere del Vulcano magico sullo sfondo e i Masai con il bestiame di ritorno al villaggio. Il lago Turkana è un altro luogo incredibile. Lì ha avuto origine il genere umano. Ricordo tanti momenti straordinari di viaggi da sola in Myanmar e lungo le strade di Palermo. Ovunque, anche quando cadi nello sconforto più nero perché sei stanca e senti il peso della solitudine. A volte accade anche quello”.

C’è stato un volto, uno sguardo di qualche persona che ha incontrato in giro per il mondo che l’ ha fatta sentire a casa per un attimo?
“Le rughe degli anziani. Il trascorrere del tempo segna tutto il genere umano e ti riporta a casa, al tuo tempo, alle tue radici. A una comunione che diventa talvolta solo più esplicita perché le rughe sono molto evidenti sui visi di chi ha lavorato nei campi, di chi a lungo è stato sotto il sole. Sono le rughe dei ‘vecchi’ dei paesi più poveri. A volte vere e proprie cartine geografiche colme di emozioni, racconti, storie. Gli sguardi poi sono una galleria che racconta l’umanità, la sua varietà infinita. Ne ho incontrati moltissimi”.

Paola Scaccabarozzi in uno dei tanti viaggi in solitaria
Paola Scaccabarozzi in uno dei tanti viaggi in solitaria

Tre consigli per una donna che vuole affrontare un viaggio da sola.
“Guarda, guarda e guarda ancora. Osservare tutto con attenzione ti mette al riparo da molti pericoli e ti fa assaporare meglio il viaggio”.

E due cose che secondo lei non dovrebbero mai mancare in valigia?
“Un libro, compagno fondamentale in ogni momento, magari con all’interno come segnalibro la foto di un affetto. Le scarpe di ricambio. Le vesciche rovinano i viaggi e non sempre si trovano le calzature adeguate quando servono”.

Il viaggio in solitaria per le donne è un atto di libertà e al contempo di autodeterminazione. Perciò non c’è tempo da perdere. Preparate la valigie, si parte!

 

 

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  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
  • La tolleranza, l’inclusione e il rispetto svaniscono nel momento in cui ci si mette davanti alla tastiera di un computer. Gli haters non sono spariti né accennano a diminuire. Esistono, sono molti più di prima, attaccano e anzi rilanciano. Oltre lo schermo, sono le donne soprattutto, e poi le persone con disabilità e le persone omosessuali, a essere i destinatari di insulti e offese di ogni tipo.

È questo il triste podio che ci consegna la ricerca condotta da Vox, Osservatorio italiano sui diritti, che ha fotografato l’odio via social, in particolare attraverso l’esame dei tweet. E le cose non vanno meglio rispetto all’anno precedente, anzi. Dalla settima edizione di questa ricerca è emerso infatti che nel 2022, da gennaio a ottobre, sono stati estratti quasi 630mila tweet, 583mila dei quali negativi, pari al 93% del totale, mentre invece l’anno prima i tweet presi in esame erano stati poco più di 797mila, 550mila dei quali erano negativi, cioè il 69% del totale.

Le donne si confermano essere il bersaglio numero uno, seguite appunto dalle persone con disabilità e dalle persone omosessuali, tornate nuovamente al centro del mirino, e non solo di quello che fa riferimento all’hate speech.

Oltre agli onnipresenti atteggiamenti di body shaming, molti attacchi hanno avuto come contenuto la competenza e la professionalità delle donne stesse. E, dunque, è il lavoro delle donne a emergere anche quest’anno quale co-fattore scatenante lo hate speech misogino, a conferma di una tendenza già rilevata lo scorso anno. Quanto alle persone con disabilità, risultata la seconda categoria più colpita.

Per quanto concerne invece gli stranieri e i migranti, la categoria sociale con una percentuale più alta di incremento di tweet negativi all’interno del cluster rispetto al 2021. Anche qui, va sottolineata la forte attenzione mediatica che si accende sugli sbarchi dei migranti e sulla situazione dei profughi provenienti dall’Ucraina, nonché dal contesto politico italiano e dalla sua relazione con l’Unione europea circa la gestione della situazione migratoria.

📲Come difendersi? Qual è la cura contro l
  • “Sesso. Libertà. Uguaglianza. Amore in tutti i sensi. E tutti a tavola!”. È il messaggio che Rosa Chemical, all’anagrafe Manuel Franco Rocati, porta a Sanremo 2023 per quello che sarà il suo esordio al festival con il brano “Made in Italy”.

Il rapper classe 1998, arriva da debuttante, ma con una storia già ben definita alle spalle. Poliedrico, eclettico, difficilmente etichettabile, ha dato sfogo alla sua creatività non solo a livello musicale – con influenze che spaziano dall’hiphop alla trap all’elettronica -, ma lavorando anche come modello per Gucci, come art and creative director e dedicandosi anche alla scrittura di videoclip. 

Nel 2019 ha pubblicato “Forever”, il suo primo album, che è stato certificato disco d’oro, da lì una serie di collaborazioni che lo hanno portato anche ad affiancare Tananai l’anno scorso nella serata cover del Festival.

“Molto spesso sono giudicato perché diverso, ma dal diverso bisogna imparare, assorbire. In Italia invece ciò che è diverso è giudicato. E io da diverso in passato mi sono sentito sbagliato” racconta Rosa Chemical. 

Non a caso, a Sanremo, il 25enne paladino della libertà di essere se stessi senza farsi condizionare dalle norme della società, arriva con il brano “Made in Italy” e un obiettivo ben preciso: “portare un messaggio di libertà contro ogni tipo di discriminazione, per promuovere l’uguaglianza e il rispetto. Cerco di creare dibattito: sono sempre pronto a spiegare il mio punto di vista, ma se non c’è apertura mentale non mi sento di dover dire nulla”.

Il brano “È piedi, con cui calpestare ciò che è generalista e che chiude tutto dentro una gabbia fatta di tabù. ‘Made in Italy vuole’ liberarci dalle censure, dagli stereotipi e dal politicamente corretto”. 

Come il titolo e la copertina, anche il testo è provocatorio e racchiude al suo interno tutta l’essenza e l’irriverenza prorompente di Rosa Chemical perché parla in maniera sfrontata di temi ancora oggi considerati tabù come il sesso, la fluidità e il poliamore. 

“Non c’è cosa più ‘Made in Italy’ del Festival di Sanremo. Non vedo l’ora di salire su quel palco”.

#lucenews #sanremo2023 #rosachemical
C’è chi lo fa in coppia, chi lo fa in gruppo e chi preferisce farlo solo. Non fatevi fuorviare da pensieri malandrini. Qui si intende parlare di viaggi. Eppure c’è un genere, quello femminile, per il quale la scelta si restringe. Perché la verità è che una donna che viaggia sola è da sempre percepita come una sorta di strega moderna. Se poi a casa ad aspettarla c’è una famiglia, “l’eretica” innesca, in chi la incontra, una serie di interrogativi: che cosa ne pensano tuo marito e i tuoi figli? Non hai paura? Come ti organizzi concretamente? E soprattutto, perché lo fai? I sottesi sono evidenti: una donna da sola non è in grado di affrontare un viaggio, e poi se lascia la famiglia a casa è una sciagurata. Che apparteniate a questa categoria di “libertine” o che stiate fra coloro che quelle domande se le farebbero, il libro dal titolo "Ragazzi, la mamma parte!" (Giraldi editore) scritto da Paola Scaccabarozzi, giornalista e divulgatrice scientifica, potrebbe fare al caso vostro.
Paola Scaccabarozzi autrice del libro "i Mamma parte sola!"
Paola Scaccabarozzi autrice del libro "i Mamma parte sola!"
Paola, come è nata l’idea di scrivere questo libro? “E’ nata durante la pandemia quando c’era il desiderio di sognare, di pensare a un mondo che andasse oltre le restrizioni pratiche imposte dal Covid. Osservando un oggetto, una fotografia, ho ripensato ai miei viaggi solitari e sul come e perché una donna possa fare una scelta del genere, quale il senso profondo, come organizzarsi concretamente, quali i vantaggi e le difficoltà. Insomma, ho riflettuto sulla miriade di quesisti che regolarmente mi sono stati e mi vengono posti. Anche perché di donne che viaggiano sole non ce ne sono poi tantissime e con una famiglia a casa ancora meno”. Oltre i soliti stereotipi legati alle donne intese come emotive, poco pratiche e deboli, potrebbe esserci la recondita convinzione che non debbano avere diritto ad uno spazio tutto loro? “Esattamente. E’ proprio come se, in qualche modo, le si colpevolizzasse perché si arrogano addirittura il diritto di prendersi tempo per sé. E poi per quanto tempo? Il viaggio evoca nell’immaginario collettivo un tempo lungo, quasi infinito. La viaggiatrice solitaria viene avvertita dunque come una donna che rompe gli schemi, che non li accetta. Che reclama uno spazio enorme per sé, talvolta ritenuto appunto eccessivo. Suscita anche emozioni positive, magari pure ammirazione. Ma molti sono i giudizi non propriamente lusinghieri, più o meno subdoli”. Perché viaggiare sola per una donna è ancora un tabù? “Perché la donna, al di là di quello che viene detto, viene percepita come colei che deve stare a casa. Ciò accade frequentemente nel mondo e soprattutto nel nostro Paese. Meglio che vada dall’estetista o in palestra per distrarsi un po’. Un viaggio solitario, perché mai? E che bisogno ce ne sarebbe? Significa forse che il matrimonio non funziona? Che cerca altre storie? Che vuole scappare? Una donna che decide di viaggiare da sola viene ritenuta irrisolta, non soddisfatta della propria esistenza”.
La cover di "Ragazzi, la mamma parte!" (Giraldi editore), scritto da Paola Scaccabarozzi
La cover di "Ragazzi, la mamma parte!" (Giraldi editore), scritto da Paola Scaccabarozzi
Cosa è per lei il viaggio? “Il viaggio è incontro, è tanti volti, sguardi, luoghi. E’ deserti e città antiche. Un viaggio è una miriade di emozioni, diverse e contrastanti tra loro. E’ fatica, talvolta molta. Fusi orari, scarpe consumate, isole e isolani. Voci, colori, immagini. Imprevisti e situazioni da risolvere. Organizzazione e improvvisazione. Il viaggio è tanti viaggi e tanti universi che si intersecano”. Perché una donna dovrebbe viaggiare sola? “Per conoscersi. Per capire meglio chi è. Per affrontare le parti luminose e oscure di se stessa. Per mettersi alla prova, fidarsi e scontrarsi coi propri limiti. Per prendersi il proprio tempo, senza doverlo patteggiare con nessuno. Per cambiare idea. Sì, per avere la possibilità di cambiare idea infinite volte su che cosa fare l’istante dopo. Per assaporare la libertà di decidere di sé. Per sbagliare, riprovare, per studiare approfonditamente un itinerario”. A chi consiglierebbe il suo libro? “Alle donne di tutte le età, perché il viaggio può essere costruito su misura in base alle proprie esigenze, ai propri gusti. Agli uomini perché capiscano che le mogli o compagne, devono essere autonome e in grado di decidere per sé. Per i ragazzi, perché i miei figli hanno imparato molto dai miei viaggi. Io ho avuto la fortuna di essere molto presente nelle loro vite, lavorando a casa come giornalista professionista freelance. Ma ogni tanto l’assenza di una madre fa bene. Li rende più autonomi. Li aiuta a crescere. Dà loro una visione di una donna in grado di fare e decidere per sé. Credo che sia un bel messaggio”.
Paola Scaccabarozzi in uno dei tanti viaggi in solitaria
Paola Scaccabarozzi in uno dei tanti viaggi in solitaria
Il suo viaggio più bello? “Ci sono luoghi che amo moltissimo: l’Etiopia, il Marocco, l’India. E città dai mille ritorni: da Matera a Gerusalemme, da Varanasi a Lalibela. Ci sono posti magici, come il vulcano magico per i Masai in Tanzania, Ol DoynyoLengai o il Lago Turkana in Kenya. Ricordo la passeggiata al tramonto con il cratere del Vulcano magico sullo sfondo e i Masai con il bestiame di ritorno al villaggio. Il lago Turkana è un altro luogo incredibile. Lì ha avuto origine il genere umano. Ricordo tanti momenti straordinari di viaggi da sola in Myanmar e lungo le strade di Palermo. Ovunque, anche quando cadi nello sconforto più nero perché sei stanca e senti il peso della solitudine. A volte accade anche quello”. C’è stato un volto, uno sguardo di qualche persona che ha incontrato in giro per il mondo che l’ ha fatta sentire a casa per un attimo? “Le rughe degli anziani. Il trascorrere del tempo segna tutto il genere umano e ti riporta a casa, al tuo tempo, alle tue radici. A una comunione che diventa talvolta solo più esplicita perché le rughe sono molto evidenti sui visi di chi ha lavorato nei campi, di chi a lungo è stato sotto il sole. Sono le rughe dei 'vecchi' dei paesi più poveri. A volte vere e proprie cartine geografiche colme di emozioni, racconti, storie. Gli sguardi poi sono una galleria che racconta l’umanità, la sua varietà infinita. Ne ho incontrati moltissimi”.
Paola Scaccabarozzi in uno dei tanti viaggi in solitaria
Paola Scaccabarozzi in uno dei tanti viaggi in solitaria
Tre consigli per una donna che vuole affrontare un viaggio da sola. “Guarda, guarda e guarda ancora. Osservare tutto con attenzione ti mette al riparo da molti pericoli e ti fa assaporare meglio il viaggio”. E due cose che secondo lei non dovrebbero mai mancare in valigia? “Un libro, compagno fondamentale in ogni momento, magari con all’interno come segnalibro la foto di un affetto. Le scarpe di ricambio. Le vesciche rovinano i viaggi e non sempre si trovano le calzature adeguate quando servono”. Il viaggio in solitaria per le donne è un atto di libertà e al contempo di autodeterminazione. Perciò non c’è tempo da perdere. Preparate la valigie, si parte!    
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