Progetto Airone, nuove opportunità per gli orfani di femminicidio

L'inclusione sociale e la promozione di servizi per le famiglie affidatarie al centro dell'iniziativa presentata a Firenze che coinvolge sei regioni del centro Italia

di CAMILLA PRATO
29 marzo 2023
Progetto Airone

Progetto Airone

C'è chi, nella vita, subisce gli effetti di crimini che non lo riguardano direttamente ma di cui paga a caro prezzo le conseguenze. Tra queste persone ci sono, ad esempio, gli orfani e le orfane di femminicidio. Privati solo della madre, ma spesso anche del padre, o il patrigno, autore del terribile gesto. Sono i dati a dimostrare infatti che la maggioranza delle violenze di genere (che sfociano poi nell'uccisione della donna) viene compiuta in un contesto familiare, domestico, da parte di compagni, mariti, o ex.

Regione Toscana al fianco degli orfani di femminicidio

I partner dell'evento "Il volo dell'airone in Toscana" a Firenze

A Firenze, lo scorso 24 marzo, è stato presentato il Progetto Airone, nato proprio con l'obiettivo di tutelare questi minori, vittime secondarie di una cultura di sopraffazione e di morte ancora ben radicata in Italia, e a supporto dei famigliari affidatari. Finanziato da "Con i Bambini" nell’ambito del Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile, ha come capofila -in una rete di 28 partner- l'associazione "Il Giardino Segreto". Il progetto coinvolge le sei regioni del centro Italia, e stavolta ha visto protagonisti i partner della Regione Toscana, presentati proprio in occasione dell'evento "Il Volo di Airone in Toscana". Un'iniziativa gratuita e aperta a tutti, per promuovere Progetto Airone e far conoscere agli orfani e alle famiglie affidatarie le possibilità e gli strumenti operativi con cui far fronte alle difficoltà che si trovano ogni giorno ad affrontare. Il convegno è stata infine l’occasione per rafforzare la rete territoriale e restituire a queste persone la prossimità e vicinanza necessarie. Nel corso dell'iniziativa fiorentina c'è stato spazio anche per la lettura di un estratto dello spettacolo teatrale "Il nome potete metterlo voi", scritto e diretto dal drammaturgo Mauro Monni, andato in scena in ben 50 città italiane in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un testo originale, privo di retorica e drammatico, che racconta la storia di una donna che perde la vita a causa di un legame violento. Una storia sovrapponibile purtroppo a quella di tante altre, da qui il titolo dell'opera. Infine è stato presentato anche il numero nerde Airone, gratuito ed anonimo, per gli orfani di femminicidio e le famiglie affidatarie: 800 99 00 44, è nelle sei regioni del centro Italia (Lazio, Toscana, Abruzzo, Marche, Umbria e Molise).

Il progetto Airone

Airone è un progetto di inclusione sociale e di restituzione di opportunità di vita: si realizza attraverso la stesura di un patto di fiducia tra beneficiario e tutor familiare, con il supporto dell’equipe multidisciplinare e soprattutto grazie all’erogazione della dote socio-educativa che può arrivare fino a 10.000 euro per beneficiario. Airone è uno dei quattro progetti selezionati dal bando "A braccia Aperte", promosso dall'impresa sociale "Con I Bambini" nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa. Si tratta di un programma di prevenzione, assistenza, presa in carico e cura degli orfani di femminicidio, che nasce e viene elaborato da un prestigioso partenariato guidato dall’associazione per la tutela dei bambini "Il Giardino Segreto", capofila per il centro Italia (Lazio, Toscana, Abruzzo, Molise, Marche ed Umbria). Il Progetto Airone lavora con l’obiettivo di puntare i riflettori su questa realtà dolorosa ma esistente. Al centro del progetto, ci sono i figli e le figlie delle donne vittime di femminicidio, considerati nelle possibilità di recupero di una dimensione di felicità persa. Anche i familiari che crescono questi bambini vengono sostenuti e affiancati affinché possano seguirlo nelle loro esigenze socio-educative. Airone si basa su una visione realista ma fortemente positiva sulla condizione dei bambini vittime di femminicidio, perché offre un supporto psicologico ma tiene anche e soprattutto conto delle loro doti educative, culturali e d’inclusione sociale.