Sesso e samba? Non solo: le usanze e i costumi in giro per il mondo

Pietro Tarallo ha raccolto le storie e le tradizioni sessuali dei quattro angoli della terra, dalle più libertine alle vere e proprie repressioni, concentrandosi in particolare sulle donne e la comunità Lgbtqia+

di RICCARDO JANNELLO -
14 luglio 2024
Tarallo ha raccontato le usanze e i costumi sessuali in giro per il mondo

Tarallo ha raccontato le usanze e i costumi sessuali in giro per il mondo

Un’indagine a largo spettro su tutta la gamma variegata della sessualità. La propone Pietro Tarallo, viaggiatore, giornalista, narratore di storie e conoscitore di tutti i Paesi del mondo, che in lunghi decenni – dall’alto dei suoi 83 anni, nato a Firenze e ora residente a Pieve Ligure con il compagno Massimo Bisceglie, col quale si è unito civilmente nel 2017 – ha fotografato e raccontato in un centinaio di volumi (alcuni iconici) le storie del mondo senza dimenticare quelle più prosaiche, legate al sesso e ai suoi svariati costumi.

Adesso ha scritto una vera e propria guida: “Viaggio nei costumi sessuali: 86 paesi tra diritti e divieti, trasgressioni e curiosità” (edito da Erga, volume “polisensoriale” con QrCode per video, fotogallery e videogame).

Tarallo e il compagno Massimo Bisceglie sotto il bacio fra Breznev e Honecker
Tarallo e il compagno Massimo Bisceglie sotto il bacio fra Breznev e Honecker

Tarallo è stato uno degli aderenti, negli anni ‘70, ai primi movimenti omosessuali e, in alternativa al Fuori (di ambito radicale), fu tra i fondatori del Cosr, il Collettivo omosessuale della sinistra rivoluzionaria, che assieme alle Brigate Saffo “fece molto casino” in quella Torino “dove nulla si diceva a proposito di omosessualità, anche se molti operai della Fiat lo erano. Ma ‘velati’ come gran parte di noi lo era stata fino a pochi mesi prima”.

Pietro, che cosa l’ha spinta ad affrontare i costumi sessuali del mondo?

“Nei miei numerosi viaggi sono venuto a contatto con tutto ciò che riguarda il genere umano, comprese le esperienze sessuali di molti Paesi, sia fatte direttamente sia mediate; avevo nel cassetto una cinquantina di racconti sui costumi sessuali ma con l’editore abbiamo deciso di allargare la visione ai diritti riguardanti principalmente due settori molto esposti della società: le donne e le comunità Lgbtquia+”.

Dove le donne sono più perseguitate per i loro costumi?

“Nei Paesi ‘canaglia’ vivono situazioni disastrose. Prendiamo l’Afghanistan: con il ritorno dei talebani hanno perso qualsiasi diritto e la loro sessualità viene negata. Se dovessero avere un rapporto extra coniugale verrebbero lapidate senza pietà”.

I talebani trattano allo stesso modo gli omosessuali?

“Per loro la sofferenza è quasi più atroce: vengono legati sotto muri pericolanti che gli vengono fatti cadere addosso. Semisepolti vengono lasciati agonizzare”.

Bolivia, Salar de Uyuni
Bolivia, Salar de Uyuni

Ci sono al contrario esempi virtuosi anche in Stati lontani?

“La Thailandia ha fatto una fuga in avanti con i matrimoni egualitari e le adozioni, e così pure Taiwan. Per essere più vicini a noi, inserire in Francia l’aborto in Costituzione significa avere avuto più coraggio del G7. Però poi dobbiamo elogiare la scelta di Roma di dedicare la stazione metro del Colosseo al movimento Lgbtqia+ e riempirla di arancione come è stato fatto a New York per celebrare i moti di Stonewell del 1969”.

Vediamo i divieti che immagino siano molti…

“E colpiscono soprattutto le donne: nei Paesi islamici, e soprattutto africani, il divieto al piacere con le escissioni genitali in nome di una tradizione patriarcale e maschilista, che ha sempre portato le donne a essere escluse, mentre l’uomo – anche con pratiche molto cruente come l’uso di polveri abrasive in Sudafrica – deve potere provare un piacere maggiore nonostante le donne provino dolore”.

Il libro parla di trasgressioni: il mondo ne è pieno?

“Ho dedicato tutta una parte al glossario del sesso che ormai è fluido. All’avanguardia ci sono non solo Stati americani, ma anche il Nord Europa vive le trasgressioni all’aria aperta e anche in Spagna e in Francia ci sono zone franche per sperimentare le situazioni più piccanti. Penso per esempio alla spiaggia nudista di Cap d’Agde in Lliguadoca. E poi la Giamaica, dove alberghi di lusso propongono ogni tipo di… vacanza”.

Vietnam, giovani in scooter
Vietnam, giovani in scooter

Si sfiora la pornografia?

“No, è un’altra cosa, qui le persone sono consapevoli, la pornografia invece è deleteria perché fa perdere la concezione etica del piacere. Bisogna disarcionare il mercato della pornografia online, anche perché ti rubano i dati, fare capire che la vita reale è un’altra cosa”.

Le curiosità che più l’hanno colpita?

“Che ovunque nel mondo i toys stanno andando alla grande, c’è addirittura un’azienda milanese che produce gioielli a forma di stimolatori sessuali”.

E qualcosa che l’ha fatta sorridere?

“La Candelora al santuario della Madonna di Montevergine a Mercogliano, in provincia di Avellino: vi si svolge da molto tempo la processione dei femminielli, un Pride ante litteram”.

Tarallo con la collega turca Iren Akin
Tarallo con la collega turca Iren Akin

Nell’immaginario collettivo ci sono Paesi che più di altri sono sintomo di trasgressione. Osserviamone due agli antipodi: l’Argentina e l’Australia, quali le loro “manie”?

“Nella prima il tango è stato un grande stimolatore del mondo gay, perché i primi immigrati, solo uomini, andavano nelle balere, come pure l’ambiente gaucho sottintendeva una certa sessualità omoerotica. Pensi che a Buenos Aires c’è una stazione della metro dedicata a Carlos Iaregui, colui che ha creato la comunità omosessuale in una società che era profondamente maschilista. Per quanto riguarda l’Australia, nelle grandi città si respira la massima libertà sessuale sia maschile sia femminile”.

Nelle narrazioni di cui il libro è pieno che ruolo ha Cuba?

“Racconto il mondo delle jineteras, le cavallerizze: alla fine degli anni ‘90 Fidel Castro, con l’acqua alla gola per la crisi economica, dette via libera all’attività di meretricio iniziando a fare venire charter dal Canada e ciò ha permesso all’isola di sopravvivere. Guevara era invece decisamente omofobo e vedeva l’unica soluzione per gli omosessuali i campi di rieducazione, dove però i secondini violentavano ogni notte chi vi era ristretto”.

Il turismo sessuale è una piaga?

“Una piaga deprecabile soprattutto quando ne sono oggetto i minori: i pedofili sono i veri terroristi del piacere e purtroppo in alcuni paesi vanno ancora numerosi. Ma se si tratta di rapporto fra adulti consenzienti la libertà e la consapevolezza sono maggiori. In Giamaica, ad esempio, l’Edonism Hotel è sorto proprio per questo. E ci sono luoghi africani, come Malindi, Zanzibar e la spiaggia fra Gambia e Senegal, guarda caso conosciuta come Senegambia, che sono stati creati all’uopo”.

Pietro Tarallo
Pietro Tarallo

Si può trasgredire senza pericoli?

“Usando le maggiori accortezze, evitando offerte strane, controllando le informazioni in proprio possesso e stando in guardia dal piacere troppo facile”.

Un’ultima cosa, lei è un viaggiatore a tutto tondo: che cosa la distingue da un turista?

“Amare le altre culture, avere la capacità di osservare senza giudicare, senza archetipi, essere libero di pensiero. Il turista, invece, non ama il rischio, preferisce essere sempre tutelato da una comitiva ed è bulimico, senza una conoscenza reale e approfondita di quello che si possa trovare davanti”.