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Home » Politica » Anziani: il governo approva una Risoluzione sul tema dei diritti umani nelle Rsa

Anziani: il governo approva una Risoluzione sul tema dei diritti umani nelle Rsa

In Italia ci sono circa 6,9 milioni di over 75, con quasi 3 milioni di persone con difficoltà motorie e autonomia ridotta, di cui 1,2 prive di aiuto adeguato. Molti anziani abitano da soli e ben 100mila sono privi di risorse economiche che permettano loro di accedere all'assistenza necessaria

Domenico Guarino
10 Maggio 2022
anziani

Approvata una Risoluzione sui diritti umani degli anziani nelle rsa

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Adottare politiche in favore delle persone anziane “fondate sul rafforzamento del loro patrimonio relazionale quale principale veicolo di tutela e di rispetto della dignità”. Favorire l’attivazione di servizi di prossimità, che permettano alle persone anziane di continuare a vivere nelle loro abitazioni, “favorendo l’assistenza domiciliare come forma prioritaria di vicinanza della società”. E ancora: promuovere, in forma capillare sul territorio, centri diurni per l’assistenza agli anziani, attivando servizi di accompagnamento “costanti ed efficienti con l’ausilio delle espressioni di maggiore esperienza del volontariato”. Sono solo alcuni dei punti della “Risoluzione sul tema dei diritti umani” nelle residenze sanitarie assistenziali, approvata nei giorni scorsi dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione di questi diritti.

anziani_diritti umani
Approvata una Risoluzione sul tema dei diritti umani nelle residenze sanitarie assistenziali approvata dalla Commissione straordinaria dedicata

Popolazione sempre più anziana

Un documento di estrema importanza che detta le linee guida per affrontare uno dei temi di maggiore urgenza e di maggiore attualità, quale l’innalzamento dell’età media, con tutte le problematiche (ma anche le opportunità) correlate, ed in conseguente ‘invecchiamento’ della popolazione. Un invecchiamento che tuttavia avviene in un contesto sociale, ed anche culturale, completamente diverso dagli anni passati. Gli over 75 in Italia sono circa 6,9 milioni, con oltre 2,7 milioni di persone con difficoltà motorie e autonomia ridotta, di cui 1,2 milioni prive di aiuto adeguato. Un milione di queste persone abita da sola oppure con altri familiari anziani e ben 100mila anziani sono privi di risorse economiche e si trovano nella impossibilità di accedere a servizi a pagamento per avere assistenza.
Molti anziani tuttavia continuano ad avere e desiderare una vita attiva e da protagonisti, viaggiando, coltivando interessi, mirando anche ad una vita affettiva e sentimentale di spessore e soddisfazione.

La risoluzione sui diritti umani nelle rsa

assistenza domiciliare anziani
La popolazione italiana è sempre più vecchia, ma molti anziani desidererebbero avere una vita il più possibile attiva

La Risoluzione sul tema dei diritti umani nelle residenze sanitarie assistenziali, in relazione all’affare assegnato n. 1156 (Doc. XXIV-ter, n. 5) impegna dunque il Governo, oltre a quanto già indicato, ad adottare misure di incentivazione del co-housing attraverso agevolazioni riguardanti la ristrutturazione interna degli immobili “finalizzati a razionalizzare gli spazi in funzione della coabitazione di persone anziane”. Poi ad incentivare, per le persone con familiari in età avanzata, forme di smartworking che consentano di conciliare prestazione professionale e lavoro di cura e assistenza e ad adottare misure fiscali di vantaggio rispetto alle figure professionali che assistono in casa, spesso in coabitazione, le persone anziane. C’è anche la volontà di  rafforzare il monitoraggio costante delle RSA in relazione alle condizioni delle infrastrutture e alla qualità dei servizi forniti, di favorire la formazione del personale attivo in tali strutture, che consenta la migliore opera di assistenza “sul piano professionale e in termini di empatia e dignità della persona anziana”. Si vogliono promuovere, nelle residenze sanitarie assistenziali, condizioni tali da garantire frequenza e intensità delle visite di familiari. E ancora, si punta a realizzare una ricognizione delle iniziative pubbliche e private con denominazione diversa come “case di riposo“, “case alloggio” o altro, e – ove riscontrati – reprimere abusi e maltrattamenti ai danni degli ospiti. Infine, altro obiettivo è quello di rendere disponibili e consultabili i dati sulle residenze sociosanitarie e socioassistenziali aggregati su scala nazionale e disaggregati per genere e settore (pubblico, privato) in modo da poter svolgere analisi scientifiche a livello nazionale complessive dei bisogni e delle risposte offerte.

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Di Edoardo Martini ✍

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  • Il suo desiderio, più che legittimo, è semplicemente quello di partecipare al Jova Beach party di Viareggio, a settembre, insieme ai suoi amici. Eppure Enrico, classe 1965, padre di due meravigliosi figli adottivi e costretto su una sedia a rotelle dal 1988, non è riuscito a fare quello che tutto il resto della sua comitiva ha fatto con pochi semplici click sul sito di Ticketone: acquistare il suo biglietto. 

“Per noi disabili cose come questa sarebbero troppo semplici. Forse non tutti sanno che la realtà è che, se una persona nelle mie condizioni desidera partecipare a un qualsiasi evento, solitamente gli viene richiesto di individuare per conto proprio gli organizzatori, cercare sul rispettivo sito le indicazioni sulla modalità di richiesta dei biglietti (che variano da organizzatore ad organizzatore) e in fine allegare alla domanda di partecipazione il certificato di invalidità e un documento d’identità. Mai ci è permesso di usare le piattaforme online ad acquisto diretto come Ticketone.

Mi sono sentito ulteriormente discriminato: oltre ai miei limiti fisici mi sono dovuto scontrare con ulteriori ostacoli rappresentati da procedure imposte da persone che non hanno la minima idea di cosa significhi la parola ‘inclusione‘. E quello che più mi ha sorpreso è che questi limiti siano arrivati in abbinamento ad un evento di Jovanotti, che ritengo un paladino dell’inclusione. Mi chiedo se lui sia a conoscenza di tutto questo e cosa ne pensi in tal caso”.

Il racconto di Enrico nell’intervista a cura di Caterina Ceccuti ✍

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  • “Per cantare ho affrontato un lungo percorso di logopedia, ma voglio fare della musica un posto più inclusivo. 

Mi chiamo Francesco, in arte Brazzo, sono sordo e nella vita faccio rap”. In una frase, lo specchio di una vita in salita. La fatica di imparare a cantare senza poter ascoltare nulla se non “le vibrazioni delle casse”, gli anni della logopedia e la voglia di mettere in versi la realtà, le battaglie per il riconoscimento della propria comunità e la denuncia sociale.

Brazzo nasce a Taranto in una famiglia di sordi da tre generazioni e si trasferisce a Milano nel 2008.

“Già da bambino desideravo cantare solo che mi sentivo imbarazzato per il fatto che un sordo potesse cantare. Ho iniziato a parlare a cinque anni, all’inizio non parlavo molto bene e ho affrontato un lungo percorso di logopedia. Poi a trent’anni avevo questo desiderio lasciato nel cassetto e ho deciso di lanciarmi”.

Quando rappa – e rappa bene – lo fa anche attraverso la lingua dei segni. Nel 2020 ha partecipato a Italia
Adottare politiche in favore delle persone anziane “fondate sul rafforzamento del loro patrimonio relazionale quale principale veicolo di tutela e di rispetto della dignità”. Favorire l'attivazione di servizi di prossimità, che permettano alle persone anziane di continuare a vivere nelle loro abitazioni, “favorendo l'assistenza domiciliare come forma prioritaria di vicinanza della società”. E ancora: promuovere, in forma capillare sul territorio, centri diurni per l'assistenza agli anziani, attivando servizi di accompagnamento “costanti ed efficienti con l'ausilio delle espressioni di maggiore esperienza del volontariato”. Sono solo alcuni dei punti della "Risoluzione sul tema dei diritti umani" nelle residenze sanitarie assistenziali, approvata nei giorni scorsi dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione di questi diritti.
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Approvata una Risoluzione sul tema dei diritti umani nelle residenze sanitarie assistenziali approvata dalla Commissione straordinaria dedicata

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La Risoluzione sul tema dei diritti umani nelle residenze sanitarie assistenziali, in relazione all'affare assegnato n. 1156 (Doc. XXIV-ter, n. 5) impegna dunque il Governo, oltre a quanto già indicato, ad adottare misure di incentivazione del co-housing attraverso agevolazioni riguardanti la ristrutturazione interna degli immobili “finalizzati a razionalizzare gli spazi in funzione della coabitazione di persone anziane”. Poi ad incentivare, per le persone con familiari in età avanzata, forme di smartworking che consentano di conciliare prestazione professionale e lavoro di cura e assistenza e ad adottare misure fiscali di vantaggio rispetto alle figure professionali che assistono in casa, spesso in coabitazione, le persone anziane. C'è anche la volontà di  rafforzare il monitoraggio costante delle RSA in relazione alle condizioni delle infrastrutture e alla qualità dei servizi forniti, di favorire la formazione del personale attivo in tali strutture, che consenta la migliore opera di assistenza “sul piano professionale e in termini di empatia e dignità della persona anziana”. Si vogliono promuovere, nelle residenze sanitarie assistenziali, condizioni tali da garantire frequenza e intensità delle visite di familiari. E ancora, si punta a realizzare una ricognizione delle iniziative pubbliche e private con denominazione diversa come "case di riposo", "case alloggio" o altro, e - ove riscontrati - reprimere abusi e maltrattamenti ai danni degli ospiti. Infine, altro obiettivo è quello di rendere disponibili e consultabili i dati sulle residenze sociosanitarie e socioassistenziali aggregati su scala nazionale e disaggregati per genere e settore (pubblico, privato) in modo da poter svolgere analisi scientifiche a livello nazionale complessive dei bisogni e delle risposte offerte.
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