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Home » Politica » Battaglia parlamentare sulla cannabis: centrosinistra ‘timido’. Cosa prevede la legge

Battaglia parlamentare sulla cannabis: centrosinistra ‘timido’. Cosa prevede la legge

Anche sulla depenalizzazione è scontro feroce tra partiti. Il rischio del Vietnam parlamentare e cosa dice il testo fuori di demagogia

Ettore Maria Colombo
4 Luglio 2022
cannabis parlamentari +Europa

Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi durante il punto stampa di +Europa sull'iter del Ddl per la coltivazione domestica della cannabis in discussione alla Camera (ANSA)

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Non c’è solo lo Ius scholae: anche il testo sulla cannabis infiamma l’Aula della Camera

Non c’è solo lo Ius scholae a tormentare i rapporti – già tesi – tra le forze della maggioranza di governo, in quanto a temi ‘eticamente’ sensibili. Infatti, c’è anche la cannabis che, come l’altro testo, è uscito dalle secche della commissione (in questo caso quella della Giustizia, presidente e relatore il pentastellato Mario Perantoni), è approdato, finalmente, alla discussione dell’Aula della Camera, a partire dal 30 giugno scorso. In realtà, sempre come per lo ius scholae, dato l’ostruzionismo (feroce) del centrodestra (sulla cannabis compatto, mentre su ius scholae FI si è divisa tra favorevoli e contrari al provvedimento), il Pd ha chiesto un rinvio ‘tecnico’ di qualche giorno. Un escamotage procedurale per garantire che il provvedimento, il cui esame riprenderà nella seconda metà di luglio, non finisca ‘in coda’ ad altri provvedimenti, slittando a dopo l’estate. Infatti, nella prossima settimana, dal 5 luglio, la Camera sarà impegnata a votare il dl Aiuti, che contiene molte norme chiave e scade il 15 luglio. 

Il rinvio tecnico in Aula e le posizioni dei partiti. Il rischio del Vietnam parlamentare

Cannabis battaglia parlamentare
Sulla legge per la depenalizzazione della coltivazione della cannabis si accende la battaglia parlamentare

Certo è che, anche se il presidente del Consiglio Mario Draghi si è detto convinto che le diversità di vedute su ius scholae e cannabis “non portano difficoltà per il governo” e non lo impegnano, perché, su questi temi, il governo ‘non’ si esprime – resta il punto.  Sia sul testo che mira alla liberalizzazione della produzione domestica della cannabis sia quello che introduce lo ius scholae nella legge sulla cittadinanza l’Aula della Camera ha ultimato la discussione generale nell’ultima seduta di giugno. Entrambi appaiono, senza una data specifica, nel calendario dei lavori dell’Assemblea approvato dai capigruppo di Montecitorio per il mese di luglio, quando potranno essere esaminati, ma con tempi contingentati: una circostanza che potrebbe fiaccare in Aula l’ostruzionismo già promesso dalla Lega (che presenta 1.500 emendamenti), soprattutto sullo ius scholae, un provvedimento rispetto al quale il Pd chiude a qualsiasi tipo di concessione per portarlo a casa prima della fine della legislatura. Sulla cannabis, invece, mentre il M5s appoggia con convinzione il provvedimento, gli altri partiti, Pd compreso, si mostrano ‘tiepidi’ – infatti anche se sia Ipf (gli ex M5s di Di Maio) e anche Iv sono, formalmente, a favore della pdl, non premono più tanto il piede sull’acceleratore. In ogni caso, anche se i testi verranno approvati a Montecitorio pur con una maggioranza spaccata, dovranno poi passare al Senato. E a Palazzo Madama potrebbe crearsi il classico ‘Vietnam’, a colpi di migliaia di emendamenti ed interventi a raffica da parte di chi non ha nessuna intenzione di far diventare legge questi provvedimenti.

L’incognita Senato e le parole della Montaruli 

Al netto del fatto che c’è una grande incognita anche su altri temi etici, come l’utero in affitto, la legge sul fine vita ed il testo sull’omofobia che, dopo la bocciatura da parte dell’Aula del Senato del ddl Zan alcuni mesi fa, il Pd ha ri-depositato, al Senato, annunciando che lavorerà per approvarlo entro la fine della legislatura, resta che, ad oggi, l’attenzione politica di tutti i partiti è concentrata su questi due: ius scholae e cannabis.
La propaganda della destra, sul punto, è notevole. Al netto del fatto che, sullo ius scholae, parla di “ius soli mascherato” (il che, ovviamente, non è), sulla cannabis parla di “droga libera per tutti”. Addirittura, come ha detto la deputata di FdI, Augusta Montaruli, “chi vuole lo ius soli lo vuole per regalare droga davanti alle scuole”, accusando gli immigrati di essere, di fatto, tutti spacciatori. Parole che, ovviamente, hanno acceso il web, con un florilegio di accuse, alcune volgari e sessiste, contro la Montaruli, aggredita in modo esagerato, tirando in ballo persino i suoi genitori, tutti sordi, ma pur sempre a fronte di accuse assai esagerate. Certo è che, a occhio, se l’impegno e anche la determinazione dell’ex fronte ‘giallorosso’ (Pd-M5s-LeU, ma anche Iv-IpF-centristi vari-FI) ad approvare lo ius scholae è forte, il fronte che vede gli stessi partiti a favore della legge sulla cannabis è molto più ‘timido’ e potrebbe soccombere davanti all’ostruzionismo della destra che, su questo, è unita: da Lega-FdI a FI-centristi.

Cosa prevede il ddl sulla cannabis ‘legale’

“Per la prima volta in Aula inizia un dibattito pubblico sulle droghe leggere” aveva esultato, forse fin troppo fiducioso, Riccardo Magi, presidente di + Europa, che nel 2019 ha depositato la proposta di legge sulla cannabis che è approdata, come si diceva, alla Camera, sotto forma di pdl a doppia firma, sua e della deputata di IpF (Insieme per il Futuro, ex M5s) Caterina Licatini. “Per l’Italia sarebbe una svolta storica”, prosegue Magi, osservando che “il nostro è il Paese europeo con le politiche più repressive rispetto alle droghe, ma a questa rigidità non corrisponde una diminuzione della circolazione delle sostanze e del mercato illegale degli stupefacenti”. Ma cosa prevede la legge sulla Cannabis? Vediamo i dettagli del provvedimento.

Il testo della proposta di legge è stato depositato da Riccardo Magi alla Camera e al Senato nel 2019. L’iter per arrivare alla discussione in Aula a Montecitorio è stato lunghissimo: si sono tenute decine e decine di audizioni e, a causa della pandemia del Covid, i tempi si sono assai dilatati.

Riccardo Magi durante il punto stampa di +Europa sull’iter del Ddl per la coltivazione domestica della cannabis in discussione alla Camera (ANSA)

Il nuovo reato, l’uso personale e le nuove pene

Per la prima volta in una legge italiana in cui si parla di droghe leggere viene accostata la dicitura “è lecito” alla parola “cannabis”. Infatti, il provvedimento prevede che sia lecito coltivare fino a un massimo di 4 piante di cannabis domestica per uso esclusivamente personale.

La legge prevede la riduzione delle pene per i reati di lieve entità. Nel testo si fa distinzioni tra le sostanze, cosa che finora non avveniva. In base alla vecchia legge Fini-Giovanardi, infatti, non c’è alcuna differenza se si viene fermati con in tasca cannabis, cocaina o eroina (solo per citare alcune sostanze stupefacenti). La pena prevista, al momento, è dai 6 mesi a 4 anni di carcere. Ora, invece, il testo di legge in esame alla Camera (e poi al Senato) fa una distinzione tra le varie sostanze e per chi viene fermato ed è in possesso di una quantità di cannabis per uso personale la pena prevista è tra i 2 mesi e i 2 anni di carcere. Per chi detiene per uso personale cannabis coltivata in casa viene eliminata la sanzione amministrativa. Oggi si applica la sanzione che prevede il ritiro della patente o del passaporto.

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Instagram

  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
  • La tolleranza, l’inclusione e il rispetto svaniscono nel momento in cui ci si mette davanti alla tastiera di un computer. Gli haters non sono spariti né accennano a diminuire. Esistono, sono molti più di prima, attaccano e anzi rilanciano. Oltre lo schermo, sono le donne soprattutto, e poi le persone con disabilità e le persone omosessuali, a essere i destinatari di insulti e offese di ogni tipo.

È questo il triste podio che ci consegna la ricerca condotta da Vox, Osservatorio italiano sui diritti, che ha fotografato l’odio via social, in particolare attraverso l’esame dei tweet. E le cose non vanno meglio rispetto all’anno precedente, anzi. Dalla settima edizione di questa ricerca è emerso infatti che nel 2022, da gennaio a ottobre, sono stati estratti quasi 630mila tweet, 583mila dei quali negativi, pari al 93% del totale, mentre invece l’anno prima i tweet presi in esame erano stati poco più di 797mila, 550mila dei quali erano negativi, cioè il 69% del totale.

Le donne si confermano essere il bersaglio numero uno, seguite appunto dalle persone con disabilità e dalle persone omosessuali, tornate nuovamente al centro del mirino, e non solo di quello che fa riferimento all’hate speech.

Oltre agli onnipresenti atteggiamenti di body shaming, molti attacchi hanno avuto come contenuto la competenza e la professionalità delle donne stesse. E, dunque, è il lavoro delle donne a emergere anche quest’anno quale co-fattore scatenante lo hate speech misogino, a conferma di una tendenza già rilevata lo scorso anno. Quanto alle persone con disabilità, risultata la seconda categoria più colpita.

Per quanto concerne invece gli stranieri e i migranti, la categoria sociale con una percentuale più alta di incremento di tweet negativi all’interno del cluster rispetto al 2021. Anche qui, va sottolineata la forte attenzione mediatica che si accende sugli sbarchi dei migranti e sulla situazione dei profughi provenienti dall’Ucraina, nonché dal contesto politico italiano e dalla sua relazione con l’Unione europea circa la gestione della situazione migratoria.

📲Come difendersi? Qual è la cura contro l
  • “Sesso. Libertà. Uguaglianza. Amore in tutti i sensi. E tutti a tavola!”. È il messaggio che Rosa Chemical, all’anagrafe Manuel Franco Rocati, porta a Sanremo 2023 per quello che sarà il suo esordio al festival con il brano “Made in Italy”.

Il rapper classe 1998, arriva da debuttante, ma con una storia già ben definita alle spalle. Poliedrico, eclettico, difficilmente etichettabile, ha dato sfogo alla sua creatività non solo a livello musicale – con influenze che spaziano dall’hiphop alla trap all’elettronica -, ma lavorando anche come modello per Gucci, come art and creative director e dedicandosi anche alla scrittura di videoclip. 

Nel 2019 ha pubblicato “Forever”, il suo primo album, che è stato certificato disco d’oro, da lì una serie di collaborazioni che lo hanno portato anche ad affiancare Tananai l’anno scorso nella serata cover del Festival.

“Molto spesso sono giudicato perché diverso, ma dal diverso bisogna imparare, assorbire. In Italia invece ciò che è diverso è giudicato. E io da diverso in passato mi sono sentito sbagliato” racconta Rosa Chemical. 

Non a caso, a Sanremo, il 25enne paladino della libertà di essere se stessi senza farsi condizionare dalle norme della società, arriva con il brano “Made in Italy” e un obiettivo ben preciso: “portare un messaggio di libertà contro ogni tipo di discriminazione, per promuovere l’uguaglianza e il rispetto. Cerco di creare dibattito: sono sempre pronto a spiegare il mio punto di vista, ma se non c’è apertura mentale non mi sento di dover dire nulla”.

Il brano “È piedi, con cui calpestare ciò che è generalista e che chiude tutto dentro una gabbia fatta di tabù. ‘Made in Italy vuole’ liberarci dalle censure, dagli stereotipi e dal politicamente corretto”. 

Come il titolo e la copertina, anche il testo è provocatorio e racchiude al suo interno tutta l’essenza e l’irriverenza prorompente di Rosa Chemical perché parla in maniera sfrontata di temi ancora oggi considerati tabù come il sesso, la fluidità e il poliamore. 

“Non c’è cosa più ‘Made in Italy’ del Festival di Sanremo. Non vedo l’ora di salire su quel palco”.

#lucenews #sanremo2023 #rosachemical

Non c’è solo lo Ius scholae: anche il testo sulla cannabis infiamma l’Aula della Camera

Non c’è solo lo Ius scholae a tormentare i rapporti – già tesi – tra le forze della maggioranza di governo, in quanto a temi ‘eticamente’ sensibili. Infatti, c’è anche la cannabis che, come l'altro testo, è uscito dalle secche della commissione (in questo caso quella della Giustizia, presidente e relatore il pentastellato Mario Perantoni), è approdato, finalmente, alla discussione dell’Aula della Camera, a partire dal 30 giugno scorso. In realtà, sempre come per lo ius scholae, dato l’ostruzionismo (feroce) del centrodestra (sulla cannabis compatto, mentre su ius scholae FI si è divisa tra favorevoli e contrari al provvedimento), il Pd ha chiesto un rinvio ‘tecnico’ di qualche giorno. Un escamotage procedurale per garantire che il provvedimento, il cui esame riprenderà nella seconda metà di luglio, non finisca ‘in coda’ ad altri provvedimenti, slittando a dopo l’estate. Infatti, nella prossima settimana, dal 5 luglio, la Camera sarà impegnata a votare il dl Aiuti, che contiene molte norme chiave e scade il 15 luglio. 

Il rinvio tecnico in Aula e le posizioni dei partiti. Il rischio del Vietnam parlamentare

Cannabis battaglia parlamentare
Sulla legge per la depenalizzazione della coltivazione della cannabis si accende la battaglia parlamentare

Certo è che, anche se il presidente del Consiglio Mario Draghi si è detto convinto che le diversità di vedute su ius scholae e cannabis "non portano difficoltà per il governo" e non lo impegnano, perché, su questi temi, il governo ‘non’ si esprime – resta il punto.  Sia sul testo che mira alla liberalizzazione della produzione domestica della cannabis sia quello che introduce lo ius scholae nella legge sulla cittadinanza l'Aula della Camera ha ultimato la discussione generale nell'ultima seduta di giugno. Entrambi appaiono, senza una data specifica, nel calendario dei lavori dell'Assemblea approvato dai capigruppo di Montecitorio per il mese di luglio, quando potranno essere esaminati, ma con tempi contingentati: una circostanza che potrebbe fiaccare in Aula l'ostruzionismo già promesso dalla Lega (che presenta 1.500 emendamenti), soprattutto sullo ius scholae, un provvedimento rispetto al quale il Pd chiude a qualsiasi tipo di concessione per portarlo a casa prima della fine della legislatura. Sulla cannabis, invece, mentre il M5s appoggia con convinzione il provvedimento, gli altri partiti, Pd compreso, si mostrano ‘tiepidi’ – infatti anche se sia Ipf (gli ex M5s di Di Maio) e anche Iv sono, formalmente, a favore della pdl, non premono più tanto il piede sull’acceleratore. In ogni caso, anche se i testi verranno approvati a Montecitorio pur con una maggioranza spaccata, dovranno poi passare al Senato. E a Palazzo Madama potrebbe crearsi il classico ‘Vietnam’, a colpi di migliaia di emendamenti ed interventi a raffica da parte di chi non ha nessuna intenzione di far diventare legge questi provvedimenti.

L’incognita Senato e le parole della Montaruli 

Al netto del fatto che c’è una grande incognita anche su altri temi etici, come l'utero in affitto, la legge sul fine vita ed il testo sull'omofobia che, dopo la bocciatura da parte dell'Aula del Senato del ddl Zan alcuni mesi fa, il Pd ha ri-depositato, al Senato, annunciando che lavorerà per approvarlo entro la fine della legislatura, resta che, ad oggi, l’attenzione politica di tutti i partiti è concentrata su questi due: ius scholae e cannabis. La propaganda della destra, sul punto, è notevole. Al netto del fatto che, sullo ius scholae, parla di “ius soli mascherato” (il che, ovviamente, non è), sulla cannabis parla di “droga libera per tutti”. Addirittura, come ha detto la deputata di FdI, Augusta Montaruli, “chi vuole lo ius soli lo vuole per regalare droga davanti alle scuole”, accusando gli immigrati di essere, di fatto, tutti spacciatori. Parole che, ovviamente, hanno acceso il web, con un florilegio di accuse, alcune volgari e sessiste, contro la Montaruli, aggredita in modo esagerato, tirando in ballo persino i suoi genitori, tutti sordi, ma pur sempre a fronte di accuse assai esagerate. Certo è che, a occhio, se l’impegno e anche la determinazione dell’ex fronte ‘giallorosso’ (Pd-M5s-LeU, ma anche Iv-IpF-centristi vari-FI) ad approvare lo ius scholae è forte, il fronte che vede gli stessi partiti a favore della legge sulla cannabis è molto più ‘timido’ e potrebbe soccombere davanti all’ostruzionismo della destra che, su questo, è unita: da Lega-FdI a FI-centristi.

Cosa prevede il ddl sulla cannabis ‘legale’

“Per la prima volta in Aula inizia un dibattito pubblico sulle droghe leggere” aveva esultato, forse fin troppo fiducioso, Riccardo Magi, presidente di + Europa, che nel 2019 ha depositato la proposta di legge sulla cannabis che è approdata, come si diceva, alla Camera, sotto forma di pdl a doppia firma, sua e della deputata di IpF (Insieme per il Futuro, ex M5s) Caterina Licatini. “Per l'Italia sarebbe una svolta storica”, prosegue Magi, osservando che “il nostro è il Paese europeo con le politiche più repressive rispetto alle droghe, ma a questa rigidità non corrisponde una diminuzione della circolazione delle sostanze e del mercato illegale degli stupefacenti”. Ma cosa prevede la legge sulla Cannabis? Vediamo i dettagli del provvedimento.

Il testo della proposta di legge è stato depositato da Riccardo Magi alla Camera e al Senato nel 2019. L'iter per arrivare alla discussione in Aula a Montecitorio è stato lunghissimo: si sono tenute decine e decine di audizioni e, a causa della pandemia del Covid, i tempi si sono assai dilatati.

Riccardo Magi durante il punto stampa di +Europa sull'iter del Ddl per la coltivazione domestica della cannabis in discussione alla Camera (ANSA)

Il nuovo reato, l’uso personale e le nuove pene

Per la prima volta in una legge italiana in cui si parla di droghe leggere viene accostata la dicitura “è lecito” alla parola “cannabis”. Infatti, il provvedimento prevede che sia lecito coltivare fino a un massimo di 4 piante di cannabis domestica per uso esclusivamente personale.

La legge prevede la riduzione delle pene per i reati di lieve entità. Nel testo si fa distinzioni tra le sostanze, cosa che finora non avveniva. In base alla vecchia legge Fini-Giovanardi, infatti, non c'è alcuna differenza se si viene fermati con in tasca cannabis, cocaina o eroina (solo per citare alcune sostanze stupefacenti). La pena prevista, al momento, è dai 6 mesi a 4 anni di carcere. Ora, invece, il testo di legge in esame alla Camera (e poi al Senato) fa una distinzione tra le varie sostanze e per chi viene fermato ed è in possesso di una quantità di cannabis per uso personale la pena prevista è tra i 2 mesi e i 2 anni di carcere. Per chi detiene per uso personale cannabis coltivata in casa viene eliminata la sanzione amministrativa. Oggi si applica la sanzione che prevede il ritiro della patente o del passaporto.

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