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Ferrara, Alcide Mosso (Lega) chiede un censimento di chi cambia sesso e chi abortisce

Le due interrogazioni presentate in giunta comunale dal consigliere sono state bocciate e quindi ritirate. Ma hanno suscitato non poche polemiche

di MARIANNA GRAZI -
21 ottobre 2022
SEDUTA CONSIGLIO COMUNALE ALCIDE MOSSO

SEDUTA CONSIGLIO COMUNALE ALCIDE MOSSO

E meno male che doveva essere solo un fuoco di paglia. Ma quello che è accaduto giovedì 20 ottobre in consiglio comunale a Ferrara dimostra piuttosto che nel nostro Paese la questione dell'aborto è tutt'altro che chiusa. Anzi quel fondamentale diritto sembra oggi più che mai in pericolo. Presentate, bocciate e ritirate: perlomeno le interrogazioni del consigliere leghista Alcide Mosso presentata giovedì 20 ottobre nella seduta al Palazzo Municipale per ottenere dati sulle riassegnazioni anagrafiche di genere e sulle interruzioni volontarie di gravidanza hanno avuto vita breve.

Le interrogazioni di Alcide Mosso

Alcide Mosso, consigliere comunale della Lega a Ferrara

Mosso, non nuovo a richieste che innescano polemiche e non solo, si è rivolto alla giunta comunale guidata dal sindaco Alan Fabbri con due richieste ben precide: voleva sapere "Quante donne, che si sono presentate alle strutture del Servizio sanitario nazionale del comune di Ferrara per richiedere l'attivazione della procedura di IVG per motivi economici, sociali, psicologici, lavorativi, famigliari, hanno poi proseguito nel percorso fino ad arrivare all'IVG, relativamente al periodo dal 2011 al 2021, suddividendo il numero per anno di riferimento" ma non solo; con la seconda interrogazione si domandava quante persone hanno chiesto di cambiare sesso negli ultimi dieci anni, "distinguendo se trattasi di persone di maggiore o minore età". I due quesiti sono stati depositati per avere i dati del decennio dal 2011 al 2021.

L'interesse a livello nazionale

Per quanto richiedere questo tipo di informazioni non sia inconsueto né anomalo, perché spesso vengono utilizzati a fini statistici o per studi scientifici/sociali (si pensi ad esempio all'ultima relazione del ministero della Salute sull'applicazione della legge 194/78 in materia di aborto), il fatto che però la richiesta su questi dati provenga da un consigliere leghista, che non più di qualche mese fa definiva proprio l'aborto una "cultura di morte", ha fatto sollevare più di una perplessità sul motivo e sulle finalità. Anche perché, nonostante le rassicurazioni arrivate dalla nuova maggioranza di centro-destra, che dice di non ritenere questi temi una "priorità" nella tabella politica, in questo periodo l'interesse su queste tematiche sembra parò particolarmente alto. In particolar modo gli esponenti del nuovo Parlamento si mostrano particolarmente attenti a tutto ciò che riguarda l'interruzione di gravidanza. La richiesta di Alcide Mosso non risulta allora fuori luogo, perché in questi giorni anche a livello nazionale sono stati presentati diversi disegni di legge e interrogazioni, non ultimo quello del senatore Maurizio Gasparri sulla tutela della coscienza giuridica del concepito, che da più parti sono visti come un tentativo di aggirare la legge 194 e limitare il ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza.
flash mob pro aborto

A livello nazionale c'è particolare interesse, nonostante non sia considerato una "priorità", tra i politici di centro destra sul tema aborto

Le polemiche

Ma il caso specifico va ancor più ad alimentare le polemiche e le preoccupazioni che si rincorrono ormai quotidianamente. Le interrogazioni, prima di essere ritirate, hanno creato scalpore nell'opposizione ferrarese. La consigliera comunale appartenente al Gruppo Misto, Anna Ferraresi, ha dichiarato in una nota che "tali richieste dovrebbero essere rigettate al mittente, in quanto irricevibili e offensive", e chiesto che le opposizioni nominino "una commissione urgente per questa ennesima ignominia". Nulla di nuovo, secondo i dem, "per chi ha chiesto un cimitero per i feti e vive l'ossessione della 'teoria gender' (inesistente) nelle biblioteche comunali. Invano in questi mesi abbiamo atteso un segnale della presidente della commissione Pari Opportunità, Paola Peruffo, di Forza Italia". Ritirate sì, ma prima formulate e presentate. E non ci si può passare sopra così facilmente, secondo Manuela Macario (presidente Arcigay): "Sono richieste strumentali che dimostrano quanto sul tema dell'identità di genere ci sia ancora molta ignoranza. Quei dati avrebbero fotografato solo parzialmente la popolazione trans della città: da un lato perché i percorsi di riassegnazione anagrafica sono lunghissimi, possono durare anche dieci anni, e sono onerosi; dall'altro perché ci sono anche persone gender queer che non fanno questi percorsi".