Instagram e Facebook hanno recentemente nascosto, bloccato o rimosso i post di due fornitori di pillole abortive. Instagram ha anche sospeso diversi account e nascosto i fornitori dalle ricerche e dai suggerimenti agli utenti del social. Le azioni sono aumentate nelle ultime due settimane e sono state particolarmente evidenti negli ultimi due giorni, secondo quanto riporta il New York Times.
La Marcia per la Vita degli anti-abortisti
Intanto nella capitale Washington oggi va in scena la Marcia per la vita, un'occasione per il movimento anti-abortista americano per celebrare un momento di massima affermazione, con alleati alla Casa Bianca, al Congresso e nella maggioranza conservatrice della Corte Suprema che nel giugno del 2022 ha abolito il diritto costituzionale all’interruzione volontaria di gravidanza, permettendo così a decine di stati repubblicani di approvare leggi che limitano se non vietano del tutto l'aborto.
Alla manifestazione di oggi hanno partecipato il vice presidente JD Vance, lo Speaker della Camera, Mike Johnson, e lo stesso Donald Trump, ma con un video pre-registrato. D'altra parte, proprio ieri il presidente ha firmato un nuovo provvedimento di grazia, questa volta per 23 anti-abortisti che erano stati condannati per aver impedito l'ingresso alle cliniche per l'interruzione di gravidanza
Account bloccati e post nascosti: la censura dell’aborto
Meta, company proprietaria delle piattaforme social Facebook e Instagram, ha confermato alcune sospensioni e l'offuscamento dei post dei fornitori di pillole. Aid Access, una delle maggiori negli Stati Uniti, ha affermato che alcuni post sono stati rimossi dal suo account Fb e nascosti su Ig da novembre, e altri negli ultimi giorni. Anche gli account Instagram di altri fornitori, tra cui Women Help Women e Just the Pill, sono stati sospesi negli ultimi giorni, riporta il quotidiano.
L'azienda di Mark Zuckerberg ha poi riattivato diversi account e ripubblicato post dopo che il Nyt ha chiesto informazioni su questo tipo di attività, evidentemente di censura nonostante i recenti annunci dello stesso CEO, che ha eliminato i fact checker sulle sue piattaforme per “ripristinare una maggior libertà di espressione”. Ovviamente se questa non va a scontrarsi coi principi conservatori e anti-abortisti espressi a più riprese dal presidente Donald Trump, a cui Zukerberg si è in fretta e furia allineato.
Anche se fa sapere con una nota che le azioni sugli account incentrati sull'aborto non sono correlate al cambiamento di tali politiche. Ma la tempistica degli incidenti, spiega il Nyt, ha sollevato diversi dubbi. Un portavoce della società ha attribuito alcuni dei recenti incidenti alle regole che proibiscono la vendita di farmaci sulle sue piattaforme senza la dovuta certificazione, parlando per alcuni episodi di "applicazione eccessiva".