Maternità surrogata sì, maternità surrogata no. Su questa scelta si gioca non solo la
partita dei diritti civili della comunità Lgbtq+ e di migliaia di coppie omogenitoriali italiane, ma anche quella dei fragili equilibri su cui si regge la politica. In particolare del centrosinistra. Come era stato ai tempi per il
Ddl Zan, oggi è infatti la gestazione per altri a far tremare le basi del Partito Democratico. E la leadership di
Elly Schlein, che a differenza dell'unica altra leader donna italiana, ovvero la presidente del Consiglio
Giorgia Meloni, non gode di un appoggio unanime.
La segretaria del PD al centro delle discussioni interne al partito
La maternità surrogata allo studio del Parlamento
Oggi in Aula si torna a parlare di maternità surrogata dunque, anche se si tratta solo della discussione della questione pregiudiziale, mentre l'esame del testo per renderla un "
reato universale" riprenderà la prossima settimana. Il centrodestra compatto è pronto a votare a favore della proposta di Fratelli d'Italia (già approvata in Commissione Giustizia) che prevede di
punire chi ricorre alla GPA non solo in Italia (dove il divieto esiste già) ma anche all’estero.
Maternità surrogata: prosegue l'iter per farla diventare reato universale
Sul fronte interno le opposizioni si preparano a dare battaglia. Ma manca, in questo caso, l'unità. Se le due pregiudiziali allo studio del Parlamento, che vogliono dimostrare che l’ipotesi di perseguire un reato commesso in uno Stato estero sia contrario ai principi della Carta Costituzionale, sono state presentate da +Europa e
un’altra dal Pd, è proprio tra le fila dei dem che si rischia maggiormente la tenuta.
Il Pd si divide Gpa solidale
E il
dibattito, che
potrebbe spaccare il partito come invece portare a una ritrovata alleanza tra le forze interne, riguarda in primis la segretaria Schlein. Una lotta tra la vecchia e la nuova guardia, come scrive Simone Alliva su L'Espresso, che però si gioca sul campo dei diritti civili, uno dei più cari alla sinistra. Il voto sulla maternità surrogata servirà invece a fare una conta tra chi intende seguire la leader (che si è detta a favore a livello personale alla Gpa) e chi invece rema contro.
Graziano Delrio, senatore dem, è tra i contrari alla maternità surrogata
Lo scontro tra i vari fronti si giocava, in particolare, su come schierarsi in merito all'emendamento di Riccardo Magi
per la gestazione solidale. Elly Schlein si collega in remoto da Bruxelles e chiede
distensione e dialogo ai suoi. Cosa che, puntualmente, non accade. Il senatore ed ex ministro Graziano Delrio è nettamente contrario alla gravidanza per altri. "Una pratica in cui non c’è nulla di umanità - dice in un'intervista al Corriere della Sera - e non c’è rispetto dei diritti del figlio" ma "comporta lo sfruttamento di altre persone ed è
un’offesa alla dignità della donna". Il gruppo dei cattodem di Silvia Costa e Stefano Lepri è deciso a
votare no, come dettato anche dal presidente
Stefano Bonaccini. Ed proprio il deputato a lanciare la bomba: "La verità è che questa discussione sulla Gpa è un
pretesto per rimettere in discussione la leadership del partito e la capacità di Schlein di gestirla".
Rimettere in discussione la leadership
Poi lo stesso
governatore emiliano,
dalla festa dell'Unità a Roma, si fa vivo: "Io non voglio le correnti, non ho mai fatto parte di correnti". "Una cosa a Elly ho detto – prosegue, cercando di smorzare i toni ma tenendo fede alla linea – : non è che tutto il
popolo delle primarie ha votato quella mozione. Lavorerò per aiutare e rafforzare Elly ogni giorno ma c'è una parte che ha votato alle primarie e aveva scelto un'altra opzione".
La segretaria Elly Schlein e il presidente del Partito Democratico Stefano Bonaccin
Non regge nemmeno l'ipotesi dell'
astensione, che aveva avanzato la capogruppo del Pd Chiara Braga a tarda notte. Altri chiedono invece la libertà di coscienza. Alla fine è già oltre mezzanotte quando la linea viene decise: il Partito voterà
contro l'istituzione del reato universale di maternità surrogata.
Ma voterà a favore degli emendamenti per la trascrizione dei figli delle famiglie arcobaleno. La segretaria è salva, almeno per questa volta. Ha vinto la battaglia, ma la guerra intestina ai democratici non è ancora chiusa e fa perno, purtroppo proprio sulla figura di Schlein. Che da alternativa e valida avversaria di Giorgia Meloni sta invece diventando bersaglio di recriminazioni tra i suoi colleghi di partito. Il
capro espiatorio, dunque. Che è donna. E difende i diritti civili.