Nepal, chi sono le due candidate transgender alle elezioni

Il Paese è tra i più progressisti in termini di diritti Lgbtq ma restano discriminazioni sul lavoro, nell’assistenza sanitaria e nell’istruzione

di Redazione Luce!
29 novembre 2024
Honey Maharjan

Honey Maharjan (Facebook)

In Nepal ci sono due candidate transgender in corsa per le elezioni locali, rispettivamente per il ruolo di sindaca e di presidente di circoscrizione. 

Il Paese è tra  tra i più progressisti dell'Asia meridionale in materia di diritti Lgbtq e Deepak (Honey) Maharjan e Rajev (Mouni) Maharjan sono solo l’ultima delle dimostrazioni di quanto lì  l’inclusione non sia solo di facciata ma effettiva. Già nel 2008 Sunil Babu Pant era diventato il primo membro del Parlamento nepalese apertamente gay: “Questo è uno sviluppo estremamente positivo per il Nepal – ha detto riferendosi alle candidature – siamo molto emozionati e siamo qui anche per sostenerle”.

La candidata 44enne Honey Maharjan corre per la carica di sindaca di Kirtipur, alla periferia della capitale Kathmandu. “Finora nessuno della nostra comunità aveva esercitato il diritto di presentare la propria candidatura alle elezioni comunali in Nepal, mi sento bene per questo, è un'emozione” ha affermato. Ma ha anche aggiunto che nonostante i progressi legali, molte persone appartenenti alla comunità Lgbtq continuano a subire discriminazioni nel lavoro, nell'assistenza sanitaria e nell'istruzione, spiegando che con il suo gesto spera di “incoraggiare altri” a fare come lei.

Mouni Maharjan, che non ha parentele con Honey, è invece in corsa per un posto di presidente di circoscrizione nello stesso comune. “Da noi non ci sono servizi igienici, mi impegnerò per questo. Mi impegnerò anche a creare posti di lavoro per le persone della comunità Lgbtq e, inoltre, aggiungerò un programma di studi sulla comunità” ha spiegato.

Il Nepal, anche se difficilmente se ne sente parlare, ha fatto enormi passi avanti nei diritti. Nel 2007 ha dichiarato illegale la discriminazione basata sul genere o sull'orientamento sessuale. Nel 2013 è stata introdotta una terza categoria di genere per i documenti di cittadinanza e nel 2015 sono stati introdotti passaporti con la dicitura "altri". Lo scorso anno, inoltre, un ordine provvisorio della Corte Suprema ha permesso alle coppie omosessuali e transgender di registrare il proprio matrimonio.