Accorciare da 10 a 5 anni il periodo di soggiorno legale continuativo nel Paese per i maggiorenni per poter diventare cittadini italiani. E' quanto chiede il quesito referendario depositato mercoledì 4 settembre da un gruppo di associazioni, organizzazioni, partiti e personalità singole in Cassazione. Con la riduzione a cinque anni di residenza, l’Italia si adeguerebbe alla legislazione di molti paesi europei e tornerebbe alla normativa che esisteva prima del 1992.
La campagna si chiama “Figli e Figlie D’Italia”, servono 500mila firme per raggiungere il quorum ed è possibile firmare sulla piattaforma digitale dedicata alla raccolta referendiaria, inaugurata il 25 luglio.
L’adesione del Pd
"Ci aspettiamo - sottolinea il segretario di +Europa Riccardo Magi - che chi in questi giorni si è detto favorevole a una riforma della legge sulla cittadinanza appoggi questo referendum". E un primo segnale arriva intanto dal Partito Democratico, che assicura il suo sostegno alla campagna: "La legge va cambiata, abbiamo sbagliato a non farlo", sottolinea Elly Schlein.
La risposta della maggioranza e le tensioni nel centrodestra
Forza Italia, con i capigruppo Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, ha proposto agli uffici parlamentari di elaborare un testo che punti a rendere possibile la richiesta della cittadinanza italiana dopo un percorso di studi di 10 anni.
Ma mentre Forza Italia mantiene le sue intenzioni sulla riforma dell’attribuzione della cittadinanza attraverso l’introduzione del principio dello “ius scholae”, la posizione di un altro partito all’interno della maggioranza è assai lontano. La Lega, infatti, rimane ferma nella sua posizione conservatrice, che vede la cittadinanza come un premio da guadagnare attraverso un lungo percorso di integrazione e rispetto delle tradizioni italiane.
Forza Italia – da quella famosa intervista a Marina Berlusconi – sembra abbia ormai intrapreso un’operazione di lifting del suo elettorato, mostrandosi più flessibile e sensibile sui recenti temi sociali – come la questione delle carceri – creando non pochi attriti con le posizioni tradizionaliste del Governo. Potrebbe essere l’inizio di una spaccatura all’interno della maggioranza, che potrebbe avere conseguenze significative sugli equilibri interni alla coalizione.