Razzismo, sessismo e volgarità. Sono i tre elementi cardine che emergono dal comizio del candidato repubblicano Donald Trump al Madison Square Garden di New York. A nove giorni dalle elezioni presidenziali che decreteranno il sostituto di Joe Biden alla Casa Bianca, il tycoon e i suoi alleati saliti sul palco non si sono smentiti. Poteva essere l’occasione per una rivincita, ma è stata solo la conferma di tutto ciò che gli oppositori hanno detto in questi mesi nei confronti di Trump.
Insulti pesanti verso la sfidante Kamala Harris arricchiti da commenti razzisti su latini, ebrei e afroamericani. Tra gli interventi più duri c’è sicuramente quello del comico Tony Hinchcliffe, che conduce il podcast Kill Tony. “C'è letteralmente – le sue parole – un'isola galleggiante di spazzatura in mezzo all'oceano in questo momento. Penso che si chiami Porto Rico” per poi ironizzare sul fatto che le persone latinoamericane “adorano fare bambini”. Il discorso di Hinchcliffe è finito immediatamente al centro della polemica rischiando di avere conseguenze importanti sul cammino del tycoon alla Casa Bianca.
Una consigliera di Trump, Danielle Alvarez, ha cercato di metterci una pezza, dicendo che “le battute di Hinchcliffe non riflettono le posizioni di Trump o della campagna”. Le frasi del comico hanno provocato una reazione a catena anche tra gli artisti latinoamericani che finora non si erano ancora schierati a sostegno di Kamala Harris. A partire dal noto cantante portoricano Bad Bunny fino ad arrivare a Ricky Martin che sulle sue storie Instagram ha fatto il suo endorsement verso la candidata democratica scrivendo: "Questo è quello che (i repubblicani, ndr) pensano di noi, votate per Kamala Harris”.
Ma non è finita qui. Grant Cardone ha detto che Harris e “i suoi papponi distruggeranno il nostro Paese”, mentre David Rem, amico di infanzia di Trump, l'ha chiamata “il diavolo e l'anti-Cristo”. La retorica di rabbia e violenza non si è fermata nemmeno quando sul palco (sono intervenuti anche il candidato vicepresidente J.D. Vance, l’imprenditore Elon Musk, l’ex wrestler Hulk Hogan e la moglie di Donald Trump, Melania) è salito lo stesso Trump. Il tycoon, come aveva già fatto in altre occasioni, ha parlato dei media come “il nemico del popolo” e ha apostrofato la sua sfidante come una “persona poco intelligente”. Quella che poteva essere la rivincita di Trump, potrebbe diventare una delle cause del suo fallimento.