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Peter Kalmus-Scientist Revolution
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Gli attivisti ambientali di Extinction Rebellion protestano fuori dagli uffici della Banca Mondiale durante il primo giorno di una "Coastline Rebellion" globale
"Devo proteggere i miei figli e il pianeta che amo"
"Stiamo andando verso una fottuta catastrofe", ha detto lo scienziato climatico della NASA Peter Kalmus (@climatehuman) in un appello commosso incatenandosi di fronte alle porte della JP Morgan Chase Bank a Los Angeles. Kalmus, fisico di 47 anni, si occupa di studiare, attraverso dati e modelli satellitari, quanto rapidamente sta cambiando il clima sulla Terra, concentrandosi in particolare su scenari di perdita della biodiversità ed eventi metereologici estremi. Ma Peter è anche un padre che vuole proteggere le generazioni future dal disastro: "Sono stato arrestato mercoledì scorso (il 6 aprile, ndr) mentre facevo un atto di disobbedienza civile in un disperato tentativo di difendere i miei figli e proteggere il pianeta che amo".I'm grateful we tried. Man, oh, man, did we try. pic.twitter.com/TlYrwwGB8v
— Peter Kalmus (@ClimateHuman) April 11, 2022
Dalle parole ai fatti
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Attivisti di Scientist rebellion in una manifestazione del 6 aprile scorso, dopo la pubblicazione dell'ultimo report sul clima dell'Onu
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Le manifestazioni nel mondo
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Gli scienziati del clima che protestano a Londra (Reuters/Hannah McKay)
Oltre a Kalmus e ai suoi colleghi, dopo la pubblicazione dell'ultimo report Ipcc, si sono svolte azioni di protesta in tutto il mondo. Anche in Italia. A Roma, ad esempio, quattro attivisti, indossando camici bianchi, si sono incatenati ai cancelli di accesso dell'Università La Sapienza, ma sono poi stati fatti allontanare dalla polizia per la manifestazione non autorizzata, mentre a Maghera (Ve) sono stati gli scienziati stessi a legarsi con delle catene ai cancelli della raffineria Eni, come riporta La Repubblica. Ancora, sempre come testimonia il quotidiano, a Torino Scientist Rebellion ha incollato l'ultimo report Ipcc sulle vetrate del palazzo della Regione Piemonte. All'estero sono stati oltre 25 i Paesi che hanno aderito alle proteste, tra cui la Spagna, dove nella capitale Madrid i manifestanti hanno gettato vernice rossa sul palazzo del Parlamento spagnolo, la Germania, il Regno Unito, la Danimarca, e poi Ecuador, Ruanda, Sierra Leone, Colombia, Malawi e così via. In ognuno di questi Stati gli scienziati sono scesi in strada rischiando la loro carriera, perché, come afferma il 47enne della Nasa, "siamo disperati: stiamo piangendo, implorando e facendoci arrestare" pur di sensibilizzare il mondo che le cose devono cambiare perché esista un futuro.