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Home » Spettacolo » Femminilità e burlesque, Giulia Di Quilio: “Il corpo delle donne? Nudo spaventa ancora”

Femminilità e burlesque, Giulia Di Quilio: “Il corpo delle donne? Nudo spaventa ancora”

L'attrice e performer 41enne si esibirà il 28 luglio sul palco delle "Notti Blu al Golf Club Tirrenia" (Pisa), organizzate dall'associazione Lungofiume

Francesca Bianchi
28 Luglio 2022
Giulia Di Quilio

Giulia Di Quilio

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“Ma cosa pensa tuo marito del tuo lavoro?”. E questa la domanda che Giulia Di Quilio, performer di burlesque, si è sentita mille e mille volte ripetere. E che ancora oggi emerge spontanea, esattamente come il fastidio nel sentirla pronunciare. “Una mamma – come sono io, che ho due gemelli di 5 anni – sexy, che esibisce il proprio corpo è qualcosa che continua a mandare in tilt le sinapsi dell’italiano medio”. La ‘battaglia’ contro il pregiudizio della 41enne di Chieti passa di qui, da un palcoscenico in cui la femminilità è espressione, chiara ed evidente, di libertà.

Giulia Di Quilio
Giulia Di Quilio è performance di burlesque e attrice

“Il corpo delle donne spaventa, così come spaventa l’erotismo e chi ne fa un uso consapevole. Ma è proprio questo che accade nel burlesque: la donna torna ad essere soggetto, acquistando consapevolezza di sé. Il difficile è farlo capire. Agli altri”. Attrice di teatro, tv e cinema (scelta dal premio oscar Paolo Sorrentino per ‘La grande bellezza‘), performer, mamma, donna. Giulia di Quilio (in arte Vesper Julie) è tutto questo. Si racconterà (e si esibirà) sul litorale pisano giovedì 28 luglio sul palco delle “Notti Blu al Golf Club Tirrenia”, organizzate dall’associazione Lungofiume. E sarà una nuova tappa nel suo elegante, fascinoso, consapevole cammino di ‘educazione’.

Perché il burlesque è libertà per le donne?
“Perché ci permette di essere registe di noi stesse, cosa che non accade né nel cinema né nel teatro, né tanto meno nella vita. Il burlesque non si fa per compiacere l’uomo. Insegnando ho visto e conosciuto tante donne che hanno voglia di ritrovare il proprio modo di vivere la propria femminilità al di là di ogni standard. Le donne del burlesque sono femminili nel loro modo unico e speciale di esserlo: anche i corpi oversize hanno la propria sensualità. La bellezza sta nella personalità e nella consapevolezza dei propri mezzi personali…”.

Il giudizio è ancora un macigno?
“Le donne, nella nostra società, sono iper-giudicate, cosa che ovviamente non avviene per il maschio. La strada è ancora lunga. Testimonianza di quanto ancora la nostra società sia sessuofobica è il fatto che una donna prosperosa è ancora bollata come volgare. E poi ci sono i rischi che l’esposizione del proprio corpo trascina sempre più spesso con sé, vedi il revenge porn. Il mio impegno per le donne va anche in questa direzione, con la partecipazione al Women’s art indipendent festival e la sfida web #intimatechallenge”.

Giulia Di Quilio, mamma di due gemellini di 5 anni, ha recitato anche ne “La Grande Bellezza” di Sorrentino

Come si è avvicinata al burlesque?
“Il burlesque è arrivato in Italia nel 2010. Prima di allora questa forma d’arte non esisteva nel nostro Paese. Ed io ne rimasi subito colpita. Mi sono detta: ‘Posso farlo’. L’esperienza di attrice teatrale alle spalle ed il passato da modella pin-up erano un buon punto di partenza”.

Anche Sorrentino l’ha voluta nel suo film più rappresentativo. Un’apparizione forte, la sua, centrata sulla seduzione, che ha messo alla prova i sensi del protagonista Toni Servillo. Come è andata?
“Abbiamo girato su una magnifica terrazza al Colosseo, alle 4 del mattino. Una festa ma, in realtà, tutto si è svolto nel silenzio più assoluto. E già questa era una scena, di per sé, sorrentiniana. Un regista attento ad ogni dettaglio, come ce ne sono pochi. Servillo? Un grande gentleman e un ottimo partner di set”.

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  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
"Ma cosa pensa tuo marito del tuo lavoro?". E questa la domanda che Giulia Di Quilio, performer di burlesque, si è sentita mille e mille volte ripetere. E che ancora oggi emerge spontanea, esattamente come il fastidio nel sentirla pronunciare. "Una mamma – come sono io, che ho due gemelli di 5 anni – sexy, che esibisce il proprio corpo è qualcosa che continua a mandare in tilt le sinapsi dell'italiano medio". La 'battaglia' contro il pregiudizio della 41enne di Chieti passa di qui, da un palcoscenico in cui la femminilità è espressione, chiara ed evidente, di libertà.
Giulia Di Quilio
Giulia Di Quilio è performance di burlesque e attrice
"Il corpo delle donne spaventa, così come spaventa l’erotismo e chi ne fa un uso consapevole. Ma è proprio questo che accade nel burlesque: la donna torna ad essere soggetto, acquistando consapevolezza di sé. Il difficile è farlo capire. Agli altri". Attrice di teatro, tv e cinema (scelta dal premio oscar Paolo Sorrentino per 'La grande bellezza'), performer, mamma, donna. Giulia di Quilio (in arte Vesper Julie) è tutto questo. Si racconterà (e si esibirà) sul litorale pisano giovedì 28 luglio sul palco delle "Notti Blu al Golf Club Tirrenia", organizzate dall'associazione Lungofiume. E sarà una nuova tappa nel suo elegante, fascinoso, consapevole cammino di 'educazione'. Perché il burlesque è libertà per le donne? "Perché ci permette di essere registe di noi stesse, cosa che non accade né nel cinema né nel teatro, né tanto meno nella vita. Il burlesque non si fa per compiacere l'uomo. Insegnando ho visto e conosciuto tante donne che hanno voglia di ritrovare il proprio modo di vivere la propria femminilità al di là di ogni standard. Le donne del burlesque sono femminili nel loro modo unico e speciale di esserlo: anche i corpi oversize hanno la propria sensualità. La bellezza sta nella personalità e nella consapevolezza dei propri mezzi personali...". Il giudizio è ancora un macigno? "Le donne, nella nostra società, sono iper-giudicate, cosa che ovviamente non avviene per il maschio. La strada è ancora lunga. Testimonianza di quanto ancora la nostra società sia sessuofobica è il fatto che una donna prosperosa è ancora bollata come volgare. E poi ci sono i rischi che l'esposizione del proprio corpo trascina sempre più spesso con sé, vedi il revenge porn. Il mio impegno per le donne va anche in questa direzione, con la partecipazione al Women's art indipendent festival e la sfida web #intimatechallenge".
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