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Cannes, parità dei sessi ancora lontana nell'industria cinematografica

Al galà “Woman in Motion Awards” premiata la malese Michelle Yeoh: "Lotto per un cinema accessibile a tutti". E al Festival protesta contro la guerra in Ucraina

di BARBARA BERTI -
23 maggio 2023
La paladina delle diversità al cinema: Michelle Yeoh (Ansa)

La paladina delle diversità al cinema: Michelle Yeoh (Ansa)

Nuovo premio per Michelle Yeoh ma il cinema è ancora troppo dominato dagli uomini. In questi giorni a Cannes, è in corso la 76esima edizione del Festival di Cannes, l’importante kermesse cinematografica dove vengono presentati i film per la nuova stagione.
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Un momento del galà “Woman in Motion Awards” (Ansa)

Tra gli eventi collaterali, anche il galà “Woman in Motion Awards”, il tradizionale appuntamento con il premio istituito dal 2015 dal gruppo Kering per le personalità che si sono particolarmente distinte, un premio che vuole dare voce alle disuguaglianze nel campo dell’arte. A vincerlo, quest’anno l'attrice malese Michelle Yeoh, già vincitrice dell'Oscar 2023 per “Everything Everywhere All at Once”. Attraverso i suoi ruoli iconici, “Michelle Yeoh è riuscita a infrangere ogni stereotipo” le parole di François-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato di Kering.
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Michelle Yeoh, attrice originaria della Malesia, guida la carica di una generazione di asiatici cui finalmente Hollywood presta attenzione (Ansa)

La paladina delle diversità al cinema

60 anni, tanti film d'azione tra cui “Avatar” e d'autore come “La tigre e il dragone” e “Memorie di una geisha”, Michelle Yeoh, attrice originaria della Malesia guida la carica di una generazione di asiatici cui finalmente Hollywood presta attenzione. “Gli artisti asiatici sono stati ignorati per troppo tempo, ma sono fiduciosa per il futuro” dice l’attrice ritirando il premio che nel 2022 andò a Viola Davis.
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L'attrice malese Michelle Yeoh, già vincitrice dell'Oscar per “Everything Everywhere All at Once”, si aggiudica il premio "Woman in Motion"

Con l'Oscar è diventata una paladina della diversità al cinema. “Continuerò a lottare per un cinema accessibile a tutti” le parole dell’attrice. “La cosa più importante che ha fatto la mia vittoria all'Oscar è aver generato un tale orgoglio con la nostra gente” sostiene la prima attrice asiatica a vincere il premio per la migliore attrice, e solo seconda donna di colore, dopo la vittoria di Halle Berry nel 2002. “Per troppo tempo, noi donne siamo state lasciate fuori dalle stanze e dalle conversazioni. Ci è stato detto che la porta era chiusa” sostiene ancora la malese. “Le nostre idee sono infinite. La nostra passione è infinita. E siamo venuti a buttare giù quella porta” ribadisce l'attrice che dopo l'Oscar recita nel fantasy "Wicked".
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La top model, attrice e attivista polacca Anja Rubik (Instagram)

Parità dei sessi ancora lontana nell’industria del cinema

Il galà “Woman in Motion Awards” è indubbiamente una serata serata glamour e di talenti ma anche un’occasione per riflettere sul ruolo delle donne nel cinema. E parlando della rappresentanza femminile nel settore, la parità dei sessi è ancora lontana. “È un'industria ancora molto dominata dagli uomini” è il parere dell’attrice e modella polacca Anja Rubik, sempre in prima fila quando si parla di diritti delle donne (e non solo). “Ci dimentichiamo di quanto sia importante il cinema, dell'enorme impatto che ha sulla società, sul nostro punto di vista di vedere il mondo, ed è così importante che le donne ne facciano parte perché siamo la metà del Pianeta, siamo la metà della popolazione ed è così importante raccontare storie di donne e raccontare storie da un punto di vista femminile” sostiene ancora la polacca.
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ulie Gayet, attrice francese e moglie dell'ex presidente della Repubblica François Hollande (Instagram)

Per Julie Gayet, attrice francese e moglie dell'ex presidente della Repubblica François Hollande, nonostante il Mee Too molte cose non sono cambiate. L’attrice 50enne racconta di scene di sesso che ha dovuto girare senza preavviso. “Ti dicono: oh, ci siamo dimenticati di dirtelo. Può succedere, a me è successo, e poi ti viene detto: ecco, ti dispiace farlo?”. E aggiunge: “È complicato dire no su un set e di fronte a un'intera squadra, con un regista che ti minaccia: distruggerai il mio film o mi impedirai di fare il film che voglio fare”.
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L'attrice Salma Hayek insieme al marito Francois-Henri Pinault, capo di Kering (Instagram)

Un po' più ottimista Salma Hayek, moglie di Francois-Henri Pinault, a capo di Kering, che organizza il premio. “Anch'io faccio parte di questo settore, ho dovuto lottare come molte altre persone all'inizio per ottenere parti migliori, un trattamento più dignitoso, il rispetto e la parità di retribuzione, per cui stiamo ancora lottando duramente” dice. “Ma ora, con Women in Motion, vediamo anche migliorare la posizione delle donne nell'industria dell'intrattenimento” aggiunge.
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Un momento del Kering Women in Motion Award dello scorso anno quando il premio andò a Viola Davis

Kering Women in Motion Award: tutte le premiate

L'impegno di Kering nei confronti delle donne è una delle priorità del Gruppo. Con la sua Fondazione dal 2008 combatte la violenza contro le donne in tutto il mondo, e porta avanti una politica interna basata su diversità, parità e uguaglianza di genere. Nel 2015 Kering ha fondato il programma Women in Motion per evidenziare le disuguaglianze nel campo della cultura e le arti e cambiare le percezioni. Dalla sua nascita, il Kering Women in Motion Award ha premiato Jane Fonda (2015), Geena Davis e Susan Sarandon (2016); Isabelle Huppert (2017). Poi, ancora Patty Jenkins, la regista di “Wonder Woman” (2018); Gong Li nel 2019, Salma Hayek nel 2021 e Viola Davis nel 2022.
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Isabelle Huppert ha ricevuto il Kering Women in Motion Award nel 2017 (Instagram)

A Cannes la protesta contro l'invasione dell'Ucraina

Una protesta contro l’invasione russa dell’Ucraina è andata in scena domenica 21 maggio, alla 76esima edizione del Festival del cinema in corso a Cannes. Protagonista una giovane donna che, vestita in un lungo abito con i colori giallo-blu della bandiera ucraina, ha estratto dalla propria scollatura due sacche di sangue finto che si è fatta colare addosso, prima di essere allontanata dagli addetti alla sicurezza.
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La donna che ha protestato contro l'invasione russa in Ucraina (Instagram)

L’episodio è avvenuto sulla scalinata del Palais des Festivals poco prima della proiezioni del film "Acid", del regista francese Just Philippot, davanti a pubblico e fotografi. Non è stata diffusa, al momento, l’identità della manifestante, anche se l’obiettivo della sua protesta è esplicito: condannare lo spargimento di sangue in corso in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa dello scorso anno.