Non è iniziato certo in discesa il primo Festival di Sanremo del post-Amadeus, la cui conduzione è stata consegnata nelle mani dell’esperto Carlo Conti. Al celebre conduttore fiorentino, infatti, sono stati dati sia l’onere che l’onore di raccogliere il testimone di un quinquennio considerato tra i più illuminati di sempre del celebre festival di musica popolare. La direzione artistica dell’ex conduttore di programmi come Affari Tuoi e i Soliti Ignoti, nonché della kermesse musicale più importante d’Italia, infatti, ha chiaramente segnato un prima e un dopo nella conduzione del Festival. Un qualcosa che, alla luce dell’annuncio dei cantanti e delle cantanti in gara, ha contribuito a gettare polemiche sulle cinque serate in programma a febbraio.
A criticare le scelte e le posizioni assunte da Carlo Conti in merito agli artisti e alle artiste in gara, come di consueto, ci ha subito pensato il Codacons. Dopo l’ufficializzazione dei partecipanti, la celebre associazione che, tra i suoi obiettivi, si pone quello di tutelare i consumatori, ha subito diramato un comunicato stampa. Una presa di posizione netta, volta a promettere azioni legali contro la televisione di stato a causa della presenza, si presume, di rapper come Tony Effe. A scatenare l’ira di Carlo Rienzi, si legge nella nota, sarebbero stati i testi di numerose canzoni pubblicate negli scorsi anni da due/tre cantanti in gara i cui testi sono “lesivi e discriminatori nei confronti delle donne”.
Il reato contestato dal Codacons
A prefigurarsi sarebbe, secondo i legali dell’associazione, una “possibile fattispecie di induzione alla violenza sulle donne” la quale, “secondo quanto previsto dall’art 282 bis del Codice di procedura penale”, comporterebbe il possibile allontanamento dei cantanti coinvolti dall’abitato di Sanremo. Ad ora non sono ancora stati fatti nomi, ma è possibile stringere con facilità il cerchio attorno a coloro che sono stati presi di mira dal comunicato del Codacons: “Sanremo, Codacons: Rai e Carlo Conti premiano rapper violenti portandoli al Festival 2025. Gravissima scelta che offende le donne e vanifica anni di lotta a violenza di genere. Pronti a iniziative legali contro azienda”.
Tony Effe e Fedez, lo scontro continua?
Inoltre, le reazioni social che hanno seguito l’annuncio non hanno unicamente fatto eco al comunicato citato. A conquistare la scena, infatti, è stato ancora una volta il dissing tra Tony Effe e Fedez, tenutosi a colpi di brani e storie Instagram nei mesi scorsi. Ad essere subito esclusa da Carlo Conti, in ogni caso, è stata la possibilità di un feat: “Sono ragazzi intelligenti, canteranno soltanto”. Anche il loro litigio musicale, al tempo della pubblicazione dei brani, era stato tacciato di oggettificazione delle donne, alimentando l’ipotesi secondo la quale anche il rapper milanese sarebbe tra i citati dall’esposto del Codacons.
I testi dei brani, censura o leggerezza?
Ulteriori polemiche sono sorte in seguito a una dichiarazione del neo-conduttore, in realtà alla quarta edizione in carriera, relativa ai temi dei brani: “Non parleremo di immigrazione o guerra, ma ci concentreremo sul micromondo: famiglia, rapporti personali”.
Un cambio di passo netto rispetto a quanto promosso nelle scorse edizioni da Amadeus, durante le quali brani come “Casa mia” di Ghali e “Onda alta” di Dargen D’Amico avevano trovato ampio spazio pubblico. Una scelta da alcuni considerata un impoverimento del panorama valoriale che, volente o meno, ha sempre contraddistinto il festival, e da altri un vero e proprio atto di censura come, ad esempio, nel caso del brano “Eva&Adamo” di Martina Attili. Il testo, escluso dai 30 totali, avrebbe parlato di violenza di genere e diritto all’aborto.
Sanremo si conferma, ancora una volta, specchio della società italiana, ed è destinato a tenere milioni di persone incollate alla tv per ben cinque sere di fila.