Il corpo delle donne, tra stereotipi di genere e nuovi punti di vista. E’ l’argomento al centro di due docu-serie disponibili gratuitamente su arte.tv, la piattaforma di streaming europeo. Difeso, discusso, censurato, esposto: nella società moderna, il corpo delle donne è costantemente sotto i riflettori. Dall’ossessione per un fisico tonico, passando per la giovinezza a tutti i costi, fino al fenomeno del body shaming, il corpo femminile continua a essere oggetto di disputa sui social media e sui principali mezzi di comunicazione. Se si guarda, per esempio allo sport, che porta spesso gli atleti a esporre il proprio fisico, si nota che i pregiudizi sul corpo delle donne sono duri a morire, ma la conversazione riguarda anche la sfera della sessualità femminile che, nonostante un’emancipazione ottenuta con fatica, continua a essere stigmatizzata se esibita consapevolmente o ritenuta sovraesposta quando si tenta di normalizzarla.
Entrambe le declinazioni di questo dibattito, lo sport e la sessualità senza tabù, sono al centro delle due nuove docu-serie di arte.tv: “Tutte palestrate” e “Libere!”. Le due creazioni si pongono l’obiettivo, attraverso uno sguardo fresco e un approccio giornalistico, di far riflettere sugli stereotipi di genere che ancora oggi ruotano intorno al corpo delle donne e al modo in cui viene vissuto e mostrato.
Da un lato, “Tutte palestrate”, realizzata dalla regista Camille Juza, pone l’accento su come nello sport permanga ancora una visione prettamente maschilista che costringe le donne a lottare per assicurarsi un ruolo comprimario rispetto alla controparte maschile. Un racconto, questo, che spazia dalle attività sportive alle quali vengono indirizzate le bambine, fino ai meccanismi e alle regole che permeano le competizioni sportive, anche ad alti livelli. Dall’altro, la serie animata “Libere!” torna con i nuovi episodi che, attraverso la sceneggiatura del tandem Ovidie-Sophie-Marie Larrouy e i disegni dell’illustratrice Diglee, cercano di raccontare i tabù sulla sessualità femminile e di far riflettere sui pregiudizi che ruotano attorno alla seduzione e sull’ideale di perfezione, che talvolta le donne si sentono costrette a rincorrere.