“Martin Luther King pagò l’ospedale quando nacqui”. A rivelarlo è Julia Roberts (55 anni), attrice e produttrice, attualmente protagonista, insieme a George Clooney, di “Ticket to Paradise”, commedia romantica e brillante, diretta da Ol Parker.
L’aneddoto finora sconosciuto, che collega alle origini il padre dei diritti civili con l’attrice premio Oscar (per il film “Erin Brockovich - Forte come la verità” di Steven Soderbergh, basato su una storia vera, dove interpreta la parte dell'attivista statunitense alle prese con una battaglia legale contro la Pacific Gas and Electric Company, società responsabile della contaminazione delle falde acquifere di una cittadina californiana, causa dei tumori della popolazione) è stato svelato dalla stessa Roberts in un’intervista “A+E” e “History Channel” ma che era passato totalmente inosservato fino a quando un utente di Twitter, qualche giorno, fa l’ha rilanciata sulla piattaforma di microblogging rendendola rapidamente virale.
“La famiglia King pagò il mio conto di ospedale” sono le parole della diva di Hollywood, ammettendo così che i suoi genitori erano amici di Martin Luther King e la moglie Coretta perché gestivano una scuola di teatro ad Atlanta, la “Roberts’s Actors and Writers Academy”, che all’epoca era una delle poche, se non l'unica scuola del Sud segregato disponibile ad accogliere i figli del (futuro) Premio Nobel per la pace. Così quando, alla nascita di Julia, i Roberts si trovarono in cattive acque economiche e non avevano i soldi per pagare il conto dell’ospedale, fu la famiglia King ad intervenire. “Erano amici e ci aiutarono a uscire da un pasticcio”, ha detto la star di “Pretty Woman”.
L’attrice divenne poi amica di Yolanda King, la maggiore dei figli della famiglia King, morta nel 2007 per complicazioni cardiache. Yolanda aveva recitato in una produzione dei genitori della Roberts in cui aveva baciato un attore bianco provocando un attentato del Ku Klux Klan fuori dal teatro. I legami con la famiglia King aiutano a spiegare le ferme prese di posizione della Roberts contro il razzismo: celebre l'episodio del 1990, quando l’attrice, dopo aver girato “Pretty Woman”, era sul punto di sfondare a Hollywood. La futura diva finì nei guai per aver definito “orribilmente razzista” la cittadina di Abbeville in South Carolina dove aveva appena girato “Sleeping with the Enemy” e dove un suo amico di colore si era visto mettere alla porta da un bar. La città non la prese bene e acquistò una pagina intera di “Variety” per accusare di “bassezza” la giovane attrice.