È uscito giovedì 5 dicembre in sala “La stanza accanto”, il film di Pedro Almodovar vincitore del Leone d'Oro alla Mostra del cinema di Venezia. Un film toccante, che affronta un tema difficile e divisivo com’è quello del fine vita.
La protagonista Martha (Tilda Swinton) è una famosa reporter di guerra che, scoperto di avere un tumore alla cervice e metastasi che le lascia massimo un anno di vita, decide di acquistare una pillola per l'eutanasia nel dark web e chiedere a Ingrid (Julianne Moore), una scrittrice di fama sua amica, di stare nella stanza accanto mentre lo farà, in una bellissima villa vicino a Woodstock affittata per l'occasione.
Il fatto che l'arte si occupi del fine vita dimostra “che il tema fa parte del vissuto delle persone" secondo Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che ieri ne ha parlato in un incontro al cinema Plinius di Milano dov’è stato proiettata la pellicola firmata da Almodovar. “Il film ha avuto alcune critiche, che hanno un fondamento, sul rischio che l'eutanasia diventi un lusso per chi può permetterselo. Ma credo siamo fuori fuoco: la regolamentazione serve per quello che nel film non si vede: la sofferenza della gente qualunque”.
C'è poi la questione del contrabbando sul dark web che “è reale: persone che ci contattano, quando non vedono risposte arrivare cercano la soluzione su internet e molto spesso trovano truffe", spiega Cappato, che si è autodenunciato dopo aver accompagnato alcuni malati in Svizzera per il suicidio assistito.