Dall’ultimo singolo “Che sarà” agli anni dell’adolescenza vissuta in una comune, passando per il progetto con le scuole. Achille Lauro, artista libero come pochi, esempio di trasformismo senza paragoni nel panorama musicale italiano contemporaneo, si racconta a trecentosessanta gradi a “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky Tg24 (nella puntata in onda sabato 3 dicembre alle 21 su Sky Tg24 e sempre disponibile On Demand).
Lauro (32 anni), che recentemente ha firmato anche la sua prima linea make-up genderless, ha rilasciato nei giorni scorsi il singolo “Che sarà”, una lunga riflessione sulla vita e sulla morte. “Questo nuovo pezzo è sicuramente una ripartenza importante. Parla dell'incertezza del futuro e anche di una consapevolezza nell'accettare la vita” racconta Lauro, apprezzato per il suo talento compositivo quanto per le sue doti di performer, esaltate da uno stile impareggiabile, trasgressivo, provocatorio e glam. “Cambiare sempre è una mia caratteristica, sono una persona curiosa e che si annoia facilmente” spiega il cantante annunciando alcuni progetti futuri, tra cui quattro live unplugged: il 22 e 26 gennaio all’Auditorium Parco della Musica di Roma e il 24 e 25 gennaio al Teatro degli Arcimboldi di Milano.
Guardando al passato, invece, l’artista svela alcuni dettagli della sua infanzia. “Prima dei 12 anni vivevo a Roma con la mia famiglia. Poi per diversi motivi io e mio fratello siamo stati allontanati e siamo andati a finire in una sorta di comune. Era una casa di ragazzi, quindi scritte sui muri ovunque. La cosa bella è che ho assorbito tanto da quel periodo della mia vita, ero in contatto con tantissimi giovani artisti, ragazzi che cantavano, artisti di qualunque tipo, gente che dipingeva” dice Lauro. E aggiunge: “Nel contesto difficile da dove provengo, l’estrema periferia romana, è palese il fatto che o cambi o finisce male. Avevo chiari gli esempi di come non sarei voluto diventare che mi hanno aiutato a diventare una persona forse migliore”. Per quanto riguarda la carriera, Lauro svela che l’artefice della prime collaborazioni importanti. “Marracash è stato il primo insieme a DJ Shablo, che mi convocò a Milano per propormi un contratto di management” dice il cantante le cui contaminazioni musicali sono partite dal rap. “Una mia particolarità negli anni è stata proprio cambiare in ogni album. Questo perché sento chiaramente l'esigenza di fare sempre cose diverse” ammette Lauro. La svolta: “Thoiry”, singolo pubblicato il 24 gennaio 2018 come terzo estratto dal quarto album in studio “Pour l'amour”, remix di “Thoiry” di Quentin40 e Puritano. “E’ stato veramente un momento in cui ho detto ‘è cambiato qualcosa’” spiega Lauro che è arrivato al successo con “Rolls Royce”. “Avevo questa canzone da tempo e ho pensato fosse una chicca, una mosca bianca, che andava tenuta per una situazione incredibile. E così l'ho portata al Festival di Sanremo. Abbiamo lavorato per otto mesi giorno e notte” dice l’artista che ha preso parte anche all'Eurovision Song Contest 2022, rappresentando San Marino con la sua "Stripper".Visualizza questo post su Instagram
Spaziando dall’universo creativo al Festival di “Domenica”, alla collaborazione con Gucci, passando per le opere d’arte in Nft e il metaverso, nel prossimo futuro di Lauro c’è un progetto con le scuole che partirà a breve. “Volevo fare qualcosa che fosse vicino alle persone. Legare in qualche modo l'operazione musicale a qualcosa che fosse veramente d'aiuto. L'idea è di fare un tour nelle scuole, incontrare i ragazzi e parlare proprio di orientamento, del futuro, dell'importanza di credere in quello che si fa, dell'importanza di saper sbagliare, di trovare quello che ti piace. Ognuno di noi è portato per qualcosa, è fatto per qualcosa, deve capire che cosa e perseguire quella strada” conclude Lauro.Visualizza questo post su Instagram