Abusi nella ginnastica, Abodi con le ex Farfalle: “Riaprire il caso, è ora di fare giustizia”

Il ministro dello sport interviene sulla richiesta di Anna Basta e Nina Corradini di una revisione del processo sportivo all’allenatrice della nazionale Emanuela Maccarani, che era stata soltanto ammonita dal Tribunale del Coni dopo le denunce delle atlete

di Redazione Luce!
3 dicembre 2024
Anna Basta e Nina Corradini

Anna Basta e Nina Corradini, le due ex atlete di ginnastica che per prime hanno denunciato gli abusi

Riaprire il caso. È questa la richiesta che fanno Anna Basta e Nina Corradini, le due ex azzurre di ginnastica ritmica che per prime denunciarono gli abusi subiti nell’accademia di Desio e che ora chiedono che la questione non venga dimenticata, che sia fatta davvero giustizia.

“Il fatto che dopo tanti mesi e anche dopo le esperienze competitive dei Giochi di Parigi che non cancellano il fatto se questo trova la sua verifica, ci si ritrovi a dover affrontare l'argomento è perché tutti dobbiamo tendere alla trasparenza, all'applicazione delle norme e al rispetto delle persone che denunciano con o senza safeguarding officer”. Così il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, commenta a margine di un evento Special Olympics il caso della ginnastica con la richiesta delle ex farfalle di riaprire il caso sui presunti abusi. “Ci sono anche delle prove che rendono oggettivo quello che è successo, non più interpretabile, non c'è una parte o l'altra, bisogna stare al di sopra delle parti e chiedere che venga fatta giustizia”, ha aggiunto.

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Malagò: “Volontà di riaprire il processo sportivo”

"Non è mai tardi per riconoscere una ingiustizia, soprattutto se clamorosa, e per riparare. I metodi usati finora destano sconcerto e provocano amarezza. Ricevere giustizia, anche tardivamente, deve essere una priorità oltre che un percorso lineare, dove l'indipendenza, l'autorevolezza e l'equilibrio dovrebbero essere sempre garantiti, a chiunque, in ogni circostanza” hanno dichiarato Anna Basta e Nina Corradini, alla luce delle dichiarazioni rese dal presidente del Coni Giovanni Malagò

Giovanni Malagò, presidente del Coni
Giovanni Malagò, presidente del Coni

Il quale lunedì 2 dicembre ha parlato della loro “volontà di far riaprire il processo sportivo”, conclusosi in prima istanza con un ammonimento per la ct Emanuela Maccarani e con un non luogo a procedere da parte della Procura di Monza. “Non ho sentito Tecchi e lo farò nei prossimi giorni, ma mi sembra ci sia una volontà in termini di giustizia sportiva di riaprire il caso”.

Le due ragazze hanno parlato tramite nota ufficiale presentata il 25 novembre unitamente all'associazione 'ChangeTheGame', spiegando che chi dovrà decidere questa volta “potrà valutare sulla base di tutta la documentazione allegata alla segnalazione”. Segnalazione che comprende tutti gli atti delle indagini della Procura della Repubblica di Monza. “L'auspicio – si aggiunge – è che la riapertura del processo sportivo possa prescindere da quei personaggi che rischiano, a loro volta, di essere messi sotto inchiesta disciplinare. Dovranno essere valutati fatti nuovi, che coinvolgono anche nuovi soggetti”.

Le intercettazioni: “Due stronze, è ora di dargli una bastonata”

In questi giorni si torna a parlare di loro, dopo che le ragazze, ormai da tempo uscite dal mondo delle competizioni, sono tornate a chiedere che la revisione del processo sportivo a Emanuela Maccarani, l’allenatrice delle Farfalle. La sentenza della Procura Generale Coni risale a poco più di un anno fa, al 9 ottobre 2023, pronunciata dal Tribunale della Ginnastica: la tecnica della nazionale se l’era cavata con una “semplice ammonizione 'per aver pronunciato in più occasioni espressioni inadeguate nei confronti delle atlete'”, spiegano i legali dei Basta e Corradini.

Emanuela Maccarani
Emanuela Maccarani, allenatrice della nazionale di ginnastica ritmica

I quali annunciano che a sostegno della richiesta ci sono le 350 pagine di atti giudiziari dei pm di Monza che, si legge sul quotidiano “traccerebbero un quadro di connivenze clamoroso tra procura sportiva, allenatrice e vertici Federginnastica”. Al centro del quale ci sarebbe Michele Rossetti, l'avvocato pugliese nel ruolo di Pm federale. Sul Corriere della Sera di domenica si legge infatti che “Dalle intercettazioni agli atti della Procura di Monza emerge che i contatti tra Rossetti e il numero uno di una ginnastica nella bufera (Gherardo Tecchi, ndr) saranno costanti. Tecchi spiega al consigliere Armando Guidi che ‘se uno le volesse attaccare queste tre o quattro le possiamo fare nere, ma non si può perché la gente se tu vai addosso alle ragazze diventi un orco e loro le poverine... bisogna aspettare, quando è ora dargli una bastonata nella testa’”.

“Lo stesso giorno Rossetti spiega a un conoscente che 'il problema è che i media gli hanno dato uno spazio enorme... cioè due stronze (Basta e Corradini, ndr) che dicono cose che hanno avuto una risonanza paurosa... invitate da tutte le parti... io ho scatenato i miei agenti segreti... dicendo trovatemi tutte le ex farfalle che non si sono messe in combutta con queste me le sentirò…'”. La palla per l'eventuale revisione passa alla Procura Generale del Coni.