
La sfida tra due campionesse
Destino incrociato di Egonu e Boskovic: la sfida infinita. Se fosse un film, il titolo sarebbe sicuramente questo. Già perché, la finale di Champions League di pallavolo femminile, in programma il 20 maggio, a Torino, metterà di fronte Paola Egonu e Tijana Boskovic. E così ancora una volta, dopo i tanti match tra club e nazionale, si affronteranno le due star della pallavolo.

L'italiana con la maglia del Vakifbank Istanbul, club turco dove milita dal 2022 (Instagram)
Fra razzismo ed emancipazione
Quasi coetanee e con una passione sfrenata per la pallavolo. MVP (miglior giocatore) dell’ultimo Mondiale con la Serbia e MVP della Volley Nations League vinta con l’Italia, oltre che dell’Europeo del 2021, i due migliori opposti a livello mondiale si contenderanno la finale tutta turca, tra VakifBank e l’Eczacibasi, per decretare chi sarà Campione d'Europa nella pallavolo femminile. Entrambe hanno cominciato a schiacciare sui campi da pallavolo molto presto. E se Egonu ha iniziato a farsi notare a Cittadella, Boskovic ha ereditato la passione per questo sport dal padre. "Da piccola ero solita trascorrere molto tempo a giocare insieme a miei amici, con i quali avevo provato un po’ tutte le discipline sportive, compresa la pallavolo" le parole della bosniaca naturalizzata serba. "Inoltre, ricordo che non mi perdevo nemmeno una partita della nostra nazionale: le guardavo tutte con mio papà, anche lui grande appassionato di sport. È così che mi sono innamorata del volley ed è iniziata la mia carriera" dice ancora. Ma se all'italiana non possiamo parlarle di razzismo - celebri le sue dichiarazioni "È stancante. Mi hanno chiesto perché sono italiana. Questa è l’ultima partita che faccio con la Nazionale" quando lasciò la maglia azzurra - a Boskovic piace parlare dell'esperienza fatta all’Eczacibasi in Turchia.
L'italiana sul palco dell'Ariston, co-conduttrice della terza serata al Festival di Sanremo 2023
Pallavolo, molto più di un gioco
In particolare di come viene affrontata l'emancipazione femminile: "Credo di essere molto fortunata a condividere la stessa visione di questa società in termini di emancipazione femminile, nel sostegno alle atlete più giovani e nella loro preparazione a un’esperienza di vita importante". Viste le loro schiacciate oltre i 100 chilometri orari, parlare di pressione nell'affrontare le partite, per loro è la normalità. La co-conduttrice del festival di Sanremo 2023 ai tempi del Novara la combatteva così: "C’è grande comunicazione con il coach, non sempre si riesce a instaurare questo tipo di rapporto con gli allenatori". "Non nascondo di avvertire intorno a me la pressione di dover sempre giocare bene, anche se lo sapevo dall’inizio. Siamo esseri umani e la cosa la devo saper gestire anche io" le parole dell'italiana. Qualche anno più tardi non si è fatta attendere la risposta della bosniaca: "Giocare sotto pressione è normale quando si è a questi livelli: fa parte del nostro lavoro. Anno dopo anno ho imparato ad affrontare le difficoltà che si presentano nei momenti cruciali". "E devo dire che finora non ho mai avuto problemi a far fronte alla pressione. Anzi, mi piace e mi dà una grande carica giocare le partite importanti davanti a migliaia di persone" sono le dichiarazioni della serba.
La bosniaca, naturalizzata serba, mentre esulta con la bandiera della propria nazionale (Instagram)