Sara Ventura vittima di abusi. “L’allenatore si infilava nel mio letto, avevo tredici anni” le parole choc dell’ex campionessa di tennis in una lunga intervista a “Vanity Fair”.
L’ex professionista del circuito Wta, 15 titoli in carriera, oggi – a 47 anni – è imprenditrice nel settore fitness visto che è la direttrice della palestra che a Milano porta il suo nome, ovvero “
Sara Ventura - Art & Body”, aperta cinque anni fa. Lo sport, quindi, fa sempre parte del suo mondo. Ma non il
tennis.
Sara Ventura, ex professionista del circuito Wta (Instagram)
“Volevo arrivare tra le prime cento tenniste del mondo. Non ce l’ho fatta, ho mollato tutto. E non ho mai più toccato una racchetta” dice, ammettendo di aver impiegato anni “di psicoanalisi per
elaborare questo fallimento”. Allo sport – al tennis in particolare – la donna deve la
rinascita dopo la morte della madre, avvenuta quando aveva appena 12 anni. L’allenamento l’ha forgiata, le ha indicato uno scopo dopo che ogni giorno pareva vuoto. Ma il tennis le ha fatto vivere anche anni da incubo.
Quando era appena una ragazzina, la sua qualità e il suo talento la conducono presto a Roma per vivere in un collegio e allenarsi con le migliori tenniste italiane (Instagram)
Sara Ventura, l'inferno a 13 anni
Quando era appena una ragazzina, la sua qualità e il suo talento la conducono presto a Roma per vivere in un collegio e allenarsi con le
migliori tenniste italiane, lasciando Cologno al Serio dove è nata per intraprendere un percorso agonistico ad altissimo livello. È, così, cominciata una carriera da professionista che l’ha portata a vincere
15 titoli italiani, ma anche una terribile convivenza con
abusi e molestie da parte degli allenatori incontrati. “
Dovevo stare attenta che di notte andasse tutto bene” le parole dell’ex tennista che poi entra nei dettagli, tornando indietro nel tempo a quando aveva appena 13 anni.
Da cinque anni ha aperto la palestra “Art & Body”, il loft milanese sui Navigli (Instagram)
“Alcune volte, in trasferta, dividevo la camera con l'allenatore. Lo facevo per risparmiare, ma dovevo stare attenta che, di notte, andasse tutto bene.
Ho subito abusi di ogni tipo” e
anche sessuali “diverse volte”. A luce spente il coach veniva nel suo letto? “Sì. Io, però, lo cacciavo” le parole della donna. Quando era una ragazzina ne parlava con le altre sportive: “Ragazze un po’ più grandi.
Mi dicevano: eh sì, funziona così, ci siamo passate anche noi. Ho imparato a dormire con la racchetta vicino”. L’episodio più drammatico e devastante lo riassume con coraggio.
La cover del primo libro dell'ex tennista
“Il giorno dopo uno dei tentativi di incursioni notturne, io giocavo una partita dei campionati europei. Stavo vincendo 5 a 2 e mi sono permessa di
tirare forte la prima palla di servizio: era un rischio ma ero consapevole che, se avessi sbagliato, avrei potuto contare sulla seconda. Purtroppo sbaglio” dice. Poi aggiunge: “L’allenatore si alza in piedi e mi urla: “Testa di ca**o,
ti mando a casa a calci in cu*o”. Detto fatto. “Quella partita poi l’ho vinta, ma lui non mi ha permesso di giocare per tutto il resto della settimana” continua l’ex tennista.
Uno scorcio della palestra “Art & Body” (Foto dal sito di Ventura)
Nel racconto della donna c’è spazio anche per i ‘ricatti’. “
Se non eri accondiscendente, te la facevano pagare: potevano non convocarti in Nazionale, farti allenare sul cemento anche se stavi per gareggiare su terra, potevano anche non iscriverti ad alcuni tornei” spiega.
Dal silenzio al coming out
Sara Ventura oggi è una
professionista affermata e stimata. Gestisce la sua palestra “Art & Body”, il loft milanese sui Navigli dove accoglie circa 120 clienti alla ricerca di un percorso di remise en forme personalizzato.
L'imprenditrice nel settore fitness: "Sono lesbica: ho i medesimi doveri dei cittadini etero, ma meno diritti. Perché?" (Instagram)
Nel 2021 ha pubblicato il suo primo libro “
A testa alta” (DeAgostini) e adesso sta lavorando al secondo. Su Instagram ha oltre 100k follower. Insomma, quella ragazzina è cresciuta, si è fatta donna ma non ha dimenticato. Oggi, però, riesce a misurarsi con il passato. “
Mio padre era un uomo freddo, introverso, non avevamo grandi rapporti, e mia madre è mancata che avevo 12 anni” racconta ancora. Quindi aggiunge: “Poco dopo mi hanno chiamato, insieme alle tenniste più promettenti d’Italia, per vivere, studiare e allenarmi in un collegio vicino a Roma. Ho accettato subito e
sono andata via di casa”.
L'ex tennista ha vinto 15 titoli italiani (Foto dal sito di Ventura)
Sul silenzio che infrange solo adesso dice: “
Ero sola. E non avevo neanche i mezzi economici per ribellarmi a quel sistema di ingiustizie e abusi. Se parlavi uscivi dalla federazione,
la tua carriera era finita. Tutti sapevano, nessuno diceva una parola. Le ragazze più fortunate, quelle con una famiglia alle spalle, a volte venivano prese e portate via. Io potevo contare solo su me stessa”. E’ di poco tempo fa la notizia che un'altra tennista, Giulia Pairone, ha portato il suo
ex coach in tribunale per molestie. “Questi problemi persisteranno finché in Italia non verrà sradicato il patriarcato” aggiunge. Sul
governo Meloni, l'ex tennista ha le idee chiare: “Avere una donna, questa donna, al governo
non significa promuovere l'
emancipazione femminile”. Poi ammette: “Non sono d'accordo con lei su niente. Penso che tutti debbano avere gli stessi diritti. Io, per esempio,
sono lesbica: ho i medesimi doveri dei cittadini etero, ma meno diritti. Perché?”.