Vanessa Ferrari sullo scandalo nel mondo della ginnastica: "Le denunce non mi sorprendono"

Con un lungo post su Instagram la vicecampionessa olimpica a Tokyo 2020 nel corpo libero rivela, tra le altre cose, che anche lei a 19 anni fu ricoverata in una clinica per disturbi alimentari

di EDOARDO MARTINI -
10 novembre 2022
Vanessa Ferrari

Vanessa Ferrari

Dopo il caso scoppiato nel mondo della ginnastica ritmica (e poi nell'aerobica) anche la campionessa dell'artistica Vanessa Ferrari ha deciso di rompere il silenzio. Dopo l'esposto in Procura di Nina Corradini e Anna Basta, prime due atlete ad aver lanciato la denuncia sulla scandalo degli abusi psicologici, con frequenti controlli del peso e con varie privazioni di cibo, a cui erano seguite varie altre segnalazioni, la medaglia d'argento al corpo libero a Tokyo 2020 ha deciso di dire la sua con un lungo post sulla sua pagina Instagram.
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"Penso sia arrivato il momento di esprimere il mio pensiero sui recenti avvenimenti…" scrive la Ferrari, 32enne di Orzinuovi (Brescia), campionessa del mondo nel 2006, sul tetto d'Europa nel 2007 e vicecampionessa agli ultimi Giochi olimpici. Un lungo post affidato a Instagram, dove la ginnasta è seguita da 260mila followers. "Ho rifiutato interviste per evitare strumentalizzazioni delle mie parole. Quando sono comparse le prime notizie sulle denunce, da parte dei ginnasti di Ritmica e Aerobica, non sono rimasta affatto sorpresa... Anzi, anni fa scrissi un libro nel quale parlai anche di alcuni di questi aspetti - racconta -. All'alba dei 32 anni, di cui 25 passati nel mondo della ginnastica, voglio dire che ho vissuto tante esperienze positive ma anche tante negative. Durante la mia carriera fortunatamente però ho vissuto anche qualche cambiamento nel mio ambiente e mi spiace che ancora oggi ci siano luoghi dove si verificano questi orrori", aggiunge Ferrari. Che poi rivela: "Conosco perfettamente questi aspetti, l'ho detto più volte, come tanti altri ho vissuto sulla mia pelle i problemi alimentari. All'età di 19 anni mi mandarono in una clinica a Verona e grazie al supporto di esperti e dopo un paio di anni di percorso sono riuscita a guarire. Quindi invito chiunque ne soffra a farsi aiutare perché è davvero fondamentale. Ho avuto modo di confrontarmi anche con il pensiero di altri ginnasti ed ex ginnasti e spero che finalmente si possa intervenire definitivamente affinché la ginnastica, lo sport che amiamo, senza distinzione di sezioni o di livello sia pulito - prosegue la campionessa -. Crediamo a quello che è stato denunciato e siamo vicini a tutti voi, lo sport è fatto di sacrifici e di rinunce ma prima di tutto, prima di qualsiasi risultato, vengono le persone e la loro salute. Quindi faccio appello all'umanità delle persone perché penso che debba esserci un confine netto tra severità in ottica di disciplina e cattiveria". "Detto ciò non sto cercando colpevoli - precisa ancora la 32enne - e probabilmente nel profondo le persone non cambieranno mai, ma parlandone costantemente e denunciando tempestivamente spero che si possa far ragionare chi commette queste azioni e scegliere il modo migliore di agire. Concludo invitando a non demonizzare la ginnastica, non è prendendo le distanze da un ambiente che le cose cambiano, perché la ginnastica é un mondo magnifico benché complesso, quindi non rendiamolo ancora piu difficile, sta a noi il compito di proteggerlo".

"Sono scappata dal calvario della ginnastica"

Tutto è cominciato alcuni giorni fa, quando è arrivato un esposto, firmato dalla madre di due ragazze che hanno denunciato presunti maltrattamenti subiti da parte degli allenatori della palestra che frequentavano. In precedenza due Farfalle azzurre, Nina Corradini e Anna Basta, avevano raccontato di umiliazioni, costrizioni e pressioni subite quando frequentavano l'Accademia di Desio, riguardo al peso corporeo da mantenere. "Ricevevo insulti se non riuscivo a dimagrire, per questo sono scappata dal calvario della ginnastica ritmica", aveva raccontato una delle due ragazze. La Federginnastica ha condannato subito l'episodio, dichiarando che all'interno del movimento non è tollerata "alcuna forma di abuso" ed è "da sempre al fianco dei suoi tesserati". Le due ragazze hanno abbandonato la ginnastica da tempo ma il loro gesto ha fatto da apripista per molte altre atlete, che hanno denunciato episodi simili, come Giulia Galtarossa e Ilaria, la 13enne che in  un tema scolastico aveva rivelato l'orrore subito. Nina Corradini ha anche aperto una una rubrica social chiamata "Non siete soli" per sensibilizzare altre ragazze e ragazzi sul tema dei disturbi alimentari. Anna Basta, invece, ha rivelato di essere arrivata anche all'ipotesi suicidio.

Il presidente del Coni Giovanni Malagò

Le scuse del presidente del Coni

E non potevano mancare le scuse del presidente del Coni, Giovanni Malagò: "Come presidente del Comitato olimpico e punto di riferimento dello sport italiano sento l'obbligo di chiedere scusa a tutte le atlete ed ex atlete che hanno sofferto a causa di comportamenti inappropriati. Da presidente del Coni mi devo scusare, ma devo anche invitare a non fare di tutta l'erba un fascio. Chi ha sbagliato pagherà". E ancora: "Stiamo parlando di un movimento che ha 150 mila iscritti e 500 mila praticanti, bisogna capire la reale dimensione del fenomeno. La ginnastica più di altri sport ha nella questione del peso uno dei suoi aspetti cruciali. Un certo grado di rigore e di 'durezza' è inevitabile. Diverso è quando si passa la linea e dal rigore si sconfina nella violenza, nell'umiliazione, nella vessazione. Però ripeto, tutto questo deve ancora essere accertato. Va capito se hanno sbagliato solo i singoli o se c'era un sistema che li ha indotti a sbagliare. In questo secondo caso si potrebbe parlare di responsabilità oggettiva, di tutti, Coni compreso. Se invece ci trovassimo di fronte a tante situazioni autonome, sarebbe solo un problema dei singoli soggetti". Dopo lo scandalo è stato disposto un duty officer, ossia un ufficiale di servizio, che una volta a settimana ha il compito di verificare la situazione delle ragazze. Infine, sono stati stanziati 120mila euro complessivi per il progetto di salvaguardia degli atleti.