
Una scena del film "Il Signore delle formiche"
Una storia (vera) di discriminazione e coraggio. E’ “Il Signore delle formiche”, il film di Gianni Amelio sul caso di Aldo Braibanti, poeta omosessuale condannato dopo un processo per plagio alla fine degli anni Sessanta. Il film, in concorso alla 79esima Mostra del Cinema di Venezia (e nelle sale dall’8 settembre) è scritto dallo stesso Amelio con Edoardo Petti e Federico Fava, e interpretato da Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco e Leonardo Maltese.
La pellicola ripercorre, ovviamente reinterpretandola, la vicenda umana dello scrittore, poeta, entomologo e intellettuale piacentino Aldo Braibanti, vittima nel 1968 di quello che fu definito il “Caso Braibanti”, terminato con l’accusa di plagio psicologico di un giovane da parte di Braibanti e alla condanna di quest’ultimo a nove anni di carcere, che in appello diventarono sei. Ma quel doloroso processo non fu solo un caso giudiziario perché fu un caso politico e soprattutto un riferimento cruciale per l’abrogazione del reato di plagio, tredici anni dopo.
L’attore Luigi Lo Cascio, invece, si sofferma sulla figura di Braibanti. “E’ un personaggio enigmatico che ha dei punti che sembrano in contrasto tra di loro, una sproporzione tra la grandezza e la sicurezza e la certezza che ha all’interno del suo campo d’azione che è l’arte e le sue fragilità nella relazione d’amore. Un uomo che ha idee molto chiare sulla sua innocenza, ma che quando deve dire la sua e contrapporsi ai suoi accusatori sceglie il silenzio, questo silenzio enigmatico mi ha molto colpito e le motivazioni mi hanno molto appassionato” spiega. Per Elio Germano, che nel film è il giornalista de L’Unità che segue il processo, “il film mette in contrapposizione la passione di Braibanti che viene definita un plagio, chi fa il proprio lavoro con passione ha vita più difficile di chi lo fa per interesse personale, quindi è una riflessione molto contemporanea ed è anche la ragione del decadimento qualitativo del nostro Paese”. E sul tema, l'attore rilancia: "Questo è un momento in cui i diritti civili sono a rischio, ma le cose dobbiamo impegnarci in prima persona, ogni giorno, per cambiarle, non basta mettere una croce sulla scheda elettorale".

Luigi Lo Cascio nei panni di Aldo Braibanti (Instagram)
Nei panni di Braibanti c’è uno straordinario Luigi Lo Cascio, condannato con l’accusa di plagio psicologico, cioè per aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne, Ettore Tagliaferri (interpretato dall’attore esordiente Leonardo Maltese). In realtà tra i due c’era una relazione omosessuale. Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché “guarisse” da quell’influsso “diabolico”. Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal Codice penale. Ma in realtà era servito per mettere sotto accusa i “diversi” di ogni genere, i fuorilegge della norma. Prendendo spunto da fatti realmente accaduti, il film racconta una storia a più voci, dove, accanto all’imputato, prendono corpo i famigliari e gli amici, gli accusatori e i sostenitori, e un’opinione pubblica per lo più distratta o indifferente. Solo un giornalista (che ha il volto di Elio Germano) s’impegna a ricostruire la verità, affrontando sospetti e censure.Visualizza questo post su Instagram

Il cast del film "Il Signore delle formiche" (Instagram)
Una tematica sempre attuale
Dopo “Hammamet” che vide una delle migliori interpretazioni di Pierfrancesco Favino nei panni di Bettino Craxi, Amelio ci porta ancora alla scoperta del passato del nostro Paese, questa volta negli anni Sessanta, in un passato che sembra dialogare in maniera piuttosto esplicita con un presente dove, sebbene si siano fatti innumerevoli passi in avanti rispetto a queste tematiche, restano in primo piano nelle principali notizie di cronaca. Il regista Gianni Amelio si dice felice dell’opera. “Forse è la cosa più bella che ho fatto. Può capitare che facendo un film ci siano delle fragilità che emergono, fragilità che professionalmente non ho, ma umanamente sì. Ho scoperto in Braibanti un lato simile, ho vissuto una storia d’amore molto tormentata durante il film, forse il film si è giovato di questo mio tormento, io ho scoperto le stesse fragilità di Aldo e forse ha giovato al film ma non a me. Penso di avere dato il massimo e amo questo film. Braibanti si è innamorato ed è stato chiuso in un carcere e anch’io mi sono innamorato e sono chiuso in un carcere mio”. Ma il film va oltre i fatti di cronaca. “E’ limitativo dire che questo sia un film sul caso Braibanti, in realtà è una grande storia d’amore tra un uomo e un ragazzo, autobiografica” sottolinea Amelio.
Luigi Lo Cascio è il protagonista del film "Il Signore delle formiche" (Instagram)
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