Dopo la lunga interruzione invernale, in
Afghanistan riaprono le università. Ma le porte degli atenei si spalancheranno per i soli allievi maschi, mentre per le
giovani studentesse rimarranno sbarrate, in base al divieto imposto loro, lo scorso dicembre, dal regime talebano. A pochi giorni dalla Giornata internazionale della donna, il destino delle afghane sembra più tetro che mai. Escluse prima dalle scuole medie e superiori, poi dalle università: un divieto che è solo una delle tante restrizioni imposte alle donne, in violazione aperta dei loro diritti fondamentali. Un divieto, uno dei tanti appunto, che ha suscitato l'unanime
condanna dalla comunità internazionale (sono scesi in campo persino alcuni Paesi musulmani), ma finora lo sdegno non è bastato a cambiare la loro sorte.
"È straziante rimanere a casa senza poter studiare"
Le insegnanti afgane protestano vicino all'ingresso principale del ministero dell'istruzione (Ansa)
"È una
discriminazione di genere totale nei confronti delle ragazze, poiché l'Islam ci consente di fare studi superiori e far parte della società. È straziante vedere che i maschi possono andare all'università mentre noi rimaniamo a casa" ha spiegato la 22enne Rahela, che viene dalla provincia centrale di Ghor. "L'Islam ci permette di proseguire con l'istruzione superiore. Nessuno dovrebbe impedirci di imparare". Dopo il ritorno al potere dei talebani a Kabul, nell'agosto 2021, le università hanno adottato nuove regole riguardanti la presenza nelle aule degli allievi e delle allieve. Un pretesto che ha permesso al governo di accusare le studentesse più grandi di ignorare il
rigido codice di abbigliamento e l'obbligo di essere accompagnate da un parente maschio all'entrata e all'uscita dal campus. La maggior parte delle università aveva già introdotto
ingressi e aule separate per genere, oltre a permettere solo a donne o uomini anziani di fare lezione nelle classi femminili.
Private di un diritto fondamentale
Un gruppo di studenti davanti all'università di Balkh
"È doloroso vedere che oggi migliaia di ragazze sono
private dell'istruzione", ha dichiarato all'agenzia di stampa AFP Mohammad Haseeb Habibzadah, studente di informatica all'Università di Herat. "Stiamo cercando di affrontare questo problema parlando con i docenti e gli altri studenti, in modo che ci sia un modo in cui ragazzi e ragazze possano studiare e progredire insieme". Ejatullah Nejati è invece uno studente di ingegneria all'Università di Kabul, la più grande dell'Afghanistan, e ritine che lo studio sia un
diritto fondamentale delle donne. "Anche se seguono le lezioni in giorni separati, non è un problema. Hanno il
diritto all'istruzione e questo diritto dovrebbe essere loro riconosciuto", ha detto Nejati ad Aljazeera entrando in ateneo. In materia di studio di ragazze e donne, i vertici talebani appaiono divisi: alcuni affermano che si tratta di un divieto solo temporaneo, ma non hanno fornito un calendario su quando verrà revocato. Anche
l'istruzione secondaria è stata vietata alle ragazze da un anno e mezzo. Le autorità hanno offerto molte scuse giustificare questa decisione, sostenendo che non c'erano abbastanza insegnanti o denaro, o che le scuole femminili sarebbero state riaperte una volta sviluppato un
curriculum islamico. In effetti, alcuni funzionari talebani riconoscono che il leader supremo del movimento, Hibatullah Akhundzada, e gli ecclesiastici ultraconservatori che lo consigliano, rimangono profondamente scettici nei confronti dell'educazione moderna.
La condanna internazionale all'apartheid di genere
Una scuola segreta per ragazze in Afghanistan
Il divieto di frequentare l'università è stato uno shock per le ragazze afghane che, meno di tre mesi prima, avevano sostenuto gli esami di ammissione alle varie facoltà. Nonostante le loro promesse di essere più flessibili, i talebani sono tornati all'
interpretazione rigorosa dell'Islam che ha segnato il loro primo periodo al potere (1996-2001) e hanno intensificato le misure repressive contro le donne, in pratica
escludendole dalla vita pubblica. Sono state rimosse da molti incarichi governativi o vengono pagate in misura ridotta rispetto al loro precedente stipendio, come incentivo per rimanere a casa. Inoltre, è vietato per loro viaggiare senza essere accompagnate da un parente maschio, e dallo scorso novembre non possono frequentare parchi, fiere, palestre e bagni pubblici e devono
sempre coprirsi in pubblico. I gruppi per i diritti hanno condannato queste misure e a gennaio il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha denunciato davanti al Consiglio di sicurezza gli "attacchi sistemici senza precedenti contro donne e ragazze afghane", che creano una sorta di "
apartheid di genere".
Un punto fermo per i negoziati
Una studentessa universitaria cammina davanti a un'università nella provincia di Kandahar
Amnesty International ha lanciato un appello al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite affinché si occupi degli "implacabili abusi" perpetrati dai talebani, tra cui le gravi restrizioni alle donne e alla libertà di parola. "La situazione dei diritti umani in Afghanistan si sta rapidamente deteriorando e gli implacabili abusi dei Talebani continuano ogni giorno", ha dichiarato Agnès Callamard, segretario generale di Amnesty. "È chiaro che i Talebani non sono disposti né in grado di indagare sulle attività dei loro esponenti che violano gravemente i diritti umani della popolazione afghana", ha aggiunto. La comunità internazionale ha fatto del diritto all'istruzione per le donne un punto fermo nei
negoziati sugli aiuti e sul riconoscimento del governo talebano. Finora nessun Paese al mondo ha infatti riconosciuto ufficialmente i Talebani come legittimi governanti dell'Afghanistan.